A New York una statua per celebrare Marsha P. Johnson, attivista LGBTQ

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Di Redazione Metropolitan

Marsha P. Johnson è stata una delle figure chiave del movimento per i diritti LGBTQ negli Stati Uniti. Per celebrarla è stata inaugurata una statua a New York, proprio vicino allo storico Stonewall Inn.

Inaugurata a New York, la statua che celebra Marsha P. Johnson, famosa drag queen e attivista LGBTQ

Dopo aver aspettato per due anni che l’amministrazione della città innalzasse la statua che prometteva dal 2019, gli attivisti di New York hanno deciso di prendere in mano la situazione.

Scavalcando la burocrazia e senza alcuna autorizzazione, hanno inaugurato presso il Christopher Park, un busto che ritrae Marsha P. Johnson, famosa attivista lgbtq e drag queen. Nello stesso giorno avrebbe compiuto 76 anni.

La statua è stata scolpita dall’artista, Jesse Pallotta e si trova vicino allo storico Stonewall Inn, il locale dove cominciarono le rivolte del’69 che diedero vita al movimento per i diritti Lgbtq+, e di cui Johnson fu una protagonista determinante.

Oggi chiunque, passeggiando per il parco che si trova nel cuore di Brooklyn, può ammirare la scultura che la ritrae con il suo sguardo fiero e una coroncina di fiori variopinti freschi e finti a cingerle il capo. 

La targa sul piedistallo del busto riporta una citazione della stessa Johnson: La storia non è qualcosa a cui si guarda indietro come qualcosa di inevitabile: accade perché le persone prendono decisioni a volte impulsive e sul momento, ma quei momenti sono realtà che si accumulano. Sulla targa, Masha P. Johnson è descritta come un’amante della poesia, dei fiori, dello spazio e del colore viola.

Ecco chi era Marsha P. Johnson

Nata nel 1945 in una famiglia di umili origini, Marsha cominciò a soli cinque anni a mostrare interesse per abiti e atteggiamenti femminili, ma fu costretta a nascondersi per evitare di essere vittima di bullismo da parte dei suoi compagni.

Arrivata al diploma, con soli 15 dollari in tasca e una sacca con qualche vestito, prese un treno con destinazione New York, dove trovò lavoro in un locale. La sua estrosità attirò l’attenzione anche di Andy Warhol, che la ritrasse nella serie di polaroid Ladies and Gentlemen.

Nel 1969 partecipò ai moti di Stonewall, passando alla storia come, una delle figure di riferimento per i diritti LGBT. Fondatrice della Street Transgender Action Revolutionaries (Star), s’ impegnò per aiutare i giovani queer senzatetto. Con l’amica Sylvia Rivera aprì la Star House, un rifugio per ragazzini gay e transessuali, di cui pagava l’affitto con il denaro che guadagnava prostituendosi. Voleva preservare i giovani dalla violenza che lei stessa aveva subito in gioventù.

Il 6 luglio del 1992, poco dopo il gay pride, il suo corpo fu trovato mentre galleggiava nel fiume Hudson.