Catcalling: la ribellione delle donne alle molestie verbali

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Di Redazione Metropolitan

Ci sono situazioni in cui dei complimenti si trasformano in una vera e propria molestia. È il caso del catcalling, un fenomeno sempre più diffuso diventato in molti Paesi un autentico reato. Su Instagram le pagine dedicate a tale fenomeno, molto diffuso e soprattutto sottovalutato, spinge le donne a ribellarsi e porta a discuterne nel modo più ampio possibile.

Catcalling- Photo credits: Popolis

Il catcalling è una tipologia di molestia verbale che delinea quei “complimenti” che sconosciuti si sentono in diritto di rivolgere alle donne per strada. Sono commenti che vanno dal “ciao bella”, al fischio, sino ad arrivare alla volgarità, talvolta anche marcatamente esplicita. Ogni donna ha provato almeno una volta nella vita, purtroppo, il catcalling. Secondo Loredana De Rosa, psicologa esperta di violenza di genere dell’Associazione Differenza Donna, “le molestie di strada, considerate generalmente lecite e alla stregua di complimenti, sono l’espressione di una storicizzata dinamica di potere del genere maschile su quello femminile”. Un atteggiamento “frutto di una cultura patriarcale che rende il corpo delle donne un oggetto, e attribuisce l’unica considerazione possibile solo in merito al desiderio maschile”.

Catcallsof: denunciare in strada ciò che accade in strada

Dopo lunghi silenzi, donne sempre più numerose hanno posto sotto i riflettori il problema. Hanno iniziato a discutere del catcalling, denunciarlo, ribellarsi ad esso e a chi lo poneva in atto, mediante iniziative e facendo uso dei social. Hanno dato vita a spazi sicuri in cui le ragazze possono confrontarsi e condividere la propria esperienza. Una delle tante iniziative è il “Catcallsof”, seguito dal nome di una città: denunciare in strada ciò che accade in strada. È un progetto collettivo globale in cui i racconti di chi ha subito catcalling vengono scritti con gessetti colorati sui marciapiedi, nelle strade, fotografati e postati. Ogni persona racconta di solito un episodio che magari l’ha particolarmente segnata. È nato a New York, ma si è diffuso presto in tutto il mondo, Italia compresa.

Catcall of New York- Photo credits: La Femme Collective

Altre iniziative per denunciare il catcalling

Numerosi sono state le iniziative sociali effettuate da gruppi di attiviste femministe per dimostrare gli effetti di questo fenomeno. Un chiaro esperimento di questo tipo è il documentario “Femme de la rue” diretto da Sophie Peeters. La protagonista è una giovane donna che si è filmata mentre camminava per strada dimostrando quanto fossero cattivo gusto, molesti e subdoli i commenti che le rivolgevano gli uomini che incrociava lungo il suo cammino.

Tra le iniziative sui social è nata Sono Solo Complimenti. È un progetto il cui titolo è caratterizzato da un pungente sarcasmo che rimanda al pensiero comune della gran parte degli uomini, frutto della cultura patriarcale. “Il nome nasce per cercare di unire la manipolazione, il paradosso e quello che spesso le vittime si sentono dire a fronte delle violenze subite”, spiegano Martina Bellani, digital strategist, e Tonia Peluso, sociologa.

A New York l’associazione Femminist Apparel, impegnata nell’anti-sessismo e in campagne di sensibilizzazione contro le molestie sessuali, nel 2015 ha dato vita all’iniziativa “No Catcall Zone”. Si tratta di segnali diffusi per le strade della città, fissati sui pali della luce, in prossimità di altri segnali o, sui veicoli, in forma di adesivi.

No Catcall Zone- Photo credits: Millennials

Le conseguenze del catcalling

L’associazione Hollaback! assieme alla Cornwell University ha incentrato un’indagine sui cambiamenti comportamentali delle vittime conseguenti alle molestie e sull’impatto emotivo di questo fenomeno. L’indagine, che ha coinvolto 22 Paesi, ha mostrato che in media l’84% delle donne intervistate ha subìto molestie da strada prima dei 17 anni. Il 69% delle donne ha dichiarato di essere stata seguita da un uomo o un gruppo di uomini almeno una volta nella vita entro i 40 anni. Per quanto riguarda l’impatto emotivo, la ricerca ha poi mostrato che alcune donne intervistate hanno dichiarato di aver dovuto spesso cambiare percorso per andare a casa, oppure evitano di uscire di notte.

Catcalling: è un reato?

Le ragazze del progetto WannaBeSafe.Italia, spazio Instagram dedicato al tema delle molestie, hanno lanciato una petizione per rendere il catcalling un reato. In Italia esiste una legge contro le molestie, ma il catcalling non è riconosciuto come tale, e di conseguenza spesso non viene applicata. Ne deriva pertanto la necessità di renderlo esplicitamente punibile con una apposita legge. È ciò che ha fatto la Francia dal 2018. Il presidente Emmanuel Macron ha varato un disegno di legge che multa chi rivolge dei complimenti non richiesti a donne incontrate per strada. Secondo il provvedimento, il catcalling è una molestia perché non ha nulla a che fare con un tentativo consensuale di flirt.  

Gli effetti sulle donne

Le donne che subiscono catcalling molto spesso si sentono sporche, perché vengono considerate e trattate come oggetti. Si sentono inutili, in quanto il più delle volte non riescono a reagire. Si sentono in colpa, perché iniziano a rimuginare sul fatto che se non avessero indossato quella gonna, o quel particolare pantalone, ciò non sarebbe successo. Alcune indagini hanno rilevato che molte donne hanno cambiato modo di vestire. Hanno affermato di percepire ansia, rabbia, paura, abbassamento dell’autostima. Il catcalling compromette il sentimento di sicurezza e libertà, facendo nascere insicurezza, disagio e timore.

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