Ivan Di Stefano ha esercitato abusivamente la professione di medico chirurgo presso il pronto soccorso di Cassino, senza il riconoscimento ministeriale del proprio titolo di laurea conseguito all’estero“, si legge nella nota. La denuncia è scaturita da gravi irregolarità emerse nell’ambito dell’attività di verifica dei requisiti professionali degli operatori sanitari. L’ex volto di Uomini & Donne ha dichiarato di essere specializzato in neurologia, ottenendo così un contratto a tempo determinato con l’Asl di Frosinone, per 36 ore settimanali. Dopo i controlli, i Carabinieri lo hanno segnalato alla magistratura per aver dichiarato falsamente il possesso della specializzazione in neurologia e per aver esercitato abusivamente la professione di medico chirurgo presso il pronto soccorso, senza il riconoscimento ministeriale del proprio titolo di laurea conseguito all’estero.

Cosa è successo e perché è stato denunciato Ivan Di Stefano

Di Stefano si era presentato come neurologo e, grazie a questa qualifica dichiarata, aveva ottenuto un contratto a tempo determinato con l’Asl di Frosinone, che gli permetteva di lavorare per 36 ore settimanali presso il pronto soccorso. Secondo le indagini dei Nas, non solo il suo titolo di studio straniero non è stato convalidato in Italia, ma Di Stefano ha anche dichiarato di possedere una specializzazione che non risultava ufficialmente riconosciuta. La segnalazione della sua situazione ha portato alla sospensione immediata da parte della struttura ospedaliera, dove sembrava ormai ben integrato, svolgendo turni sia diurni che notturni come qualsiasi altro membro dello staff medico.

Questo episodio ha acceso un dibattito sulla gestione dei controlli riguardanti i titoli di studio e le specializzazioni dei medici stranieri che operano in Italia. Le strutture sanitarie, e in particolare i pronto soccorso, stanno affrontando una grave carenza di personale, che spesso porta ad accelerare le procedure di assunzione per far fronte all’emergenza.

Di Stefano è finito coinvolto in un controllo a campione. Verifiche di routine per i Nas, volte ad accertare che il professionista  abbia o meno i titoli per esercitare. 

Cosa è successo? Al momento del colloquio di lavoro e della firma del contratto il medico che entra in servizio presenta un’autodichiarazione, nella quale attesta di essere in possesso dei requisiti. In questo caso, Di Stefano avrebbe la laurea che sarebbe stato conseguita all’estero. Il ministero della Salute non l’ha riconosciuta. I motivi del rifiuto sono ignoti.