Riconosciuto come uno dei più importanti autori di fumetto italiano del Novecento, Jacovitti è stato un fumettista molisano del secolo scorso. Tra i suoi celebri personaggi ricordiamo Cocco Bill, Cip l’arcipoliziotto, romanzi grafici come Kamasultra, e il famoso Diario Vitt. Ciò che lo ha reso così popolare negli anni Sessanta è stato lo stile peculiare e personalissimo delle sue realizzazioni. Alcuni esempi sono la caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi e affettati, i serpenti e i lumaconi.
Gli esordi di Benito Jacovitti
Già nel 1939, appena sedicenne, Benito Jacovitti esordì come autore, pubblicando vignette umoristiche per la rivista satirica fiorentina Il brivido. Le vignette consistevano in tavole a pagina intera piene di gag, di cui la prima, La linea Maginot, ironizzava sulla guerra. Nel 1940 disegnò la storia a fumetti Pippo e gli inglesi. Questa storia lo fece subito notare. Gli procurò la collaborazione quasi trentennale per il settimanale Il Vittorioso dell’Editrice Cattolica AVE, che l’avrebbe reso noto in tutta Italia. Su Il Vittorioso disegnò decine di personaggi di sua invenzione, come la signora Carlomagno, Mandrago il mago e l’onorevole Tarzan.
Dalla fine degli anni quaranta collaborò anche con Il travaso delle idee, nel quale, insieme a Federico Fellini, diede luogo alla storia anticomunista “due compagni” che dovette abbandonare per resistenze da parte dell’editrice AVE del Vittorioso. “Il grande Jacovitti – gli dissero – non può collaborare con un giornaletto del genere”. Quindi Jacovitti continuò con lo pseudonimo di “Franz”
E’ nel 1957 che incominciò a collaborare con il Giorno dei ragazzi, pubblicando alcuni dei suoi personaggi più famosi come Cocco Bill, Gionni Galassia, per poi passare per un decennio sul Corriere dei Piccoli e sul Corriere dei ragazzi. In quest’ultimo pubblicò altri personaggi di successo come Zorry Kid, Jack Mandolino, Tarallino e molti altri. Cocco Bill era l’unico personaggio dei fumetti del quale si potevano vedere i cartoni animati nelle pubblicità televisive.
Gli anni Sessanta
Nella seconda metà degli anni Sessanta tenne una rubrica fissa sul settimanale L’Automobile, incentrata sul personaggio di Agatone, ovvero una parodia dell’automobilista medio. Proseguì anche il lavoro con il Corriere dei Piccoli dal 1968 al 1982. All’interno di questo diede vita a Zorry Kid e Jak Mandolino – personaggio ripreso dal Vittorioso e modernizzato dalla presenza della spalla Pop Corn. Inoltre diede vita a Tarallino, Checco e continuò con la pubblicazione di Cocco Bill.
Nell’ultimo periodo della sua attività ha illustrato il libro Tredici favole da raccontare di Lucia Spezzano. Il maharaja e il saggio, La lepre e la talpa, Il rospetto dello stagno incantato, ecc., ideati da Lucia Spezzano, sono stati gli ultimi sui quali si è impegnato realizzando tredici tavole in ciascuna delle quali concentrò un’intera favola in una sola immagine.
Lo stile
Dal punto di vista stilistico, Jacovitti subì l’influenza di Elzie Crisler Segar, inventore di Braccio di Ferro, e quella dell’autore svizzero Walter Faccini. Sebbene il tratto sembri realizzato di getto, si rivela, ad un’attenta osservazione, realizzato per piccoli frammenti e con grande cura. Ogni linea delle tavole di Jacovitti appare ripassata più volte con un tipico tratto estremamente fine. L’originalità e cura dei suoi disegni è testimoniata dal successo futuro del fumettista. Lo “stile Jacovitti” ha ispirato molti fumettisti successivi, tra cui il famoso Francisco Ibanez, molto noto in Spagna per aver ideato e creato i personaggi di Mortadelo y Filemon.
Una piccola curiosità. Perchè il suo soprannome è sempre stato Lisca di pesce? Fu l’esile corporatura del giovane Jacovitti agli esordi a suggerirgli questo appellativo. E’ questo soprannome che lo portò a firmare le sue tavole con una lisca di pesce. Con gli anni ingrassò, ma mantenne l’uso della lisca di pesce come firma, affermando:
“Forse dovrei passare a un grosso pesce o a una balena, ma da giovane ero davvero allampanato e magrissimo“.
Di certo Benito Jacovitti, considerato l’anti-Disney nel secolo scorso, è stato un grande innovatore nel panorama fumettistico, come disegnatore e come conoscitore della realtà sociale e storica del tempo. Rimarranno di lui vignette simpatiche, grottesche, e a volte di celato spessore morale.
Francesca Orazi
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