Femminicidio: l’emergenza italiana di cui si parla ancora troppo poco | BRAVE GIRLS

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Di Maria Paola Pizzonia

Ennesimo caso di femminicidio in Italia: siamo in Sicilia, a Mazara del Vallo. I dati sono allarmanti.

Rosalia Garofalo, donna siciliana di 52 anni, è stata trovata morta in casa sua, il 29 gennaio: era stata picchiata a morte dal marito, Vincenzo Frasillo, per tre giorni e tre notti, finchè l’aguzzino stesso non ha avvisato il 118, quando la moglie era già in fin di vita. La parte più dolorosa di questa storia non è tanto il tragico epilogo, quanto ciò che lo precede: Rosalia aveva già denunciato tre volte la violenza del marito, e aveva anche alle spalle un tentativo di fuga in un centro anti-violenza. Tutto ciò non è bastato a portare in salvo la donna dai deliri paranoici e violenti del marito, ossessionato dalla fedeltà coniugale della moglie. 

Dobbiamo dire BASTA al Femminicidio:

Non possiamo continuare a ridurre storie come quella di Rosalia a storie di vittime di follie isolate: il problema del femminicidio in Italia ha raggiunto dimensioni tali da essere un problema storico-sociale e non solo relegato alla cronaca nera. Basti pensare al fatto che il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione all’anno giudiziario, ha parlato dei femminicidi come “emergenza nazionale“. In Italia, infatti, mentre gli omicidi sono in netta diminuzione, i femminicidi rimangono pressochè stabili, secondo i dati di Giovanni Salvi, per cui “le donne uccise sono state 131 nel 2017, 135 nel 2018 e 103 nel 2019”, la maggior parte in contesti familiari e di coppia. Sono dati destinati tristemente ad aumentare finchè non ci saranno leggi più tutelative nei confronti delle donne vittime di abusi e verranno strappate dal territorio realtà come la casa Lucha y Siesta di Roma, continuamente sotto minaccia.

Numeri allarmanti:

Purtroppo Rosalia non è sola in questa tragedia sociale: sono state individuate cinque vittime in due giorni, una donna uccisa ogni dodici ore. Sei in una settimana. E il corpo di un’altra trovato a più di un mese dalla sua scomparsa. Stiamo parlando di massacro iniziato con il 2020. Niente a che fare con i “maschicidi” tirati in ballo dal giornale “Libero” un paio di giorni fa, in quanto sì gli omicidi su uomini sono maggiori ma – attenzione – non sono commessi da donne e, soprattutto, le dinamiche interne non sono speculari a quelle di questi cruenti omicidi.

Alcune foto delle vittime di Femminicidio – fonte: google

Le vittime:

La cronaca di questi due giorni racconta di una strage. Le prime della lista sono Rosalia Mifsud e Monica Diliberto, madre e figlia. Il duplice femminicidio, è avventuto provincia di Caltanissetta. Quando lei ha respinto il compagno, lui ha sparato prima alle due donne e poi si è suicidato. Fatima Zeeshan avrebbe dovuto partorire tra qualche settimana. L’hanno trovata morta nella sua casa a Versciaco in Alta Val Pusteria, in Alto Adige. É stata aggredita a calci e pugni, dicono i medici legali, e poi forse soffocata. Il compagno della vittima, di 38 anni, è stato fermato. Ora si trova nella casa circondariale di Bolzano. Speranza Ponti era scomparsa a metà dicembre, il suo corpo è stato ritrovato dai carabinieri nell’area residenziale che comprende il Resort Vista Blu. Il luogo è stato individuato dopo l’interrogatorio del fidanzato della cinquantenne, ora in stato di fermo nel carcere di Bancali, a Sassari.

Brave Girls a supporto delle realtà romane per la parità di genere:

La realtà BRAVE, in continua crescita, si presuppone di proporre un contenuto strutturato e politicamente impegnato nelle lotte sociali e di genere, trovandoci in un momento storico molto difficile. Nonostante i dati nient’affatto rassicuranti la legittimità del femminicidio è ancora messa in dubbio e non si prendono misure cautelari adeguate. Questo porta ad una reiterazione del problema che mette in pericolo tutt* noi. In pericolo sì fisicamente, ma anche in quanto società, alla quale non viene permesso di progredire. La distinzione tra un omicidio conseguito per un fine specifico (come il femminicidio) permette di isolarne le cause e risolvere il problema. La polemica sulla legittimità risulta quindi sterile: a meno che non si analizzano i motivi che spingono una parte della società a non voler riconoscere il problema. Attraversiamo un periodo complicato, nell’abbattimento del patriarcato. Non solo per quanto riguarda un appiattimento delle tematiche di dialogo, ma anche nel pratico. Con i rischi di sgombero di realtà come La casa delle Donne, che offre una consulenza ginecologica gratuita per problematiche di ogni genere (per non parlare di corsi, seminari, progetti). Altra realtà è Lucha Y siesta (sempre parlando delle realtà romane).

In conclusione:

Purtroppo non si lascia lo spazio necessario per una corretta discussione del problema, che non può essere affrontato finchè non se ne riconosce l’urgenza. Più che mai adesso è necessario formare culturalmente la società alla comprensione del fenomeno: è il solo modo per poterlo affrontare e finalmente risolvere questo crescente numero di vittime. Noi BRAVE GIRLS spiegheremo in un articolo futuro cosa s’intende con Femminicidio e perchè si tratta di un importante fenomeno sociale.

Articolo di: Gaia Pollastrini e Rae Mary
Editing: Rae Mary
Artwork: Rae Mary

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