Alberto Camerini, il cantante di Tanz Bambolina, cosa fa oggi: “Ero famoso come Bowie”

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Di Redazione Metropolitan

Nato in Brasile da genitori emigrati, Alberto Camerini è stato definito l’Arlecchino del rock italiano: in attività dal 1971, fonda una superband chiamata Il Pacco e di cui fanno parte nomi come Eugenio Finardi, Lucio Fabbri e Lucio Bardi. Con loro si esibisce al Festival di Re Nudo e altre occasioni live. Nel frattempo inizia la sua fortunata avventura da sessionman e a partire dal 1976 di solista.

Ma è all’inizio degli anni ’80 che Camerini esplode come fenomeno nazional-popolare, con i capelli sparati in aria alla Johnny Rotten per Skatenati! e un ciuffo rockabilly-punk in perenne lotta contro la forza di gravità per l’Arlecchino elettronico, sorta di alter ego nel suo periodo più celebre, quello di Tanz Bambolina e, appunto, Rock ‘n’ Roll Robot.

Solido musicista, artista pirotecnico, sgangherato chiacchierone, padre di due figli scrittori e nonno di una nipotina, Alberto Camerini compirà 70 anni il prossimo maggio. Lo festeggiamo ora, ripercorrendo con lui tutta la sua storia, che non ha origine a Milano, ma in Brasile.

Italian singer-songwriter, guitarist and theatre artist Alberto Camerini posing while dancing. Italy, May 1982 (Photo by Angelo DeligioMondadori via Getty Images)


Nel 1938 la famiglia di mio padre, di religione ebraica, è emigrata in Brasile per via delle leggi razziali. Poi lui è andato a studiare pittura a Parigi, dove ha conosciuto mia mamma che era figlia di uno scultore: veniva da una famiglia di artisti, accademia di Brera, conservatorio, violinisti, ballerine… E l’ha portata in Brasile. Io sono nato lì nel 1951 e ci ho vissuto fino al ’62, quando l’agenzia di pubblicità per cui lavorava mio padre – la McCann Erickson – gli ha proposto di fare il manager a Milano. Così siamo tornati in Italia. Sapevo l’italiano, ma con i miei parlavo in portoghese. Io e mio fratello siamo andati alla scuola ebraica dove c’erano molti bambini arabi scappati dai loro paesi per la guerra del ’56… Poi mia madre mi ha iscritto al liceo classico e lì sono diventato italiano al ciento p’ ciento (lo dice con l’accento del terruncello Abatantuono, nda).

Tra le sue tante collaborazioni dei primi anni, quella con Donatella Rettore, gli Stormy Six, Fausto Leali e Patty Pravo. Firma con la Cramps, storica etichetta di avanguardia in quegli anni e quindi inizia a incidere i suoi primi album, tutti dei veri e propri concept da ascoltare di seguito: da Cenerentola e il pane quotidiano a Comici cosmetici, passando per il ‘brasileiro’ Gelato Metropolitano. Il passaggio alla CBS ne sancisce poi il successo commerciale: prima Skatenati, inno alla musica ska di estrazione giamaicana, quindi Rock’n roll robot, il suo brano più noto contenuto in Rudy e Rita.

Sono gli anni in cui ‘diventa’ l’Arlecchino del rock italiano e si consolida il suo successo con Rockmantico, forse il suo album più riuscito, che contiene brani come Tanz Bambolina e Maccheroni elettronici, prodotto con il fido Roberto Colombo. Dopo una partecipazione a Sanremo deludente, Alberto Camerini si allontana dalla musica, per tornare 4 anni dopo con Angeli in blue-jeans. Si rompe il sodalizio con Colombo e di conseguenza con la CBS. Tra metà anni Novanta e gli inizi del Duemila, torna con nuovi album e produzioni indipendenti. Sposato con Elena Orlandi, ha due figli: Valentina, scrittrice, e Lorenzo. La sua impronta elettronica dei primi dischi ha ispirato molti artisti successivamente dai Bluvertigo e Morgan, fino agli Eiffel 65.

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