Tutti conosciamo Alan Alexander Milne in quanto autore delle vicende del simpatico orsetto ghiotto di miele Winnie the Pooh. Ciò che non sappiamo, invece, è che il successo di questa storia fanciullesca impose un brusco cambio di rotta alla carriera del talentuoso scrittore.
Commediografo, sceneggiatore, poeta e aspirante commentatore politico, Milne fu per sempre etichettato come autore per bambini.
Milne: l’esordio letterario e la guerra
Nato il 18 gennaio 1882 a Kilburn, Alan studiò matematica al Trinity College di Cambridge e lì scoprì la sua passione per la scrittura: firmandosi “AKM“, lui e il fratello Kenneth pubblicarono diversi articoli sulla rivista scolastica Granta. La più famosa rivista umoristica inglese del tempo, Punch, notò Alan rendendolo assistente di redazione (1906).
Diciotto commedie e tre romanzi pubblicati tra 1903 e 1925. Lovers in London è il suo romanzo d’esordio (1905). Il fortunato incontro con l’attore Leslie Howard nel 1920 gli permise persino la stesura di quattro sceneggiature dirette da Adrian Brunel per la Minerva Films. Inoltre, sapevate che è suo l’acclamato poliziesco The Red House Mistery?
Intanto, tra pièce teatrali e raccolte poetiche, con lo scoppio del primo conflitto mondiale Milne si era arruolato come soldato servendo il Royal Warwickshire Regiment per poi entrare in un’unità di propaganda segreta (MI7b). Dalla volontà di denuncia delle atrocità della guerra nascerà il romanzo di stampo pacifista Peace With Honour (1934) poi contraddetto dall’opposto War with Honour (1940). Punto focale della questione è che Alan non riuscì mai a riprendersi del tutto dalle ferite (sia fisiche che psicologiche) inferte dall’incubo dei campi di battaglia, da cui derivò un vero e proprio disturbo post-traumatico.
Milne diventa padre: Christopher Robin e “Winnie”
Alan e la moglie Dorothy attendevano la nascita di una bambina che si sarebbe chiamata Rosemary: con sorpresa (non la presero affatto bene!) nel 1920 nacque un maschio, per il quale i coniugi scelsero un nome ciascuno e dunque il bambino fu chiamato Christopher Robin. Un anno dopo, il bambino ricevette come regalo di compleanno un esemplare del primo prototipo di orsacchiotto di pezza della storia inglese messo in commercio dalla J.K. Farnell. Perché il nome Winnie? L’aneddoto è curioso.
Ha a che fare con il trasferimento delle truppe canadesi di Winnipeg, il cui tenente Harry Colebourn comprò da un cacciatore una femmina d’orso bruno che venne chiamata Winnipeg. “Winnie” venne poi affidata allo zoo di Londra. Proprio lì Christopher Robin ne rimase talmente colpito da dare questo nome al suo orsetto di peluche, ormai divenuto il suo “migliore amico”.
Cotchford Farm: il Bosco dei Cento Acri
Nel 1925 Alan acquistò nell’East Sussex Cotchford Farm, una tenuta risalente al 1600 e circondata da 9,5 acri di terreno dove la famiglia prese a trascorrere weekend e vacanze. Mentre Dorothy soffriva l’allontanamento dalla vita mondana, il figlio trovò un’amica in carne ed ossa nella vicina di casa Anne Darlington. Intanto Alan esordì nella letteratura per ragazzi con Gallery of Children (1925).
Alan per natura non era bravo con i bambini. Tuttavia proprio osservando il figlio giocare ebbe l’idea di scrivere la storia del goffo orsetto Pooh, che debuttò con la raccolta When We Were Very Young (1924). Ogni sera Alan raccontava al figlio la storia della buonanotte aggiungendo nuovi personaggi tratti dai suoi giocattoli, trasformando la foresta di Ashdown nel mitico Bosco dei Cento Acri.
Il successo di Winnie the Pooh: una lama a doppio taglio
Il successo di Winnie Puh (1926) fu travolgente, seguito dalla raccolta poetica Now We Are Six (1927) e The House at Pooh Corner (1928). Al racconto giovarono anche le illustrazioni di Ernest Shepard: pare che Milne fosse scettico riguardo alla collaborazione con Shepard, il quale si presentò spontaneamente a casa sua con degli schizzi già pronti ispirati ad Ashdown. Tradotto in oltre 50 lingue, nel 1960 sarà redatta persino una versione in latino dal titolo Winnie Ille Pu con una vendita di 125.000 copie in 21 ristampe.
Tale successo oscurò tuttavia la carriera precedente di Alan, chiudendogli le porte della letteratura per adulti. Senza contare il risentimento crescente della moglie, che finì per costruirsi una vita parallela, mentre il piccolo Christopher crebbe tra collegi e la tata Olive. La vita di Alan fu totalmente offuscata dalla sua creazione. Un affare invece per Walt Disney, che ne acquistò i diritti cinematografici dalla moglie nel 1961.
Alan subì un danno permanente al cervello che lo costrinse a ritirarsi definitivamente a Cotchford Farm, dove morì nel 1956. Sarà Cristopher Robin a donare i suoi giocattoli all’editore del padre, che li portò alla New York Public Library dove oggi sono esposti, per poi destinare tutto il denaro ricavato dalle opere di Winnie the Pooh a chi, come sua figlia Clara, soffriva di disabilità.
Ginevra Alibrio
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