Dal bronzo olimpico di canottaggio in quel di Tokyo all’avventura, maestosa, con Luna Rossa in questa edizione di America’s Cup che si avvicina sempre più. Nell’equipaggio dell’imbarcazione italiana c’è anche Bruno Rosetti, ormai ex canottiere azzurro, che si è detto pronto ed emozionato per l’ormai imminente inizio della competizione più importante e famoso del mondo della vela.

Luna Rossa, le parole di Bruno Rosetti: “Ultimo anno qui un crescendo di esperienze”

(Credit foto – Getty Images)

Come procede? Dato che manca solo un mese, possiamo dire che oramai è fatta. L’ultimo anno è stato un crescendo di esperienza e motivazione dove cominci a sentire sempre di più l’evento, in particolar modo dalle prime uscite dopo l’arrivo della barca grande, l’AC75 – queste le parole di Bruno Rosetti di Luna Rossa intervistato da Settesere.it –. È stato molto utile per imparare qualcosa in più e perché stiamo diventando non voglio dire velisti, un parolone, ma iniziamo ad essere sempre più parte dell’ambiente e del gioco. Soprattutto per uno come me che di vela non sapeva assolutamente niente. Sono molto curioso di vedere tutte le barche presenti al bordo del campo di regata con le persone pronte a fare il tifo, anche tanti italiani. Già adesso ce ne sono tantissime, a vela e a motore, che seguono gli allenamenti: c’è un gran traffico e sono curioso di vedere come sarà quando iniziano le regate. Diciamo che sarà diverso dal canottaggio: a un Mondiale o alle Olimpiadi, anche se a Tokyo non c’era il pubblico causa Covid, sei solo fino agli ultimi 200/300 metri quando incontri un po’ di tribune con il tifo. Ma sei talmente preso dal rush finale che non ti accorgi di nulla. Qui, invece, mi aspetto quasi un tifo da stadio. Anche se, ad essere sincero, devo ancora capire cosa riusciremo a vedere noi dal nostro buco dove pedaliamo“.

“Ora fatico per Luna Rossa, il canottaggio non mi manca”

Cosa mi manca del canottaggio? Nulla. Mi è piaciuto farlo, ma ora non mi manca nulla. La cosa più bella della Nazionale di canottaggio è sempre stata, per me, il gruppo: 30 ragazzi e 30 amici, una cosa bellissima. Qui, si è creata quella stessa identica cosa. La fatica mi accompagna sempre. Noi ciclisti pedaliamo su una sorta di bicicletta e mettiamo in pressione un sistema idraulico che permette di movimentare e controllare la parte aero della barca. Possiamo poi aiutare a fare qualche altra piccola funzione, ma dopo entriamo troppo nel dettaglio. Siamo un po’ più liberi e possiamo autogestirci maggiormente. Quando si naviga, in base all’orario di uscita, possiamo programmare un allenamento al mattino ma, fortunatamente, non più alle 7. Restiamo poi fuori una media di almeno quattro ore e, al rientro, possono esserci dei mini-briefing, asciughiamo la barca e la giornata si conclude. Quando invece non usciamo, ci alleniamo presto al mattino per poi aiutare nei vari dipartimenti in base a ciò che c’è da fare. Mi sto abituando. Anche perché qui è capitato di trovare giornate di onda molto formata. Sembra bene ma non aggiungo altro per scaramanzia…

(Credit Foto – Luna Rossa Prada Pirelli Team)

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