A che punto è la policy sull’inno nazionale?

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Di Redazione Metropolitan

È ufficiale: la policy dell’NFL sull’inno nazionale è ormai soppressa.

Ad annunciarlo alla stampa è stato lo stesso Roger Goodell nella giornata di mercoledì, al termine di un incontro con i vertici NFL a New York.

Nonostante la stagione abbia già preso abbondantemente il via, non vi erano ancora state trovate soluzioni riguardanti la policy.
Lo scorso luglio, infatti, venne rilasciato un comunicato dalla NFL Player Association in cui si diceva chiaramente che le parti erano a lavoro per cercare un punto d’incontro.

Nel comunicato veniva detto:

L’NFL e la NFLPA stanno lavorando per raggiungere un accordo sulla questione dell’inno. Si è giunti adesso ad una fase di stallo tra le parti. Nessuna regola relativa all’inno, quindi, sarà emessa o applicata nelle nuove settimane.

L’NFL e la NFLPA riflettono i valori dell’America, dimostrati anche da tutti coloro che ne fanno parte e che attraverso il loro lavoro promuovono idee di uguaglianza, correttezza e giustizia.

La nostra attenzione sarà nella ricerca di una soluzione a questo problema attraverso l’impegno di tutti, cercando di evitare contenziosi.

Nonostante questo, alcuni giocatori hanno comunque portato avanti la protesta.
Per evitare tutto ciò, l’NFL aveva deciso di non trasmettere l’inno nazionale in televisione e tutta la protesta iniziò a scemare, dato che anche molti tifosi inizialmente d’accordo con il #TakeAKneeMovement cominciarono a pensare che tutto questo stava quasi diventando ridicolo.

NFL Policy inno nazionale
(Getty Images)

I proprietari hanno dunque deciso di fare un passo indietro, considerando anche la forte presenza di tifosi negli stadi e gli ascolti televisivi in miglioramento rispetto alla passata stagione.

È quello che ha anche dichiarato Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, che ha colto l’occasione per dire la sua. “Penso che siamo sulla strada giusta. Uno dei proprietari [durante l’incontro, ndr] si è alzato in piedi e ha detto che ne abbiamo tratto beneficio da tutto questo. Ed io sono d’accordo“.

Lo stesso Goodell sarebbe d’accordo con i giocatori. Ha infatti dichiarato: “L’obiettivo sia della NFLPA che della NFL, dei team e dei giocatori è quello di concentrarsi e cercare di migliorare la comunità. Sappiamo dell’impatto che il nostro campionato e i nostri team hanno sulla società. Ed è su questo che ci stiamo concentrando“.

Secondo Charles Robinson di Yahoo Sports, questo è un modo per dire: “Siamo d’accordo con i giocatori per quello che stanno facendo sulle questioni sociali ma non vogliamo infilarci nel caos politico“.
E forse è così, dato che l’NFL ha tutti gli interessi nel curare la propria immagine visto anche i tifosi in Europa in costante aumento.

Nulla però ci dice che la policy non verrà nuovamente riaperta e discussa in futuro.

Per il momento sulla questione, con molta probabilità, ci ritornerà solo Donald Trump, da sempre contrario a questo tipo di proteste.
Ma in NFL vorrebbero concentrarsi più su discorsi sportivi che su questioni politiche.

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Antonio Campana