Virgilio nasce il 15 ottobre del 70 a.C. nei pressi di Mantova. In occasione del suo anniversario di nascita, nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, l’analisi della poetica e del suo rapporto con il potere politico.

Virgilio, la grandezza dell’ ”Omero romano”

Sul personaggio di Virgilio, nel tempo, si creò una sorta di atteggiamento reverenziale quasi da considerarlo un Vate: la sua fama fu tale che, in seguito, si considerò, addirittura, una divinità. Appassionato di divinazione e religione in generale, come si evince anche dalle sue produzioni letterarie, Virgilio, successivamente alla sconfinata notorietà ottenuta, fu rappresentato come Maestro per eccellenza. Lo stesso Dante Alighieri ne fece sua guida:

«O de li altri poeti onore e lume,
vagliami ‘l lungo studio e ‘l grande amore
che m’ ha fatto cercar lo tuo volume.»

Dante si ispira proprio all’Eneide nei suoi versi: il poema virgiliano per eccellenza è, per Alighieri, un modello perfetto di alta poesia. Nonostante riconosca la grandezza di autori del passato come Omero, Ovidio o Seneca, fa di Virgilio la sua guida chiedendo, con umiltà, di vegliare su di lui. La peculiarità di Virgilio sta proprio nella capacità di far confluire il mondo classico ai valori cristiani. Il Sommo poeta, non solo riconosce la grandezza morale del suo predecessore ma, dalle sue opere, apprende valori quali la partecipazione al dolore universale e la pietas: si ricordi come nell’Eneide, Virgilio, soprannomini Enea il pio; non per la sua bontà o misericordia, ma per la sua devozione agli dèi, simboleggiando il rispetto dei valori tradizionali quali la famiglia, la patria e la religione senza opporsi al fato.

Virgilio, dimensione poetica e potere politico

La fama del poeta latino si intensificò nel tempo: nell’Umanesimo è ancora Virgilio il modello di ispirazione, così come nel Rinascimento il cui influsso si evince in personalità letterarie quali Ludovico Ariosto e Torquato Tasso. L’operato letterario del poeta avvenne in un contesto in cui la poesia, era un mezzo per celebrare la potenza politica dell’Impero. I letterati, per cui, erano finanziati: sia Mecenate che Ottaviano pagarono Virgilio. Questo modus operandi si verificò anche nei confronti di Ovidio, Properzio e via di discorrendo. L’Eneide, infatti, è una dedica al progetto di restaurazione di Ottaviano: una lode ai valori etici e politici dello Stato romano riorganizzato dal principe. L’originalità del poeta-vate sta proprio nell’abilità e nella modalità di affrontare il connubio fra poesia e politica. Nonostante l’avvento dell’età di pace favorita da Ottaviano Augusto e la dedica del poema a quest’ultimo, Virgilio, nell’Eneide, non assume un ruolo passivo o servile: non ha alcun atteggiamento di adulazione verso il potere ma presenta un acume critico.

Una letteratura al servizio di Roma?

Virgilio assiste alla congiura di Catilina, all’ascesa di Giulio Cesare e al suo assassinio avvenuto nel 44 a.C.  Successivamente al trionfo di Ottaviano: espropria i suoi contadini dalle terre per distribuirle come ricompensa ai milites ringraziandoli dei servigi resi. Il poeta vive questa decisione come sintomo di sopruso, tanto da rimanerne drammaticamente colpito. E’ questo il contesto in cui nascono le Bucoliche: nell’opera chiarisce come solo la poesia e la natura siano l’unico mezzo per evadere dalla realtà. Si immedesima nei suoi pastori: solo gli ambienti pastorali e la contemplazione di essi, possono far superare la tragicità dell’esistenza. L’Arcadia – mitica regione greca a cui si ispira nella stesura – è il locus amoenus dei pastori descritti da Virgilio.

Virgilio: Enea che fugge da Troia in fiamme - Photo Credits: pinterest
Virgilio: Enea che fugge da Troia in fiamme – Photo Credits: pinterest

Ma l‘Eneide? L’auspicio di Ottaviano Augusto era portare Roma alle antiche glorie e, pare, che il poema fosse stato commissionato proprio dal principe. Un’operazione di marketing del tempo: Virgilio tenta di mescolare storia e mito, alludendo nell’opera alle guerre puniche e alla vittoria di Roma contro Cartagine. Un piccolo escamotage compiuto per trasportare il lettore, automaticamente, ad associzioni immediate: lo splendore della Roma di un tempo con il nuovo regime sotto la guida di Ottaviano.

Parallelismo fra Enea e Ottaviano Augusto

Il periodo augusteo, dopo i disordini civili, politici e sociali, sembrò l’unica soluzione per assurgere ad un eventuale momento di pace. I romani vertevano in una situazione di malcontento: i traumi derivanti dal recente conflitto civile, servirono a creare una sorta di parallelismo fra Ottaviano ed Enea. Virgilio, nell’Eneide, fa leva su una causa comune, ricordando l’antica minaccia straniera su Roma. La Cartagine che presenta il poeta nell’Eneide riflette allusioni che amalgamano fatti storici realistici a situazioni di pura fantasia; ciò per creare una dinamica attrattiva nei confronti del lettore di quel dato contesto storico. Tuttavia, è anche un modo per parlare, indirettamente, degli avversari pubblici di Ottaviano Augusto. Lo schema è servirsi del racconto delle guerre puniche associandolo ai disordini civili della Roma del tempo: lo scopo era fare in modo che i rivali di Ottaviano Augusto fossero identificati come veri e propri nemici stranieri. Virgilio, però – rispetto ad Omero -, si distacca da una palese oggettività che contraddistingue l’autore dell’Iliade, partecipando emotivamente alle gioie e i dolori dei suoi personaggi.

Stella Grillo

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