Il 10 Giugno 1926 morì Antoni Gaudì, uno dei più importanti architetti spagnoli vissuti a cavallo tra il XIX e XX secolo. Egli venne definito da Le Corbusieur come il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro” e dalla storia come “architetto di Dio” poiché credeva che il lavoro dell’architetto fosse quello di esprimere il volere di Dio mediante la progettazione di lavori che valorizzassero la natura. Le sue opere architettoniche sono ancora oggi ricordate in tutto il mondo: sette delle sue creazioni situate nella città di Barcellona sono inserite dall’anno 1984 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Antoni Gaudì, l’architetto di Dio: stile e opere
“Non so se stiamo dando questa titolo a un folle o a un genio; solo il tempo lo dirà.”
Queste furono le parole pronunciate dal direttore della sezione di architettura durante la cerimonia di laurea di Gaudì all’Università di Barcellona. Il genio dalle creazioni folli di stampo biomorfico era solito usare la natura come mezzo di interazione con il Divino.
“Quelli che fanno riferimento alle leggi di Natura, come supporto ai propri lavori, collaborano con il creatore”.
Antoni Gaudì
Convinto di essere anch’egli parte della penna della creazione, Antoni non si elogiò mai, non credeva di essere pioniere di qualche novità universale, ma seguiva le regole del Design e le stravolgeva in base ai suoi ideali e al suo cuore. Il suo spirito artistico diede vita al modernismo catalano, anche definito come “Art Nouveau Spagnolo”. Esso definì perfettamente il senso di identità catalano. Le sue caratteristiche artistiche erano: l’uso della natura e soprattutto l’utilizzo delle linee curve.
“La linea retta appartiene all’uomo, la linea curva a Dio”.
Antoni Gaudì
L’amore per la natura e per Dio iniziarono a nascere in lui quando era ancora un bambino. Le sue opere da ricordare furono: Casa Vicens (situata nel quartiere Gràcia) fu la sua prima opera importante, Park Güell un parco pubblico ricco di giardini a Nord di Barcellona, Casa Batllò fu una sfida per Antoni che dovette rimodernizzare un vecchio palazzo, e ovviamente la Sagrada Familia, la chiesa dedicata alla Sacra Famiglia (Gesù, Giuseppe e Maria).
La Sagrada Familia
Il progetto della Sagrada Familia lo iniziò quando era un trentenne, e fino alla sua morte continuò ad essere il suo lavoro più importante, la sua missione. La chiesa dallo stile neogotico fu invasa dalla forma architettonica “Gaudiana” intrisa di elementi naturali e linee curve, mai uno spigolo o una linea retta. Fu molto meticoloso, tanto da utilizzare animali vivi e uomini veri per costruire stampi da riempire di gesso; tuttavia decise di abbandonare tale metodologia dopo aver quasi portato alla morte uno dei suoi aiutanti.
Questa ambiziosa opera, purtroppo, non trovò mai fine: Gaudì morì accidentalmente investito da un tram. Tutt’ora la Sagrada Familia risulta incompiuta. La Guerra Civile Spagnola degli anni Trenta distrusse molti dei mezzi rimasti dal genio folle. Negli ultimi anni, grazie alla tecnologia dei computer, è stato possibile portare avanti la costruzione esattamente come i progetti originali di Gaudì. La Sagrada Familia dovrebbe finalmente trovare la sua pace nel 2026, quando sotto la guida dell’architetto Jordi Fauli, dovrebbe essere terminata.
Giusy Celeste