Carnival Row: la discriminazione del mondo fantasy

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Di Redazione Metropolitan

Pensare che un’opera fantasy non possa trattare argomenti seri e reali è un’idea così sbagliata ed obsoleta. Solo perché parla di magia o di creature fantastiche non significa che non possa comunque insegnarti qualcosa o sensibilizzare e farti riflettere su temi tanto spinosi quanto importanti. La serie tv Carnival Row ne è l’esempio perfetto. Andiamo a scoprire il perché.

Carnival Row: di cosa si tratta?

Carnival Row è una serie tv dark fantasy originale Amazon Prime Video. Ambientata in un mondo che unisce la magia all’estetica tipica dell’epoca vittoriana, questa serie racconta storie di intrighi e soprusi. Il tutto coinvolgendo sia gli umani, sia le creature magiche, dette Fae. La vicenda gira intorno a due protagonisti: Rycroft Philostrate, un investigatore umano interpretato da Orlando Bloom, e Vignette Stonesmoss, una fata interpretata da Cara Delavigne. Se volete approfondire la trama di questa serie che io, personalmente, ho apprezzato molto, potete trovare una recensione qui.

Oltre ad un’atmosfera mozzafiato ed una trama intrigante, Carnival Row vuole portare sullo schermo un mondo crudo e spietato, ricco di violenze e discriminazioni. Possiamo purtroppo dire che questa serie vuole infatti far riflettere su fatti reali che hanno afflitto e che stanno affliggendo tutt’oggi la nostra società. Questa è una serie in grado di coinvolgere emotivamente gli spettatori mettendogli di fronte immagini crude e potenti, per mettere bene in chiaro che genere di mondo stiamo guardando, un mondo pieno di razzismo.

Carnival Row - photocredits: https://fueradeseries.com/
I due protagonisti al confine della zona cittadina dedicata ai Fae – credits: fueradeseries.com

Crudeltà e discriminazione anche nei fantasy

Carnival Row ci pone davanti una società in cui gli esseri fatati, i Fae, si trovano in una condizione precaria. Visti come feccia del mondo, costretti ai lavori più duri, rintanati in zone della città in cui sono costretti a vivere, i Fae sono una chiara allusione alla condizione degli afroamericani nell’America dei secoli scorsi. E ci mostra questa società in tutta la sua crudeltà, in tutto il suo modo di essere violenta e spaventosa. E non si ferma qui, perché si arriva a sviscerare anche gli aspetti più psicologici di questa situazione. Si parla dei pregiudizi che gli umani hanno nei confronti dei Fae, ma allo stesso tempo anche del modo in cui i Fae trattino tutti gli umani come dei mostri senzacuore. Ci troviamo in una società di umani che non si fa scrupoli a tagliarti fuori dai ranghi se appartieni ai Fae, così come i Fae non ci pensano due volte a tenere ogni genere di umano fuori dalla loro comunità.

Fortunatamente Carnival Row non ci mostra solo lati negativi, ci sono anche esempi di speranza tra i personaggi. Il primo è il protagonista Rycroft Philostrate. Lui è un umano innamorato di una Fae, nonché l’unico nel corpo della polizia che ha a cuore la situazione delle creature fatate. Per lui la giustizia vale per tutti e si impegna al massimo perché tutti possano ricevere lo stesso trattamento e gli stessi diritti. L’altro esempio è Agreus, interpretato da David Gyasi. Lui è un fauno, nato schiavo e divenuto libero grazie a molti sacrifici. La sua forza d’animo non la solo reso un uomo libero, bensì un ricco membro dell’alta società. In realtà lui è l’unico Fae tra i nobili, ma ciò è per lui motivo di grande orgoglio, nonostante le occhiatacce e la diffidenza che gli viene sempre riservata.

Carnival Row - photocredits:https://www.madmass.it/
Agreus ed Imogen, sua vicina di casa – credits: madmass.it

Carnival Row: Una triste e riflessiva verità

Carnival Row ci pone davanti uno sguardo intenso su quella che è la realtà, su ciò che in passato certi popoli subirono e su ciò che alcuni tutt’ora subiscono. E su ciò che bisognerebbe combattere per evitare che continui anche in futuro. Questa serie vuole fare riflettere prima ancora di intrattenere. La cura dei dettagli e lo sviluppo psicologico dei personaggi ci pone molte riflessioni. Ci fa riflettere su cosa facciamo noi per gli altri, sul nostro modo di relazionarsi. Ci fa pensare se forse, sotto sotto, i pregiudizi li abbiamo anche noi, anche se volgiamo nasconderli.
Carnival Row non è solo una serie fantasy, è molto di più. E non è certo l’unica. La prossima volta che guardate qualcosa di fantastico provare quanti collegamenti ci sono con la realtà, nel bene e nel male, perché fidatevi…ce ne sono sempre molti.

Gabriele Bruni

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