“Coma”, una racconto dedicato alla Giornata nazionale dei risvegli

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo letterario di StoryLine. Oggi ricorre in Italia la Giornata nazionale dei risvegli dedicata alla riflessione sul coma umano, sulle sue cause e suoi i suoi danni. Abbiamo dedicato il racconto di oggi a questa giornata ispirandoci ad alcune storie realmente accadute

Marta era stretta e protetta dalle sue braccia che per nessuna ragione l’avrebbero lasciata. Cosi Carla tentò di proteggere la figlia negli ultimi istanti prima di un grave incidente mentre un autobus veniva addosso alla sua auto. Si rese conto in quegli ultimi secondi che le scorrevano nella mente i ricordi più belli. Forse era davvero finita o quello splendido giardino fiorito dove si trovava adesso era quel coma di cui molti medici parlavano alla tv. Carla non ci pensò poi tanto cercando di capire piuttosto dove fosse finita Marta. Magari era lì vicino, magari fra qualche secondo le avrebbe regalato uno dei magnifici fiori che spuntavano dal prato.

Coma, essere madre e figlia

Lo spot della Giornata nazionale dei risvegli, fonte Risvegli Tv

Marta guardava Carla distesa inerme in coma su un letto di ospedale attaccata ad un respiratore. La madre si trovava in quello stato da 20 anni eppure ogni giorno per Marta sembrava quello in cui si sarebbero riviste. Aveva girato con Carla diversi ospedali fino a finire in ultimo centro per persone in stavo vegetativo. Non si era mai data vinta nonostante le dicessero che ormai non c’era più nulla da fare. Marta ogni volta si stringeva a se ricordando la madre chiamarla per l’ultima volta prima dell’impatto. In cuor suo era come se le madre le avesse chiesto aiuto per questo ancor di più non voleva lasciarla andare come tutti chiedevano a gran voce.

Carla bagnò le labbra in un ruscello d’acqua dell‘eden dove era finita. Aveva iniziato a cercare Marta poi si era lasciata distrarre dalla natura attraente. Ora un pianto di un bambino stava richiamando la sua attenzione. Corse a perdifiato di fronte a lei fino a quando non si trovò in un radura dove c’era una bambina che giocava tirando alcuni sassolini in uno stagno. Per un attimo pensò a Marta poi si rese conto che era qualcun altro avvicinandosi finchè non capì. Aveva ritrovato se stessa da piccola riscoprendo il candore di una volta. Decise di non soffermarsi e di andare oltre cercando ancora la sua piccola.

Ti cercherò ancora

Marta truccò delicatamente il viso di Carla dopo averglielo accuratamente rinfrescato. Lo faceva spesso affinchè la madre non perdesse la sua bellezza e continuasse a vivere una vita normale nonostante il coma. Era anche un suo modo per dirle che non se ne era mai andata dalla sua vita ma lei era sempre li in attesa del suo ritorno. Sognava quel momento in cui si sarebbero riviste in cui magari la madre avrebbe visto che bella donna era oggi la sua bambina e quanta strada aveva fatto per poterla riabbracciare. Sicuramente, Mara pensava, avrebbero pianto di gioia tutte e due perchè non si sarebbero mai più lasciate.

Carla continuò insistentemente a camminare. Oltrepassati gli alberi si ritrovò nei pressi di una montagna. Ai piedi, accanto ad un fiume con una casa in lontananza, c’era una donna che gli sembrò francamente di conoscere. Era se stessa come era prima dell’incidente. “Puoi restare qui se vuoi”, le disse la donna, “qui l’aria è fresca e c’è una casa bellissima per noi due in riva la fiume”. “Sto cercando Marta, l’hai vista?”, chiese Carla. “Che ti importa ormai alla sua vita”, le disse la donna mostrandole un ‘immagine nel fiume, “ora è grande”. Carla si rese conto del tempo che era passato e pianse rassegnandosi poi sentì chiamare. “Mamma” diceva una voce dall’alto della montagna. Carla capi che non poteva che trattarsi di Marta per questo decise di salire a vedere.

Epilogo

I medici erano ormai decisi a staccare la spina ma Marta non si dava, nonostante tutto, per vinta. Cominciò a stimolare fisicamente la madre e a chiamarla insistentemente. Carla si arrampicò sulla montagna inseguendo la voce disperata della figlia . Non riusciva a credere che fosse tutto finito quando improvvisamente perse l’appiglio e scivolò. Marta continuò a piangere e a chiamare la madre nonostante i medici le dicessero di calmarsi ma lei non voleva arrendersi e continuò imperterrita. Carla si riprese e si rimise a risalire finchè non arrivò in cima dove c’era l’immagine delle figlioletta che le tendeva la mano. Marta ormai si stava per avvicinare ai medici per chiedere di finire tutto quando una mano prese la sua. Carla avevo aperto gli occhi e Marta si rese conto di aver ritrovato sua madre.

Stefano Delle Cave