La casa Bottega veneta per le Feste promuove, sostiene ed aiuta gli artigiani italiani mettendo i prodotti delle Botteghe in vetrina, al posto dei suoi accessori trendy.

La campagna Bottega for Bottegas è stata pensata per le Feste 2021. Il nome stesso della casa di moda “Bottega” Veneta, girà intorno ad un marketing che rimanda in se all’artigianalità made in Italy pura. Il lavoro manuale è un valore condiviso dalle creazioni della Maison e da chi, da secoli, ne ha sempre fatto la sua forza e la sua bandiera: le piccole entità artigiane d’eccellenza dislocate sul territorio, che attirano da sempre sia gli italiani, ma in particolar modo i compratori esteri.

Sono tanti i prodotti riportati sul sito del Brand che vanno a sostituire i modelli di alta moda

Ciò che vediamo nelle vetrine addobbate non sono le borse o le scarpe del brand, ma confezioni di basta, biscotti, strumenti musicali (batterie), mosaici, cioccolatini, vini, gin, olio, sapone, riso, ceramiche ed addirittura carta. Per ogni prodotto è specificato da quale bottega provengono i prodotti con una piccola e personale didascalia, con tanto di link per il loro sito ufficiale. Questo progetto rende sicuramente un’alta visibilità mondiale ai prodotti italiani di nicchia grazie agli spazi pubblicitari, al sito web, della newsletter, dei murales e dei negozi di Bottega Veneta (i punti nevralgici dello shopping coinvolti, Milano-via Montenapoleone, Roma-via dei Condotti e Venezia).

Lo scopo? «Evidenziare la loro eccellenza a livello globale» spiega Bartolomeo Rongone, ceo di Bottega Veneta. In un momento in cui da un lato le botteghe continuano ad essere colpite dalla pandemia, e dall’altro si avvicina il Natale 2021. Un video spiega nel dettaglio l’iniziativa: «Essendo nati come bottega, abbiamo ritenuto importante sviluppare un progetto volto a sostenere altre Botteghe italiane. Di straordinario valore per il nostro paese, queste botteghe incarnano il meglio della creatività italiana, sia in patria che all’estero e meritano di essere conosciute in tutto il mondo».

Enrica Nardecchia