Mercoledì sera la Camera dei deputati ha approvato la conversione in legge del “decreto carceri”, che contiene una serie di misure volute dal governo per contrastare il problema del sovraffollamento delle prigioni italiane. Il testo è stato approvato con 153 voti a favore, 89 contrari e un astenuto. Il 31 luglio scorso risultavano in Italia 61.133 detenuti, a fronte di una capienza effettiva delle carceri di poco più di 51mila posti letto.
Prevede l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari tra il 2025 e il 2026, e una semplificazione delle procedure burocratiche per riconoscere ai detenuti che ne hanno diritto gli sconti di pena e per permettere ad alcuni di loro, in particolare persone con tossicodipendenze o disturbi psichici, di seguire percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in strutture residenziali alternative al carcere per un periodo della loro pena.
Un’importante novità del decreto Carceri è l’introduzione del reato di peculato per distrazione (articolo 314-bis nel codice penale), che punisce l’indebita destinazione di denaro o cose mobili. Questo reato, che prevede una pena da sei mesi a tre anni di reclusione, si applica ai pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio che utilizzano denaro o beni mobili per scopi diversi da quelli previsti dalla legge, procurandosi o procurando ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale.
Un altro punto cruciale è la maggiore possibilità per i detenuti tossicodipendenti di scontare la pena in comunità: è stato istituito un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti, che sarà gestito dal ministero della Giustizia. Queste strutture garantiranno non solo un’idonea accoglienza residenziale, ma anche servizi di assistenza, riqualificazione professionale e reinserimento socio-lavorativo.
Il decreto carceri semplifica il procedimento di riconoscimento della liberazione anticipata. Viene modificato l’articolo 54 della legge n. 354/1975, stabilendo che in caso di mancata concessione o revoca del beneficio, questa decisione venga comunicata al detenuto. Inoltre, un futuro regolamento introdurrà ulteriori modifiche per adattare il procedimento di riconoscimento della liberazione anticipata alle nuove disposizioni previste dal decreto. Un’altra importante disposizione stabilisce che non possono essere sottoposti a sequestro né pignorati i beni che costituiscono riserve valutarie di Stati esteri depositati presso la Banca d’Italia. Un provvedimento per garantire che queste riserve non possano essere utilizzate per soddisfare eventuali obblighi finanziari derivanti da procedimenti giudiziari.
Il decreto-legge era stato approvato dal governo a luglio, e la sua conversione in legge era già stata votata dal Senato giovedì scorso. Teoricamente i decreti-legge sono misure di emergenza, e dopo essere stati approvati dal Consiglio dei ministri vanno convertiti in legge dal parlamento entro 60 giorni: se questo non succede decadono.