

Il nome di Achille Bonito Oliva suscita, anche ai meno esperti, una sensazione familiare. Uno dei più importanti storici dell’arte e critici contemporanei, festeggia oggi il traguardo degli 81 anni. Nato in provincia di Salerno, si laurea in realtà in giurisprudenza. Ma sarà la sua passione per la letteratura a convincerlo a cambiare totalmente percorso. Così coglie l’occasione di iscriversi alla facoltà di lettere, e coltivare lo studio per una tematica ancora nuova: la poesia. Nel 1970 inaugura la sua prima mostra da curatore, a Roma, intitolata Vitalità del negativo, dedicata all’arte povera.
Il vero genio di Achille Bonito Oliva viene fuori, però, nel 1980. Infatti è pioniere della Transavanguardia Italiana, un movimento artistico incentrato sulla figura del critico d’arte. Propone l’evoluzione della figura del critico, che non è più mediatore tra artista e pubblico, ma “cacciatore”. Il movimento nasce poi sulla scia della crisi economica che l’Italia stava affrontando, che aveva ovviamente coinvolto anche l’arte. Considerata innovativa e dinamica, la Transavanguardia Italiana si presenta ufficialmente al mondo dell’arte durante la Biennale di Venezia 1980.

Achille Bonito Oliva, professore e curatore
Bonito Oliva ha, oltre all’attività curatoriale, all’attivo una florida carriera accademica. Le sue pubblicazioni sono ancora oggi oggetto di studio in tutte le università italiane. Infatti, dal suo trasferimento nel 1968 a Roma, ha preso la cattedra di Storia dell’Arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, presso il corso di Architettura. Oltre all’insegnamento accademico, vanta una lunga lista di pubblicazioni di cataloghi di mostre d’arte, saggi artistici. Non mancano poi svariati premi, tra cui il premio alla critica di Flash Art International.
È sicuramente famoso per la sua attività di curatore. Ha curato diverse mostre, ma uno dei traguardi più importanti è sicuramente la Biennale di Venezia del 1993. Il suo instancabile lavoro l’ha portato a rivoluzionare la figura del critico. Si è definito lui stesso parte della generazione del critico totale. La figura teorizza, organizza, informa, insomma, un intellettuale completo. La sua teoria è il curatore sia, in realtà, una figura nata negli anni ’90. Secondo Bonito Oliva, se il critico fa interpretazione, il curatore fa manutenzione.
La figura di Achille Bonito Oliva è una pietra miliare nella storia della critica, dell’arte e della curatela italiana, ma non solo. La sua passione per l’arte e la cultura ci ha regalato uno storico prezioso, in grado di appassionare chiunque all’arte e alla bellezza dell’arte contemporanea, spesso incompresa.
a cura di Marianna Soru
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