Classe 1983, Loreen è nata nella capitale svedese, figlia di immigrati marocchini di origine berbera. Al secolo Lorine Zineb Nora Talhaoui, Loreen è diventata famosa in Svezia nel 2004, quando ha partecipato al talent show Idol, classificandosi al quarto posto. È stato proprio il talent show a lanciarla nel mondo dello spettacolo, sia come cantante che come presentatrice televisiva.
Nel 2011 ha debuttato al Melodifestivalen, il programma con cui la Svezia sceglie il proprio rappresentante per l’Eurovision Song Contest, senza riuscire a qualificarsi per la finale. Ci ha riprovato, con successo, l’anno successivo presentando il brano Euphoria. Un trionfo in patria e, pochi mesi dopo, anche sul palco dell’Eurovision di Baku.
Il 2011 per l’artista è l’anno del ritorno al canto con la partecipazione al Melodifestivalen, sul cui palco Loreen porta il brano “My heart is refusing me”, poi diventato un grandissimo successo in patria. È solo con l’arrivo del 2012 però che la 39enne riesce a farsi conoscere in tutto il mondo con la canzone “Euphoria”, trionfatrice dell’Eurovision Song Contest di quello stesso anno.
Ora Loreen all’Eurovision 2023 spera di ottenere una seconda vittoria con “Tattoo”, un brano emotivo e potente che combina il pop alla musica elettronica ed etnica, dando vita a un mix travolgente davanti al quale è pressoché impossibile rimanere impassibili.
All’inizio del 2017 Loreen ha fatto coming out, rivelando di essere bisessuale, mentre nel 2021 ha confermato di essere in una relazione con un ragazzo, preferendo mantenere riservata la sua identità. Alla passione per la musica la 40enne ha sempre affiancato il proprio attivismo politico, arrivando a criticare le violazioni dei dritti umani in Azerbaigian nell’anno della sua partecipazione all’Eurovision, mentre pochi mesi dopo è volata in Bielorussia per incontrare prigionieri e oppositori politici.
Lo scorso anno è stata tra gli artisti che si sono esibiti nell’evento benefico Sverige samlas och hjälper in Svezia per raccogliere fondi per i profughi ucraini, costretti a lasciare il Paese dopo l’invasione da parte della Russia.