Augusta: il paradiso dei mancini

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Un percorso infernale, fuoco e fiamme tra le magnolie che non bruciano mai. In questi inferi però il Diavolo aiuta chi ha appreso qualcosa da lui, dandogli una mano precisa: la sinistra, la sua.

13, il numero di giocatori che hanno vinto sul PGA Tour swingando con la buca alla loro destra. Solo il 5% dei giocatori è mancino ma ciò nonostante Augusta sbugiarda la legge dei grandi numeri, perchè per ben sei volte negli ultimi 17 anni il Masters lo ha vinto un giocatore sinistro.

Vantaggi ad Augusta

L’errore più comune dal tee è lo slice, una palla troppo tagliata dagli amateur e di rado affettata in modo sbagliato dai Pro. Un errore banale (che tuttora mi vale il soprannome di “Sockettaro”) ma che padroneggiato si trasforma nel “Fade”, il colpo più estetico del golf.
Ad Augusta ci sono diversi tee-shot che premiano il fade mancino mentre costringono i destrorsi in un più impegnativo draw (palla che gira da destra verso sinistra). Già dalle prime battute si intuisce che il percorso sia più semplice (o meno impossibile) per giocatori con la mano, per lato e talento, di Watson o Mickelson.

Prime 9

Nelle prime 9 buche troviamo subito tre dogleg verso sinistra per “gran gioia” dei destrorsi amanti del fade.

  • Buca 2, par 4: leggera curva verso sinistra che serve alle statistiche ma che non facilita nè irrita sia destrosi che mancini. Il destro Oosthuizen non si è fatto problemi ad imbucare l’unico Albatros della storia del Masters mentre David Duval nel 2006 ne è uscito con un poco onorevole +6
  • Buca 5, par 4: curva poco più pronunciata a sinistra con due bunker sulla sinistra a 300 yards, trappola per tutti ma soprattutto per i lunghi destrorsi. Con il talento di Nicklaus poi poco cambia quale mano si usi: due eagle in due giri consecutivi nel 1995 per l’orso d’oro.
  • Buca 9, par 4: corridoio stretto con curva a sinistra, incubo per chiunque senza distinzione. In caso di fade mancino però si può avere un secondo colpo senza i bunker in linea d’aria.
Buche Augusta
Buche 2, 5 e 9 dell’Augusta National
Photo Credit: www.cbssports.com

Seconde 9

I veri vantaggi iniziano nella seconda parte del percorso dove tre colpi in buche fondamentali risultano più abbordabili per l’estro mancino:

  • Buca 10, par 4: seconda buca più difficile del campo con 495 yards. Accorciabile solo per chi scollina un punto nel fairway, miraggio non tanto fantasioso se si è mancini e si riesce a tagliare la palla (come Mickelson stesso ammette).
  • Buca 12, par 3: con il green corto a sinistra e lungo a destra la buca 12 si presta alla dispersione del colpo di un mancino. Invece la dispersione di un colpo destrorso è deleteria: il “Push” accorcia la distanza e porta all’acqua, mentre il “Pull” la allunga in posizione difficile a sinistra.
  • Buca 13, par 5: buca più facile del campo in cui un colpo dritto mette tutti d’accordo. Però per gli amanti delle curve su pista verde il fade mancino (e accorto) fuga ogni dubbio su una possibile passeggiata negli alberi di sinistra… rimandabile in altri luoghi meno suggestivi di Augusta ma sicuramente più clementi.
Buche Augusta National
Buche 10, 12 e 13 Augusta National
Photo credit: www.cbssports.com

Augusta

Il campo di Augusta è una mistura tra bellezza e tentazione: desiderio di provare a domarlo con il rischio di affondare, arenarsi o anche di colpire la pigna di un albero ingiusto. La mano sinistra giunge però in aiuto, saprà tracciare meglio la rotta verso il tesoro: una semplice giacca verde.

Per altri articoli sul golf clicca qui