In questo periodo storico, in seguito al caso di Caivano, si sta discutendo molto di omosessualità e transgender. La stampa è stata accusata di “misgendering”, l’uso improprio del linguaggio riferito al genere o all’orientamento sessuale di una persona. Nel mondo dell’arte “omosessualità” e “transgender” sono temi ricorrenti ma vengono trattati diversamente. Dunque cosa distingue l’arte dalla comunicazione sui social e sui giornali?
L’arte, forse senza esserne sempre cosciente, riflette la società. Elabora la contemporaneità in modo molto differente rispetto ai media e lo fa in modo trasversale ovvero attraversando il tempo. Dall’altra parte i media, spesso conducono al dibattito su temi sociali “caldi” solo in seguito ai fatti di cronaca del momento. I media, al contrario dell’arte, puntano sull’istante.
Arte e transgender, una visione senza tempo
L’arte è propositiva, prende posizione ma lasciando che il dibattito non muoia mai. Guardando alcune opere che trattano più o meno direttamente l’identità di genere, se ne comprende il valore sociale. Si potrebbe per esempio citare la retrospettiva su Wahrol aperta quest’anno alla Tate Modern di Londra. Una sezione della mostra è dedicata a Ladies and Gentlemen, serie di 10 serigrafie che ritraggono trans in coloratissime pose.
La stessa espressività e nonchalance si ritrova dei dipinti di Gerda Wegner, pittrice danese della prima metà del 900. I suoi lavori sono stati sotto i riflettori grazie al film The Danish Girl, basato sulla vera storia della trasformazione di suo marito da Einar Wegener a Lili Elbe, prima donna transgender a essersi sottoposta all’intervento di riassegnazione sessuale. Gerda ritrasse continuamente Lili, donandole l’immortalità come donna.
Incarnare la bellezza
La fotografia ha più volte raccontato la bellezza dei corpi femminili e maschili fuori dagli schemi. Per citare uno dei più grandi fotografi del XX secolo, Helmut Newton ha immortalato un universo fatto di gambe chilometriche in tacchi a spillo eppure carico di una possanza virile. Sono esseri fluidi che incarnano la sensualità maschile e quella femminile allo stesso tempo.
L’arte dunque sa incarnare la bellezza dei corpi oltre le definizioni di genere. Provoca e spinge ad andare al di là della pura immagine per comprendere la storia che emerge dalla tela o dalla pellicola. Porta a riflettere sui canoni e ad accettarli, sia che vengano rispettati che contestati. E nel mare delle polemiche passeggere sollevate dai casi di cronaca, l’arte assume il ruolo di centrare il nucleo delle cose per mostrarlo in tutta la sua verità.
di Flavia Sciortino
Seguici su