Barbarian: storia di un club senza tempo

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

I Barbarian, un club con una lunga e caratteristica storia da raccontare e quel lontano 27 dicembre 1980 quando disputa la sua prima partita. Da quel giorno la nascita di un mito senza tempo, Quello dei Baa-Baas.

Barbarian: il 27 dicembre quella storica prima partita

“Molti anni fa, un gruppo di giocatori fu scelto per formare una squadra d’élite. Non avevano base, clubhouse o abbonamento e l’iscrizione era solo su invito. In sostanza, rappresentavano un concetto glorioso portato in vita dalla visione e dall’entusiasmo di un uomo, William Percy Carpmael. Ispirato dalle sue personali esperienze di gioco sia con Blackheath che con l’Università di Cambridge, il suo sogno era quello di diffondere una buona amicizia tra tutti i giocatori di rugby football. Il sogno divenne realtà il 27 dicembre 1890 al Friary Field, Hartlepool. Lì, tutte le cose fantastiche del gioco – estro, coraggio, spirito e passione – erano racchiuse in un’unica grande squadra. Una squadra che chiamavano i Barbari.”

Questa è la frase riportata sul sito ufficiale del Club. Proprio quello che sta a rappresentare la nascita di un club che da allora ne ha fatta di strada e ne ha ottenuto di successi, fino a diventare uno dei club più importanti ma soprattutto più forti ed affascinanti al mondo.

Parliamo dei Barbarian. Era il 27 dicembre del 1980 quando sono scesi in campo per la loro prima partita, giocata e vinta contro la squadra di Hartlepool nell’omonima cittadina della contea di Durham. Da quel giorno ha inizio questa entusiasmante storia sportiva.

Ma chi sono veramente i Barbarian?

Non hanno una sede, non hanno uno stadio, ne un giocatore tesserato nel proprio club e non partecipano ad alcun campionato. I Barbarians nascono dall’idea di William Percy Carpmael. Alla fine del 1800 il rugby cominciava ad essere sempre più praticato e conosciuto ma ancora non esistevano molte squadre ufficiali. Molti tornei e campionati erano disputati da club che venivano dai college oppure da squadre costituite al momento per la singola partecipazione ad un torneo.

Cosi il 9 aprile del 1890 presso il Leuchter Restaurant davanti ad una zuppa e qualche birra viene fondato il concetto dei Barbarians. Questo proprio dall’idea di William Percy Carpmael e da un gruppo di persone per avere un club “ufficiale” con il quale disputare questi tornei ma con uno scopo particolare. Inizialmente il club disputava principalmente partite tra il Galles e l’Inghilterra.

«Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi sociali, ma non lo è per un cattivo sportivo, a qualunque classe appartenga»

Questo è il motto che contraddistingue il club e che lo lega alla propria natura e al proprio fascino.. Infatti come abbiamo detto i Barbarians non hanno ne una sede e neanche un giocatore tesserato.

E’ una squadra ad inviti. Ogni giocatore può essere selezionato da presidente e dall’allenatore di turno senza vincolo di nazionalità. Tutti i giocatori possono essere invitati a disputare i match con i Barbarians, bisogna certamente però essere dei buoni giocatori e soprattutto reincarnare quelli che sono i fondamenti di lealtà e rispetto che stanno alla base di questo sport.

Il grande successo il club lo ha ottenuto però subito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo una lunga serie di successi ed un continuo aumento di popolarità i Barbarians sono invitati in Australia per un test match contro i Wallabies, questo nel 1948. Quel match ebbe un seguito clamoroso. Oltre quaranta mila spettatori incuriositi di assistere al match tra l’Australia e questa nuova squadra ad inviti.

Alla fine del match a trionfare sono stati i Barbarians. Da quel momento ha inizio il mito internazionale del club. Nel corso degli anni successivi seguirono altri test match contro Sudafrica, All Blacks ed altre nazionali di spessore. Non solo ma i Baa-baas sono stati invitati a partecipare anche in luoghi dove il rugby è meno conosciuto proprio per aumentare l’interesse e il coinvolgimento in questo sport.

Un’altra particolarità sta nella divisa. Una tradizionale maglia fatta a striscie orizzontali bianco nere con il simbolo del club sul petto, inizialmente era un teschio. Calzoncini neri e ogni giocatore che scende in campo però indossa i calzini del proprio club di appartenenza.

I Barbarians e l’Italia

La sfida tra gli azzurri e il club risale al 1885 e, a vincere sono stati proprio i baa-baas. Molti i giocatori italiani però invitati tra le fila dei Barbarians. Su tutti Sergio Parisse che ha avuto anche l’onore di esserne capitano, dal 2011 al 2013.

Il primo azzurro ad essere convocato è stato però Stefano Bettarello nel 1987 e con i quali ha messo a segno ben 42 punti. Nel corsi degli anni ne sono seguiti altri, tra cui i Fratelli Cutitta, Diego Dominguez, Castrogiovanni, Vaccari, Troncon e molti altri. In totale i giocatori italiani con almeno una CAP nel mitico club dei barbarian sono ben trentadue.

Centotrenta anni dal primo storico match. Da quel momento ne ha fatta di strada questo club fino a diventare uno dei più belli ed affascinanti al mondo. Un club che ancora ad oggi rispetta e rispecchia come allora quelle regole di lealtà e rispetto sul quale il rugby si è fondato. Questi sono i Barbarian.

Continua a seguire il rugby sulle pagine di Metropolitan Magazine

Fabrizio Graziosi