Camille Pissarro è un pittore francese tra i maggiori esponenti dell’impressionismo. Definito un “rivoluzionario” dal collega Renoir per la sua voglia di sperimentare, non è tra i più noti al grande pubblico. É proprio lui però a scrivere la lettera di fondazione del movimento impressionista. L’articolo per la Rubrica Arte di questa settimana è dedicato a lui. Dipinge con pennellate leggere i campi a primavera e in inverno con la neve, la tranquillità della aree rurali e la natura viva e vibrante dell’estate.
Pittore, autore di stampe e disegnatore, nato nelle Indie Occidentali, dove i suoi genitori, padre ebreo e madre creola, avevano un emporio. I soggetti dei suoi quadri, composizioni fortemente strutturate e dai colori vivaci, sono i dintorni di Parigi, i luoghi dove ha vissuto. Dipinge all’aperto, ma contemporaneamente medita e studia con passione. Unico artista ad aver esposto in tutte le otto mostre impressioniste tenute in Francia tra il 1874 e il 1886.
Camille Pissarro: pittore a tutti i costi
Jacob Abraham Camille Pissarro nasce il 10 luglio 1830 a St. Thomas, nelle isole Antille, all’epoca note come Indie Occidentali. il padre, Frederick Pissarro, era francese con origini ebreo-portoghesi mentre la madre, Rachel Manzano, era una creola nativa dell’isola. Studia in un collegio di Passy, nei pressi di Parigi e nel 1847, finiti gli studi, torna a Saint-Thomas per occuparsi degli affari di famiglia. Deciso a dedicarsi all’arte, nonostante il parere non favorevole di suo padre, nel 1852 fugge a Caracas, al seguito del pittore danese Fritz Melbye e, nel 1855, lascia definitivamente il Sudamerica e si trasferisce a Parigi.
Il pittore, fino ad allora autodidatta, frequenta l’école des Beaux-Arts e l’Accademie de Suisse. Durante questi anni di studio, conosce Manet, Courbet e Corot, che gli consiglia di dipingere all’aria aperta per rendere unico il suo stile pittorico. Nel 1866 però, per motivi economici il pittore lascia Parigi per trasferirsi a Pontoise, cittadina che sarà oggetto ricorrente dei suoi dipinti. L’anno successivo riceve il rifiuto dal Salon a esporre le sue opere e solo nel 1868 riesce a far partecipare due sue opere paesaggistiche. Dopo un soggiorno a Londra, costretto dall’occupazione prussiana della Francia, torna a Parigi.
Trascorre gli ultimi anni della sua vita in Belgio a causa delle sue idee anarchiche. Per una brutta malattia agli occhi è inoltre costretto a dipingere solo da casa. Muore a Parigi il 13 novembre 1903, all’età di 73 anni. A lui si deve la prima esposizione dei pittori impressionisti avvenuta a Parigi, nel 1874, in quanto fu uno dei principali organizzatori. Tale mostra ebbe luogo a Rue des Capucines, presso l’atélier fotografico Nadar e, secondo l’aneddoto noto, fu proprio in tale occasione che il critico Louis Le Roi dette a questo movimento il nome di “impressionismo”.
“Mattina di Giugno a Pontoise”, la calma della campagna d’estate
Uno dei temi preferiti da Camille Pissarro è il verde coltivato in orti e giardini. “Mattina di Giugno a Pontoise” ne è un esempio. Oggi è il 1 Giugno e quale modo migliore per celebrare l’estate che arriva se non con questo dipinto del papà dell’impressionismo. La natura e i paesaggi campestri sono comunque in generale, i temi principali degli impressionisti che potevano osservare la luce all’azione.
In questo dipinto la luce viene diffusa sulla scena grazie alle nuvole bianche che fanno da riflettori. Su tutto il quadro domina il verde, declinato nelle sue diverse tonalità. Qualche macchiolina di rosso fa intravedere dei papaveri, tipici fiori estivi. La parte superiore del dipinto, il cielo, è colorato di azzurro e bianco che sfumano tra loro per rappresentare le nuvole alte e vaporose. In prospettiva si intravedono delle donne in fila che camminano verso il punto più lontano del dipinto.
Le opere più importanti di Pissarro rappresentano tutti paesaggi rurali e la realtà contadina di ogni giorno. L’intento è quello di immortalare la bellezza e la serenità della vita di campagna e l’armonia dei campi arati e dei paesaggi boschivi. Questi paesaggi vengono ritratti dall’artista sia d’estate, periodo in cui la natura si trova al massimo del suo rigoglioso splendore, che d’inverno. Non mancano però anche scene di vita cittadina.
Pissarro amava dipingere più volte lo stesso soggetto in ore diverse del giorno, in modo da studiare come la diversa luce riesca a cambiare l’emozione, o meglio “impressione”, suscitata all’occhio umano. A contatto diretto con la natura la sua pittura si fa sempre più sciolta e luminosa. Nei suoi dipinti, l’emozione predominante che viene suscitata nello spettatore è la serenità. Tutte le sue opere tendono a infondere un senso di calma e di pace, sia per il soggetto immortalato che per la prospettiva nella quale si pone l’artista.
Ilaria Festa
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