Una frase all’altezza delle sue origini democristiane, quella con cui ieri, Enrico Letta, ha fatto irruzione sulla scena politica. “Basta con i tatticismi, si necessita di trovare un nome condiviso, super partes e senza forzature” ha dichiarato il leader del Partito Democratico. Sette anni quelli del mandato di Mattarella, sette anni la scadenza naturale dell’incarico di Presidente della Repubblica eppure, nel bel mezzo delle votazioni, ancora non siamo arrivati a trovare un nome adatto per il nuovo inquilino del Quirinale.
Votazioni, previsto per oggi il vertice di PD, M5s e LeU
Previsto per oggi il vertice di Pd, M5s e LeU, che si incontreranno per individuare qualcuno che possa svolgere il ruolo di Capo dello Stato. Si parla di trovare un nome che possa essere condiviso anche dal centro-destra, ma la rottura tra i due schieramenti politici è talmente evidente che pare impossibile trovare una soluzione comune ai vari partiti. Da non mettere in secondo piano il ruolo dei cosiddetti franchi tiratori, cioè di coloro che, approfittando di uno scrutinio segreto, non seguono le indicazioni del proprio partito. Infatti, c’è una controtendenza rispetto al passato: se una volta ci si batteva per arrivare a una classe politica formata dal minor numero di schieramenti, adesso sembra che ci sia la tendenza opposta, quella di avere il maggior numero di partiti, che tra l’altro, presentano al loro interno delle spaccature che li portano a una ancor maggiore frammentazione delle opinioni.
Intanto, là fuori, senza voler cadere nel populismo (parola spesso fraintesa), mentre scherzosamente i grandi elettori scrivono sulle schede nomi di personaggi dello spettacolo, i cittadini italiani cercano di farsi strada per arrivare a fine mese, con aumento delle bollette, disoccupazione dilagante e problemi sociali connessi.
Michela Foglia
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