«Senti che fuori piove, senti che bel rumore», cantava Vasco Rossi in Sally. In effetti, nonostante la pioggia sia vista dalla maggior parte delle persone come un fenomeno atmosferico ostile e umidiccio, che peggiora l’umore e limita gli spostamenti, sono in molti a trovare il suo suono confortante e, per certi versi, lenitivo. A chi non è mai capitato, in fondo, di ritrovarsi in piedi, magari davanti alla finestra di casa, ad osservare le gocce picchiettare sul vetro? Un mormorio sommesso e malinconico, ma altrettanto rilassante. Con il loro ritmo cadenzato e musicale, una pioggerella passeggera o addirittura un acquazzone possono accompagnare l’essere umano verso uno stato di quiete, in cui corpo e mente trovano sollievo.
Il brusio isolante dei rovesciamenti, infatti, tendono ad allontanare il chiasso esterno, riducendo i sovraccarichi sensoriali che arrivano da ciò che ci circonda. Il traffico, il chiacchiericcio o i trapani in lontananza appaiono attutiti, se non cancellati; il mondo, con il suo fermento e le sue brutture, diventano distanti, ed ansia e stress allentano la morsa. Anche dormire, tutto sommato, sembra più facile, grazie alla coltre uggiosa che ci avvolge.
Pioggia come antistress: lo studio
Riguardo all’argomento, sono stati effettuati diversi studi, che dimostrano come la pioggia possa essere un’alleata preziosa nei momenti d’inquietudine. La rivista Vanity Fair ha chiesto alla psicologa Laura Palomares d’illustrare in che modo, ad esempio, una playlist “a tema” possa distendere dei nervi che la società continua a tendere incessantemente.
«Il suono», ha spiegato la dottoressa, «è uno degli stimoli sensoriali che maggiormente influenzano il nostro umore, eccitandolo o rilassandolo. Il nostro cervello non associa la pioggia a una forma di allerta, ma piuttosto a uno stato di rilassamento, perché il suo cadere produce un rumore bianco, perfetto per addormentarsi. La sua gamma di frequenze e il suo andamento regolare, privo di dissonanze, sono valutati dal nostro cervello come calmanti. È proprio la monotonia di questo suono a fare sì che aree come l’amigdala – responsabile del riconoscimento di quegli stimoli che possono riferirsi a un pericolo – percepiscano una condizione di sicurezza, priva di minacce. E questo accade perché la prevedibilità è uno dei fattori di cui il nostro cervello si fida di più».
Uno scroscio, dunque, permetterebbe di secernere e rilasciare endorfina, l’ormone legato al benessere e alla calma. «La pioggia», ha chiarito Palomares, «è un magnifico sottofondo sonoro per i nostri momenti di rilassamento e di meditazione, grazie al suo andamento regolare e prevedibile, che evoca il ricordo di momenti di tranquillità, favorendo una respirazione lenta e profonda».
La memoria e i benefici
La sensazione di essere al riparo e al sicuro, protetti dalle mura domestiche mentre fuori diluvia, porta il nostro cervello a fa entrare in gioco il fattore memoria, che individua e separa il ricordo della pace e della tranquillità. La mente torna a tutti quegli episodi ai quali associare alcuni stimoli: le emozioni potrebbero essere negative e nostalgiche, ma anche serene e legate ad attimi di felicità ma, in generale, il suono della pioggia rimanda all’assenza di pericolo.
Temporali e piccole burrasche, inoltre, sono grandi amici delle personalità introverse e poco inclini alla socialità. Il maltempo è una buona scusa per restare rintanati nella propria abitazione, senza sentire la pressione di dover necessariamente uscire, incontrare gente, coltivare rapporti. Certo, alla lunga questo atteggiamento non è accettabile, ma un pomeriggio di pausa dalla frenesia del mondo e dal turbinio delle relazioni umane può rivelarsi benefico. Si stacca la spina per un po’, ci si gode il silenzio e si ricarica la batteria sociale; in tal modo, ai primi raggi di sole, si torna motivati e predisposti alla compagnia.
Anche chi soffre d’insonnia sa quanto, in alcune occasioni, un cosiddetto white noise possa cambiare le carte in tavola. Che si tratti di un asciugacapelli acceso o dei suoni della natura, un rumore bianco scaccia i pensieri e consente all’organismo di rallentare, preparandosi così ad un sonno ristoratore. Per favorire questo processo, sono state create diverse playlist “pluviali”, fruibili anche quando Madre Natura non collabora; una spintarella artificiale per migliorare la qualità della vita.
Il petricore: l’odore salvifico della pioggia
Un discorso analogo va fatto anche per l’odore della pioggia. Quante volte, passeggiando in campagna o per le vie cittadine, abbiamo “annusato” l’imminente rovescio? Un profumo riconoscibilissimo, che colpisce ed evoca sensazioni. Sentire l’aria e la terra intrise di acqua piovana e godere del suo aroma può migliorare sensibilmente l’umore, diminuendo angoscia e preoccupazioni. I temporali sono l’atto di Natura necessario per dissetare la Terra e portarla a nuova rinascita; i fiori crescono, l’erba diventa più verde, il mondo respira.
La particolare sensazione olfattiva che si percepisce al battere della pioggia sul terreno asciutto da tempo viene chiamata petricore. Un’esperienza salvifica per il pianeta e anche per l’essere umano, che ne ricava un benessere psicologico; in particolare, in estate, avvertire che sta per piovere, e che il caldo torrido s’interromperà almeno per un po’, dona energia e gioia. L’odore della pioggia ci connette con noi stessi, con la nostra parte più recondita ed intima, e l’accarezza, con garbo, mentre la mente riposa.
Federica Checchia
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