Sono stati scritti fiumi di parole su Alessandro Baricco e sul suo talento letterario. Eppure, non sembrano essere mai abbastanza. Classe 1958, torinese doc e grande tifoso granata, Baricco si è fatto conoscere dal mondo per romanzi come Oceano Mare, City, Castelli di rabbia, Omero, Iliade, Seta, da cui è tratto l’omonimo film del 2007 con Keira Knightley e Michael Pitt, e la tetralogia I corpi. E’, inoltre, autore di racconti e di saggi che spaziano dalla letteratura (Una certa idea del mondo) alla musica (L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin).
Alla letteratura, Baricco affianca una produzione teatrale variegata. Il suo primo testo, Davila Roa, è portato in scena nel 1996 da Luca Ronconi. Ad esso seguono numerosi successi, come Moby Dick, in collaborazione con Stefano Benni, Clive Russell e Paolo Rossi, e Steinbeck, Furore, insieme a Francesco Bianconi, leader dei Baustelle. Il capolavoro indiscusso è, tuttavia, Novecento, monologo pubblicato per Feltrinelli nel 1994 e interpretato sul palcoscenico da Eugenio Allegri, con la regia di Gabriele Vacis. Lo spettacolo ha esordito al Festival di Asti e vanta diverse repliche, quasi sempre andate sold out.
Alessandro Baricco: Novecento, la paura e il desiderio di vivere
La pièce tratta del «più grande pianista che abbia mai suonato sull’Oceano», il geniale Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, nato, vissuto e perito a bordo del transatlantico Virginian. A raccontarla, il trombettista Tim Tooney, voce narrante della vicenda. Al loro fianco, una costellazione di comparse, viaggiatori frettolosi o accaniti antagonisti, come Jelly Roll Morton, il presunto “inventore del jazz”. Essi gravitano e si avvicendano intorno ai due protagonisti, sfiorando l’esistenza dello stravagante musicista e del suo fidato amico. Tutti vanno e vengono, e persino Tooney guadagna la terraferma, ma non Novecento. Egli trascorre giorni, mesi, anni sulla sua casa galleggiante, rifugio e al tempo stesso prigione, che lo separa da una realtà troppo indefinita e caotica per un uomo la cui vita entra comodamente in un pentagramma. Il suonatore sfiora il terreno, lo scruta da lontano, ma non riesce a posarvi il piede. Una scelta che, in qualche modo, si rivelerà, definitiva.
Ed è proprio l’incapacità di Danny di tagliare il cordone ombelicale che lo lega al piroscafo e al suo pianoforte. La sua mente viaggia e si perde tra gli aneddoti dei passeggeri, che assimila e trasmuta in composizioni musicali, ma le suole delle scarpe restano fermamente ancorate a ciò che gli è familiare. Vive a metà, Novecento, scisso tra il desiderio di osare e la paura di amare, di abbandonare le onde del mare e di mettere radici. Dopotutto, come lui stesso afferma, il reticolato di strade che si dipana dal porto è intricato e, apparentemente, infinito. Come si fa, dunque, a scegliere una sola via e percorrerla? Meglio, per lui, continuare a sognare dalla prua, lasciando che sia soltanto il suo sguardo a smarrirsi.
Novecento: le trasposizioni cinematografiche, musicali e fumettistiche
Nel 1998, le avventure del duo sono arrivate sul grande schermo, attraverso La leggenda del pianista sull’oceano, lungometraggio diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore. Pruitt Taylor Vince, nei panni di Tooney, e Tim Roth (Le Iene, Pulp Fiction), che interpreta Danny, hanno acceso di vita i personaggi di carta creati da Baricco. La colonna sonora, invece, è stata affidata ad Ennio Morricone, che ha ricreato i virtuosismi sfrenati di Novecento e li ha fusi con intermezzi delicati e commoventi. Il lavoro del Maestro gli è valso un Golden Globe, mentre l’opera, nella sua totalità, ha incassato una lunga schiera di nomination e riconoscimenti, nostrani e non.
Nello stesso anno di uscita del film, Edoardo Bennato ha composto, inserendolo nell’album Sbandato, un brano ispirato a Novecento e al suo viaggio senza fine, Sempre in viaggio sul mare. Non solo la musica, però, ha voluto rendere omaggio al Virginian e al suo microcosmo di personalità poetiche e strampalate. Nel 2008, infatti, su Topolino è apparsa una versione fumettistica del libro dell’autore piemontese. La vera storia di Novecento, divisa in tavole, è stata esposta al Salone del Libro di Torino dello stesso anno, attirando consensi e riaccendendo l’interesse verso il surreale pianista. Che sia sul palco di un teatro, tramite una cinepresa, tra le pagine di un fumetto o di un romanzo, Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento e le sue malinconiche melodie non cessano di attrarre e di far riflettere. Dopotutto, «Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.». Una cosa è certa, Alessandro Baricco non sarà mai fregato.
Federica Checchia
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