Bjorn Borg, il controverso campione venuto dal freddo

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Di Danilo Comparelli

Per le generazioni più giovani Bjorn Borg è un nome associato ad un passato mitico. L’eco di un tennis lontano reso leggenda dai racconti. I più fortunati tra questi possono ricordare di averlo visto in campo nei primi anni 90 quando tentò di rientrare nel giro, un decennio dopo il ritiro e con tante vicissitudini in più alle spalle. La sua immagine con in mano una vecchia racchetta di legno come quelle che si usavano ai suoi tempi (anche se fu uno dei primi ad adoperare anche la plastica e la grafite per la struttura della racchetta) resta come definitivo malinconico saluto di uno dei più grandi tennisti della storia. E’ stato capace di cambiare per sempre questo sport e di imporre, forse per la prima volta, l’idea del campione robot, tutto cervello e freddezza, calcolatore e spietato.

Borg, un campione obbligato a vincere

Bjorn Borg compie oggi 64 anni, su di lui si è consumato tanto di quell’inchiostro che risulta difficile aggiungere ancora qualcosa. Ha addirittura ricevuto l’onore di vedersi dedicare un film. Soddisfazione, questa, da dividere con l’eterno rivale McEnroe, poichè attraverso la celebrazione di uno dei match più belli e importanti della storia, la pellicola mirava a scandagliare l’animo di due personalità così diverse in apparenza ma molto simili nel profondo. Ci si spinge forse troppo oltre nell’immaginare che persino la caratterizzazione dei sinistri ‘borg’ di Star Trek sia derivata dal campione svedese. Eppure questi imperscrutabili cattivi che mirano a realizzarsi come razza perfetta hanno tanto in comune con la perseveranza con la quale Borg cercava di migliorarsi.

Bjorn Borg compie 64 anni, photo credits Bridgeman Images
Bjorn Borg compie 64 anni, photo credits Bridgeman Images

Quella di Borg è una storia di straordinari successi, trofei sollevati sul campo da tennis, deliri di fan appassionati al suo solo apparire. Ma è pure la storia di un ragazzo ossessionato dal successo e dalla volontà di primeggiare. Come spesso accade, il risvolto della medaglia si affaccia tra le pieghe del racconto e propone molteplici letture. Il chiodo fisso, la smania di salire sul tetto del mondo lo ha condotto velocemente in vetta alla classifica mondiale, ma è costata allo svedese la perdita dell’innocenza, della necessaria serenità per vivere il suo ruolo di primo della classe. Man mano che conquista trofei, contestualmente sale anche lo stress e la paura di non vincere più. Tutta questa ansia accumulata verrà sfogata in un decennio di eccessi al termine della sua breve carriera

La doppia vita di Bjorn Borg

Wimbledon in particolare era il palcoscenico sul quale fin da bambino ha sempre ardito brillare. E ci è riuscito a dispetto di una superficie, l’erba, certamente poco adatta alle sue caratteristiche. Proprio malgrado l’erba, o forse invece proprio in virtù dell’erba, il major londinese vinto 5 volte di fila è il risultato che più di ogni altro viene in mente quando si parla del tennista svedese. Eppure Borg ha vinto 6 volte al Roland Garros. Addirittura dal quarto di finale del 1976 non ha più perso a Parigi. Quella volta il giustiziere di Borg fu il nostro Adriano Panatta. Un incrocio sportivo che sarà preludio di un rapporto di amicizia e complicità che i due tennisti coltiveranno per anni.

Bjorn Borg compie oggi 64 anni, photo credits Michael Cole
Bjorn Borg compie oggi 64 anni, photo credits Michael Cole

Sarà proprio Adriano a presentare all’amico Loredana Bertè. La cantante all’epoca fidanzata dell’azzurro, instaurerà più tardi con Borg un rapporto intenso e tormentato. A questo periodo risalgono i pettegolezzi che, veri o presunti tali, hanno tenuto Borg al centro delle prime pagine anche dopo il termine della sua carriera agonistica. Molte di queste indiscrezioni le ha alimentate la stessa Bertè nella sua autobiografia.

Inutile ribadirle perché sono ben note e perché non rendono onore al grande campione che si intende celebrare. Quello che interessa è solo rimarcare come il tennista abbia trasformato la propria immagine di algido vincente. Come se dopo aver smesso di giocare avesse potuto calare la maschera che lui stesso si era costruito. Come se l’esuberanza frustrata della giovinezza gli fosse piombata addosso tutta insieme una volta privato delle responsabilità. E questo shock fosse stato troppo difficile da gestire.

L’eredità di un personaggio fuori dal comune

Gli appassionati di tennis si sono divisi sul suo conto nonostante gli innegabili successi. Ha avuto una schiera di fan inossidabile ma anche tanti detrattori. L’amico Adriano Panatta gli rimprovera di aver distrutto il tennis; per un esteta del gioco come lui vedere questo ghiacciolo biondo non schiodare da fondo campo se non costretto dalle circostanze doveva equivalere ad una fitta al cuore. Ma 5 Wimbledon consecutivi e 6 Roland Garros, alcuni di questi senza perdere un set, più una Coppa Davis, due Internazionali d’Italia e tanti altri tornei non si vincono per caso. Difficile dire che Borg abbia rovinato il tennis, certamente lo ha cambiato e, insieme ai compagni di celebri battaglie come McEnroe, Connors e Nastase, lo ha reso più glamour. La passione per lo stile e la moda accompagna la sua vita anche fuori dal campo dove lancia una linea di intimo e abbigliamento sportivo che porta il suo nome.

Bjorn borg compie oggi 64 anni, photo credits Leo Mason, Getty Images
Bjorn borg compie oggi 64 anni, photo credits Leo Mason, Getty Images

L’emblema del personaggio Borg è però una sconfitta. Dolorosa e necessaria. Dolorosa perché per uno che si costringeva al successo la sconfitta non era mai prevista. Necessaria perché solo allora avrebbe smesso di pretendere da se stesso l’infallibilità. Quando Bjorn si presenta sul centrale di Wimbledon nel 1981 è atteso da McEnroe. Doveva essere la rivincita dell’anno precedente e sembra quasi che lo svedese si trovi di fronte al suo aguzzino e lo preghi di non indugiare.

Borg veniva da 5 edizioni consecutive vinte e non ce la faceva davvero più. Aspettava da tempo qualcuno che lo liberasse da quella costrizione. Era già convinto di averlo trovato l’anno precedente. Ma forse ancora non era arrivato il momento giusto. Ancora l’equilibrio tra la sete di vittoria e il desiderio di libertà pendeva a favore della prima. Quel 4 luglio del 1981, però, finalmente il destino si compie. Borg è sconfitto, Borg è vivo.