I prodotti cinematografici sono realizzati partendo da alcuni temi narrativi o archetipi, definiti trope, che possono avere profili più o meno interessanti, ma hanno soprattutto avuto storicamente un certo impatto, specialmente sulla figura femminile: è frequente che nell’approccio generale alla caratterizzazione femminile si riscontrino dei sottotoni sessisti, anche se (più recentemente) si possono altresì individuare dei twist che sovvertono questo storytelling. L’horror è tra i generi che ha intrapreso questo cambio di narrativa. Il cinema dell’orrore ama sicuramente giocare con il concetto di femminilità e, poiché ci avviciniamo ad Halloween che ben si accosta a questa linea tematica, sembrava più che giusto esplorarla rendendo le eroine dell’orrore protagoniste assolute di questo approfondimento inerente le donne sullo schermo.
Tra cult che hanno fatto la storia e nuovi volti e menti a portare una necessaria freschezza, vi parliamo di diversi ruoli suggerendovi al contempo qualche spunto per una serata cinema, giacché prossimi alla notte delle streghe.
Le eroine dell’orrore: la Final Girl
Prima fra tutte le protagoniste dell’orrore è la “ragazza sopravvissuta”: si tratta di uno dei trope più conosciuti e utilizzati nella scena horror, specialmente nel sottogenere slasher, tant’è che il termine “ragazza” è proprio definitivo, e solo in alcuni casi è stato declinato al maschile (comunque non a sufficienza da costruire un archetipo a sé). La final girl o survivor è appunto l’unica superstite di un gruppo di persone inseguite dal killer del film, con cui ha solitamente un qualche tipo di relazione o connessione.
L’eroina sopravvissuta è la star che emerge da un protagonismo corale, l’unica che saprà sfruttare il suo rapporto con il villain nel confronto finale, che spesso si risolve con la morte di quest’ultimo, o la fuga della stessa. Spesso è tuttavia una vittoria solo apparente, mentre il futuro della sopravvissuta rimane incerto, talvolta risolto nei film successivi se la storia ha un proseguo, come nei grandi franchise slasher.
Alcuni film e franchise più celebri che hanno sviluppato questo archetipo sono:
- Mary Woronov (Diane Adams) in Death House
- Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) in Halloween
- Ellen Ripley (Sigourney Weaver) in Alien
- Sidney Prescott (Neve Campbell) e Samantha Carpenter (Melissa Barrera) in Scream
- Nancy Thompson (Heather Langenkamp) in Nightmare
- Grace (Samara Weaving) in Finché morte non ci separi
Esistono tuttavia delle narrazioni diverse, che cioè sovvertono questo ruolo in modi inaspettati, come vediamo per esempio in:
- The Menu: qui Margot (Anya Taylor-Joy) dà una maggiore profondità a questo ruolo che non si riduce a rimanere vivi ed essere lì per raccontarlo, ma a creare un personaggio più complesso e con un pieno e sfaccettato arco narrativo, che non solo sopravvive ma contrattacca, incanalando l’energia della vera combattente.
- Freaky: in questo teen slasher Millie (Kathryn Newton) è una classica final girl, ma capovolge i cliché trovando l’energia combattiva, la forza interiore e il proprio potere mentre è nel corpo (letteralmente) del serial killer.
- Midsommar: Dani (Florence Pugh) garantisce la propria sopravvivenza in modo diverso, unendosi ai responsabili (niente spoiler) dell’uccisione dei suoi amici, anziché combatterli.
La babysitter
La babysitter, pur non essendo uno specifico archetipo, è senz’altro uno dei ruoli femminili ricorrenti nella storia del cinema d’orrore. Per di più, ogni babysitter può essere una final girl, mentre non sempre la final girl è anche babysitter. Infatti, spesso questo personaggio ha un movente oscuro che ne fa una vera e propria minaccia, diventando il villain. In questi film si gioca con il contrasto del genere spaventoso e il ruolo intrinsecamente accogliente e protettivo che ha una figura come la babysitter, la quale rimanda all’archetipo della “grande madre” (di cui è in effetti la sostituzione).
Le eroine dell’orrore: la dualità della babysitter
Di seguito riportiamo alcuni esempi di film in cui la babysitter è antagonista:
- La babysitter, La babysitter – Killer Queen: Bee (Samara Weaving) è la babysitter più cool che si possa immaginare, ma fa segretamente parte di una setta. Nel sequel, capiamo qualcosa in più e viene svelata la vera “Killer Queen”, mentre Bee riassume la sua entità protettiva di salvatrice.
- Emelie: Sarah Bolger interpreta Emelie, che rapisce la babysitter a cui si rivolge la famiglia Thompson, assumendone l’identità perseguendo un fine preciso e inquietante.
- The Nanny: l’iconica Bette Davis è una tata amorevole e materna, ma forse solo in apparenza.
In altri casi, la babysitter è invece una protettrice/sopravvissuta:
- Safe Neighborhood: Ashley (Olivia DeJonge) è la giovane babysitter di Luke, innamorato di lei. La ragazza dovrà proteggerlo da una minaccia che irrompe in casa, ma scoprirà che proviene proprio dalle mura domestiche, diventando una final girl.
- La mia babysitter è un vampiro (per famiglie): in questo film originale Disney la babysitter è una creatura della notte assetata di sangue, ma senza alcuna intenzione di fare del male alla famiglia per cui lavora.
- Chiamata da uno sconosciuto: Jill (Camilla Belle) fa da babysitter per una ricca famiglia, che inizia a ricevere chiamate sconosciute. Capirà poi che il mittente è in realtà dentro casa.
Le eroine dell’orrore: Scream Queen
Anche in questo caso, una “scream queen” può essere una final girl. Per quanto iconico, questo è uno dei trope problematici in quanto generalmente sessista: la “regina dell’urlo” è solitamente la prima vittima e il bersaglio perfetto del killer; il suo unico scopo è quello di scappare urlando in modo agghiacciante e il più possibile (finché non viene uccisa o riesce a fuggire). Anche per mancanza di tempo, non ha grande profondità , poiché l’obiettivo è esaltare il suo aspetto fisico che deve apparire allettante al male gaze.
Il discorso sullo sguardo maschile nel cinema è ampio e abbraccia ogni genere (non ne è esente quindi l’horror), e troppo vasto per riassumerne tutte le implicazioni in poche righe. Si sappia comunque che, in linea di massima, riguarda i ruoli femminili scritti in un certo modo e con precise caratteristiche che risultino attraenti al pubblico maschile, nonché immaginati esclusivamente per accompagnare (senza mai sovrastare,occhio!) la controparte maschile.
Eppure, fortunatamente, non è sempre così, infatti nella lista di esempi abbiamo preferito inserire titoli dove il personaggio ha spessore maggiore o una personalità definita.
- Maddy (Sabrina Carpenter) in Emergency
- Jay Height (Maika Monroe) in It Follows
- Maxine Minx (Mia Goth) in X, Pearl (da qui la famosa “please I’m a star!!!”) e MaXXXine
- Marion Crane (Janeth Leigh) in Psycho
La Vergine
La verginità , o il costrutto sociale cui il termine si riferisce, è una classica caratteristica dei personaggi femminili nell’horror, presente soprattutto quando è previsto un rito sacrificale nella trama del film. L’idea con cui gioca la cinematografia dell’orrore è il connubio purezza/mostruosità , raffigurando le ragazze vergini come personaggi salvifici o, sporadicamente, psicopatiche vittime di sentimenti repressi. La formula sesso=morte è d’altronde storicamente famosa, non a caso è frequente che tale ruolo possa anche coincidere con quello di final girl.
Questa figura femminile è centrale o parte significativa di diversi film, tra cui:
- Jennifer’s Body
- Cherry Falls
- Teeth
- The Final Girls
Anche nei celebri cult già citati, come Scream, Halloween e It Follows, la verginità è una sorta di prerequisito che ha comunque una certa rilevanza in parte della narrazione, come se fosse un tratto essenziale della personalità delle eroine che in qualche modo le rende degne di salvarsi. Come negli altri casi, anche questo trope prevede un’evoluzione del ruolo, mentre in poche occasioni il capovolgimento riguarda solo il genere (da femminile a maschile): accade per esempio in “Hocus Pocus”, in cui il bersaglio delle streghe Sanderson è un ragazzo vergine, o più recentemente in “La babysitter – Killer Queen”, che usa il sesso proprio come “scappatoia” al rito che vede coinvolto il giovane protagonista.