Addio a Jim Taylor, il grandioso fullback dell’NFL

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Di Redazione Metropolitan

Un fullback feroce in grado di distruggere le difese avversarie e dare forza alle offensive dei Green Bay Packers di Vince Lombardi, a cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60.
Questo era Jim Taylor.

Nella giornata di ieri, i Packers hanno pubblicato una nota nella quale veniva data notizia della sua morte, avvenuta all’età di 83 anni.

Originario di Baton Rouge, in Louisiana, Taylor è considerato l’ultimo grande fullback della storia del football professionistico.
Ha vestito la maglia dei Packers per nove stagioni, dal 1958 fino al 1966, scrivendo pagine incredibili della storia del team.

È stato il leader in yard corse nella storia dei Packers (8207 yds) fino al 2009, anno in cui Ahman Green riuscì a superarlo (8322 yds).

Taylor si unì ai Packers nel 1958, quando venne scelto durante il secondo round del draft.

Prima di entrare a far parte dei professionisti, giocò per un breve periodo alla Louisiana State University.
Nella sua seconda e ultima stagione con i LSU Tigers, totalizzò 762 rushing yard e 12 touchdown, entrando anche tra gli All-American.

Concluse la carriera universitaria con un totale di 1314 rushing yard e 20 touchdown.

Jack Vainisi, all’epoca talent scout del team di Green Bay, notò subito il potenziale di Jim.
Nel 1957, inviò una lettera allo stesso Taylor, nella quale informava il fullback dell’interessamento del team nei suoi confronti.
Sono molto interessato a giocare nel football professionistico“, rispose Taylor alla lettera. “Il football è uno sport fantastico e mi diverte molto giocarci. Sì, mi piacerebbe molto giocare con i Green Bay Packers. Credo che nel ruolo di fullback io sia in grado di dare il massimo“.

Vince Lombardi assunse il ruolo di head coach di Green Bay solo un anno dopo l’arrivo di Taylor, ma non ci mise molto a capire che era su di lui che doveva concentrarsi. Non a caso, il fullback era una delle colonne portanti delle azioni offensive messe a punto da Lombardi, con Paul Hornung nel ruolo di halfback.

Taylor Packers NFL
(AP)

Nel 1960, alla sua terza stagione da professionista, Taylor diventò il secondo giocatore della storia dei Packers a correre per 1000 yard in una singola stagione. Prima di lui, solo Tony Canadeo ci riuscì.

Da quel momento, le prestazioni di Taylor migliorarono anno dopo anno, riuscendo a concludere cinque stagioni consecutive con almeno 1000 yard corse.

Nel 1962 venne nominato MVP del campionato, con 19 touchdown messi a segno e 1474 rushing yard.
Un record, quello dei touchdown, che rimase fino al 1975, quando John Brockington riuscì a metterne a segno 20, mentre per quel che riguarda le yard percorse bisognerà aspettare Ahman Green, il quale riuscirà a totalizzarne 1883 nel 2003.

Prese parte al Pro Bowl per 5 anni consecutivi dal 1960 al 1964.

La miglior partita di Taylor è senza ombra di dubbio quella giocata contro i New York Giants nel 1962.
Era la finale del campionato e si giocava allo Yankee Stadium, con temperature che sfioravano i 13 gradi e con venti che soffiavano a circa 60 km/h.

Taylor Packers NFL
(Neil Leifer/Getty Images)

Taylor ebbe durissimi confronti, sia fisici che verbali, con i difensori dei Giants. Già dopo il primo quarto di gara si ritrovava con una profonda ferita all’altezza del gomito, che richiese l’intervento dello staff medico.

Ma gli interventi rudi nei suoi confronti non si fermarono di certo lì.
L’obiettivo dei difensori dei Giants era quello di metterlo fuori gioco. Nel corso del match continuarono ad arrivargli ginocchiate e pesanti insulti da parte degli avversari ed inoltre si ritrovò anche con un taglio alla lingua che lo costrinse a sputare letteralmente sangue in mezzo al campo.

Nonostante ciò, Taylor percorse 85 yard e mise a segno l’unico touchdown dell’incontro.
Il match finì 16-7 in favore dei Packers e fu il secondo campionato vinto da Taylor insieme ai Packers oltre a quello del 1961 e i successivi due, vinti nel ’65 e nel ’66.

Taylor Packers NFL
(12UP)

A proposito di quel match, Taylor dichiarò: “Se sei davvero preparato, non senti alcun dolore durante la partita“.

Dopo la fantastica esperienza con i Packers, giocò per un breve periodo con i New Orleans Saints, prima di ritirarsi definitivamente nel 1967.

Entrò a far parte della Pro Football Hall of Fame nel 1976. David Baker lodò Taylor non solo per le doti dimostrate in campo, ma anche per aver vissuto tutta la sua vita con “passione, determinazione e grande amore per ciò che ha fatto“.

Così come riportato dal team, è morto improvvisamente in un ospedale a Baton Rouge, all’età di 83 anni.

Riposa in pace, Jim.

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Antonio Campana