Agonalia, le celebrazioni di dicembre in onore del Sole Indigete: l’antico Dio Apollo

Foto dell'autore

Di Stella Grillo

Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, le Agonalia; le antiche festività romane celebrate quattro volte, durante l’anno, in onore di una diversa divinità.

Le Agonalia di Dicembre in onore dell’antica figura di Apollo

Agonalia
Credits: roma.com

Le Agonalia erano antiche feste di tradizione romana celebrate quattro volte l’anno e, ogni volta, dedicate a divinità differenti:

  • 9 gennaio a Giano;
  • 17 marzo a Marte;
  • 21 maggio a Veiove;
  • 11 dicembre a Sole Indigete (l’antico Dio Apollo).

L’istituzione delle Agonalia pare risalire a Numa Pompilio, secondo Re di Roma, dopo Romolo. L’indizio che fa trapelare queste celebrazioni come culti, probabilmente, arcaici è che i cerimoniali si svolgevano all’interno di un edificio romano nominato Regia, ovvero, la residenza del Re che nella Roma antica deteneva non solo il potere politico ma anche quello religioso. Nel caso delle Agonalia celebrate a Dicembre, la festa era rivolta alla venerazione del Sole Indigete; il sole quindi invocato, una divinità primordiale italica che, pare, governasse il ciclo dei mesi e delle stagioni. La figura del Sole Indigete, successivamente, fu identificata come la personificazione antica del dio Apollo o, comunque, come uno degli appellativi attribuiti a quest’ultimo. Il primo tempio dedicato a questa divinità sorgeva a Lanuvio, luogo in cui si pensava fosse sbarcato l’eroe dell’Eneide di Virgilio, Enea, dopo la distruzione di Troia per opera di Ulisse e Achille.

Nei Fasti, Ovidio riporta le varie supposizioni che, gli antichi, fecero sull’etimologia della festa:

  • Il sacerdote, durante il sacrificio, chiedeva sempre il consenso al suo gesto dicendo: agone? (posso agire?);
  • Gli animali sacrificali (ariete) erano spinti con la forza, dal vero latino agantur; tuttavia, pare che se l’animale non fosse riuscito ad incedere di sua spontanea volontà, il sacrificio non era da considerarsi valido;
  • La vittima, ovviamente intimorita, tremava alla vista del coltello e terrore, in greco, si dice proprio agoonía;
  • Anticamente, in questa data si svolgevano dei giochi (in greco, Agōn);
  • Il nome delle celebrazioni potrebbe anche derivare dai colli in quanto, anticamente, si chiamavano agones; da cui agonia sacrificia per indicare il fatto che, i riti, si svolgevano proprio sulla cima dei colli. A tal proposito, secondo Festo a Roma il monte Quirinale in origine era noto come Agonus e la porta Collina Agonensis.

Parallelismi con il dio Apollo

Nonostante l’origine appaia confusa, le Agonalia erano una festa molto sentita dagli antichi romani; in questo periodo dell’anno, infatti, celebravano molti riti in onore del sole e della natura in vista del ritorno della primavera e per propiziare un buon raccolto, considerando la società prettamente agricola. Per ognuna delle quattro date delle Agonalia era previsto il sacrificio di un ariete nero. Nel caso dell’11 Dicembre dedicato al Sole Indigete l’appellativo è stato successivamente spiegato traducendolo con “capostipite” o “nativo”. In seguito, infatti, questa antica figura arcaica è stata paragonata ad Apollo che, per i romani, rappresentava la divinità che presiedeva le arti mediche, la musica, la poesia ma anche la medicina e la scienza che illumina l’intelletto.

La sua iconografia lo raffigurava sempre con aspetto giovanile, cinto da una corona radiata sui capelli ondulati guidando la sua quadriga. In età imperiale romana si assimila a Sol Invictus; non vinto, invincibile. Appellativo religioso usato per diverse divinità nel tardo Impero romano, come Helios, El-Gabal, Mitra, assorbite all’interno di un vero e proprio culto monoteista ”solare”.

Stella Grillo

Seguici su Google News