“Alimentazione”, dedicato alla Giornata mondiale dell’alimentazione

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Tra qualche giorno ricorre la Giornata mondiale dell’alimentazione. A questa importante ricorrenza che ricorda l’importanza dell’alimentazione e delle politiche alimentari è dedicato il nostro racconto di oggi ispirato ad alcuni aneddoti.

Era solo mentre a tavola continuava con la sua alimentazione da catastrofe. Per Giacomo Frontoni era l’ennesimo panino trascurato per stanchezza dopo l’ennesima giornata di stress. Anche oggi aveva venduto ancora un’altra particella del suo tempo assecondando una cronica ambizione. Un desiderio irrefrenabile di ricchezza che lo aveva spinto a trasferirsi in città. Giacomo decise di alzarsi per un momento da tavola accantonando il sandwich al cheddar e pollo che stava mangiando. Si avvicinò alla finestra dove rimase a fissare una distesa di palazzi.

Alimentazione, il cibo di una volta

Lo spot della Giornata mondiale dell’alimentazione 2021, fonte Food and Agriculture Organization of the United Nations

Giacomo chiuse gli occhi e riprese a pensare al panorama urbano. Decise di cancellare i palazzi con la sua immaginazione e di sostituirli con la distesa di montagne che si vedevano dal suo paesello. Nelle narici si immaginò che penetrasse l’odore di minestra e salsiccia cucinata da suo padre. Si ricordò di quanto prima tutta l’alimentazione fosse più buona e semplice, senza grattacapi e mal di stomaco. Si rivide ad accarezzare il suo vecchio cane mentre conversava con il suo amico Carlo che ora aveva abbandonato per non aver tempo di parlare nemmeno con se stesso. Chissà Carlo cosa stava facendo e se lo aveva perdonato, pensò Giacomo prima di riaprire gli occhi sul suo triste presente.

Riaddentò quello strano panino che stava mangiando. L‘intestino rimuginava per il troppo stress ma Giacomo non aveva tempo di pensare al suo corpo quanto al carico di lavoro che doveva organizzare per il giorno dopo. Carte e solo carte. Giacomo pensò per un attimo di mandare tutto al diavolo e chiamare Carlo, dirgli che aveva ragione e che stava tornando a casa. Dette un altro morso al panino mentre lo stomaco si faceva sentire. Si domandò perchè fosse finito a mangiare quelle schifezze che gli distruggevano la pancia mentre la sua mente cadeva a pezzi ma non seppe trovare risposta. Poi accese la televisione per farsi compagnia.

Il vero cibo

Mentre riprendeva a scrivere al computer Giacomo rimase colpito dalla pubblicità di alcuni integratori intestinali. Si ricordò di averne alcuni simili che trangugiò con dell’acqua prima di rimettersi a lavorare. Aveva da poco ripreso a lavorare quando fu colpito da una trasmissione su una fattoria. Notò gente allegra che non faceva una vita facile ma che non aveva perso la felicità. Lui invece non era più felice ora che non aveva più un tempo se non quello del lavoro. Giacomo si vide rinchiuso in un imbuto che non riusciva a correre e di nuovo pensò di chiamare Carlo. Poi il nervosismo gli fece trangugiare un pezzo di cioccolata industriale che aveva comprato. Giacomò si ricordò curiosamente che l’ultima volta con Carlo aveva mangiato del cioccolato, precisamente del cioccolato fatto da lui stesso.

Giacomo si ricordò di quanto gli piacesse prepare dolci e di come aveva promesso di restare in contatto con tutti. Poi aveva detto addio a tutto per un lotta all’ultimo sangue per una promozione. Si era infatti fatto notare come aveva promesso ma la sua ambizione gli stava facendo forzare ogni limite. Di nuovo lo stomaco glielo segnalava ma Giacomo non sapeva come uscirne. Cercò allor a di chiamare Carlo ma poi pensò a come era stato scortese con tutti con la scusa di non avere tempo da perdere nemmeno per prepararsi un pasto decente. Anzi l’ultima volta, due mesi prima, aveva chiuso malissimo l’ultima telefonata con Carlo che a suo dire continuava solo a disturbarlo.

Epilogo

Giacomo continuò a scrivere quando l’ennesima fitta allo stomaco lo bloccoòdefinitivamente. Pianse senza nemmeno saper come aveva iniziato. Poi un suono alla porta ruppe il blocco. Era Carlo che aveva portato anche delle uova e delle verdure. “Ti ho portato un po della vita di prima perchè non dimentichi chi eri e cosa stai diventando. Puoi fare tutti i soldi del mondo ma se poi resterai solo?”, gli disse. Ne segui un abbraccio e la promessa che una vita semplice, felice genuina viene prima di una promozione. Quella sera Giacomo dopo due anni si sentì di nuovo a casa.

Stefano Delle Cave