Massimo Gandolfini, fondatore del Family Day e da anni punto di riferimento del mondo pro-vita, è stato nominato consulente del Dipartimento per le politiche antidroga dal governo Meloni. È apertamente contrario all’aborto, all’eutanasia, all’equiparazione tra droghe leggere e droghe pesanti e ai diritti LGBTQ+.
Massimo Gandolfini: chi è il nuovo consulente antidroga del governo

Da ieri Massimo Gandolfini, fondatore del Family Day, esponente del Movimento per la vita, convinto anti-gender e difensore a oltranza della famiglia tradizionale, è il nuovo consulente del Dipartimento antidroga del governo Meloni. Nato a Roma, classe 1951, Gandolfini è un medico chirurgo specializzato in neurochirurgia e psichiatria. Più che per la sua attività professionale, negli ultimi anni il leader del Family Day si è fatto notare soprattutto come una delle voci più in vista del movimento conservatore e di difesa della famiglia tradizionale.
Ad annunciare la notizia della nomina è stato lo stesso Gandolfini, durante un colloquio telefonico con l’Ansa, dove ha spiegato che il suo programma d’azione “si muoverà su tre fronti: il contrasto incondizionato alla droga, l’informazione capillare nelle scuole, la prevenzione e repressione dove è necessario” e che è sempre “stato contrario a ogni tentativo di legalizzazione della cannabis perché da un punto di vista scientifico-tossicologico non esistono droghe leggere”. La strada che Gandolfini intende seguire durante il periodo del suo incarico, insomma, è quella del pugno duro e della tolleranza zero nei confronti di qualsiasi tipologia di droga. La nomina di Gandolfini è stata fortemente sostenuta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che con il primo condivide una visione politica ultraconservatrice: Mantovano ha infatti fondato nel 2015 il centro studi Rosario Livatino, un think tank vicinissimo alle istanze del Family Day.
Roberta Maria Di Giovangiulio
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