Brian Molko: i Placebo e gli ultimi ribelli del post-punk

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Di Alessandro Carugini

Un ragazzo pallido, ambiguo ed enigmatico. Occhi scuri, sguardo tagliente, capelli neri né corti né lunghi. E’ l’identikit di Brian Molko, carismatico leader e cantante dei Placebo. Festeggiamo oggi il suo compleanno. Una vita vissuta tra rock e scandali che andiamo a ripercorrere attraverso i brani più popolari ed iconici della band inglese.

Brian Molko ed i Placebo

Nato a Bruxelles da padre statunitense di origini italo-francesi e madre scozzese il 10 Dicembre del 1972. Brian ha frequentato prima la Scuola europea della capitale lussemburghese, che lascia a causa del bullismo, e poi l’American International School of Luxembourg. Qui incontra uno studente di nome Stefan Olsdal. Dopo il diploma Brian decide di trasferirsi a Londra per studiare al Goldsmiths College, dove si laurea in teatro e arti drammatiche nel 1993. Stefan e Brian si rincontrano casualmente nella capitale inglese presso la stazione della metropolitana di South Kensington e decidono di formare una band insieme a Robert Schultzberg poiché Steve Hewitt (futuro batterista dei Placebo dal 1996 al 2007 e verrà poi sostituito da Steve Forrest) è impegnato con un’altra band. Siamo nel 1994 e nascono i Placebo.

L’importanza di David Bowie per Brian Molko

I Placebo inizialmente calcarono piccoli locali con un pubblico massimo di 300 persone. Ma a Bowie questo già bastava, perché quando ascoltò il loro sound irriverente e moderno li volle all’apertura dell’Outside Tour, dopo che la sua prima scelta, il cantautore Morrissey, aveva preso la febbre. Per i Placebo fu la svolta: avevano David Bowie accanto a loro 24 ore al giorno, che li spronava, insegnando i trucchi del mestiere. Per Brian fu un vero e proprio shock emotivo lasciarsi guidare dal suo mito. I Placebo forgiarono così la loro musica, che sarebbe esplosa negli anni a seguire con i loro pezzi indimenticabili.

Slave to the Wage

Questo pezzo, assieme a Special K, ha rappresentato il primo vero contatto tra il mondo ed i Placebo. Grazie al passaggio ripetuto del video su Mtv nei nostri pomeriggi da adolescente. In tutta onestà, la prima sensazione che la maggior parte del pubblico ebbe, non fu esattamente positiva, anzi, quei frame erano alquanto disturbanti.

The Bitter End

Una delle canzoni che hanno spinto moltissime persone a comprare immediatamente Sleeping With Ghosts nel negozio di dischi vicino casa. Un album nuovo, fresco, che a distanza di oltre venti anni, resta uno degli album più belli della band capitanata da Molko. Impossibile non farsi conquistare dalla potenza di questo brano, devastante nel suo finale e travolgente anche dal vivo.

Exit Wounds

Spesso si legge che i “veri” Placebo sono solamente quelli dei primi album, che dopo si sono “venduti” al Dio denaro, o comunque trasformati in qualcosa di troppo commerciale. Può anche darsi, ma hanno continuato a portare avanti il loro mondo artistico regalandoci molte perle anche diversi anni dopo. Loud Like Love è, senza dubbio, un album molto inferiore ai primi, ma Exit Wounds non ha nulla da invidiare ai “veri” Placebo.

Sleeping With Ghosts

La title track del quarto lavoro di Brian Molko e soci ha necessitato di più tempo per colpirci e rimanere impressa, ma quando l’ha fatto non si è più staccata dalla mente e dalle orecchie dei fans e degli appassionati di musica rock.

Special Needs

Special Needs, con la sua melodia malinconica e drammatica, fa venire la pelle d’oca a tutti, insensibili compresi! A distanza di quasi vent’anni da quella estate del 2003, resta uno dei brani più belli dell’intera discografia dei Palcebo. Un pezzo esaltante sotto diversi aspetti, e drammatico sotto altri; esattamente come la musica di Molko.

Nancy Boy

Un brano emblematico dei primissimi Placebo, quando muovevano i primi passi nell’ambiente musicale. Brian Molko e Stefan Olsdal (Steve Hewitt aveva temporaneamente lasciato il gruppo prima delle registrazioni del disco d’esordio, lasciando il posto a Robert Schultzberg, per tornare ufficialmente in pianta stabile subito dopo l’uscita di “Placebo”), nonostante la giovane età hanno creato una canzone potentissima, adrenalinica e ovviamente ambigua sin dal titolo. Una scarica rock fortissima, riempipista per lungo tempo nelle serate indie inglesi.

Broken Promises

Canzone dal forte impatto emotivo, rappresenta una sorta di ritorno a sonorità vicinissime ai primi due dischi. L’elettronica finisce per scomparire in mezzo al feedback chitarristico, le voci congiunte di Brian Molko e dell’ospite speciale Michael Stipe, suo amico dai tempi della partecipazione al film “Velvet Goldmine” invece creano un connubio affascinante quanto obliquo.

Special K

Special K è un singolo pubblicato il 19 marzo 2001 come terzo estratto dal loro terzo album Black Market Music. Il video ufficiale del pezzo è stato diretto da Howard Greenhalgh. La copertina ritrae delle mele dorate su sfondo bianco, l’iconografia suggerisce come significato i peccati e l’indecisione. Memorabile l’esibizione al Festival di Sanremo del 2001. I Placebo si sono esibiti sul palco dell’Ariston come ospiti internazionali cantando proprio questo brano. Brian Molko ha terminato la sua performance spaccando la sua chitarra contro una cassa e il suo gesto è stato oggetto di aspre critiche e fischi da parte del pubblico.

Alessandro Carugini

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