Barbone, senzatetto, pezzente e via discorrendo, sono aggettivi dispregiativi che si sentono purtroppo molto spesso accostati ai senzatetto noti anche come clochard. Uomini e donne e a volte anche bambini, che si sono ritrovati a dover vivere per strada dopo aver perso tutto. In dieci anni, i clochard in Italia sono quadruplicati, rinfoltendo tristemente le fila di coloro che sono stati dimenticati.

I metodi per ricercare e individuare i clochard

Vittime a volte di un destino crudele, oppure per scelta, in ogni caso si tratta di individui che non hanno avuto una seconda possibilità. Ritrovarsi a vivere, anzi sopravvivere per strada, in condizioni di assoluta miseria, è un’esperienza che non si augura al peggior nemico.

Persone che una volta avevano una famiglia, una casa, un lavoro, all’improvviso hanno perso tutto, tranne la forza di continuare ad andare avanti, seppur in un modo che minimamente si avvicina a ciò che il significato di dignità e rispetto per l’essere umano rappresenta.

La Fio. PSD (federazione italiana organismi persone senza dimora) e l’ISTAT, hanno fornito i dati relativi a un censimento effettuato con la tecnica denominata “point in time”, che consiste in una ricerca in fascia notturna al fine di individuare il maggior numero possibile di clochard. Dal 2021, vengono utilizzati i registri dai quali si estrapolano le informazioni anagrafiche.

Clochard in Italia: in dieci anni sono quadruplicati

La città di Milano ne conta il maggior numero, circa 12mila. Parlando di macroaree, si riscontra che in maggior numero si trovino nel nord Italia, 22mila 200 circa. Sono meno al sud, 6mila 470. Nella totalità censita, l’85% è maschile. Dal 2011 i senza fissa dimora sono quadruplicati.

Nel 2011 erano 12mila 500, mentre l’ISTAT ne individua oltre 50mila attualmente, dei quali la metà di nazionalità italiana. Ma il problema non è solo italiano. Si stima infatti che ci siano un totale di oltre 700mila persone che vivono per strada nei paesi dell’UE, senza contare il fatto che molti riescono tutt’ora a passare inosservati. In tutta Europa, ci si avvicina alla soglia del milione di individui, l’equivalente di un terzo quasi della capitale italiana.

Vittime di bulli, bande di strada e condimeteo

Dall’inizio del 2022, sono più di 100 i clochard in Italia che hanno incontrato la morte, mentre nel 2021 si è arrivati a un totale di 450. Chi vive per strada purtroppo è alla mercé di bulli e bande che ne approfittano per trovare una sadica distrazione. Non solo, sono molti di più coloro che pur non incontrando l’infame destino hanno subito pestaggi e altri generi di abusi.

Ancora, se ne contano a decine uccisi per disidratazione a causa del caldo soffocante o di ipotermia a causa del freddo polare. L’anno corrente ha visto le temperature estive impennarsi superando in alcuni casi anche i 45 gradi nelle ore di punta e l’inverno 2022/2023, non si prospetta rassicurante con l’arrivo della Niña che secondo i meteorologi porterà la neve anche in pianura.

La vita resa difficile dai trascorsi infelici, è una lotta continua per coloro che girovagando notte e giorno per strada, purtroppo non hanno voce. Con una soglia di povertà tristemente vicina a numerose famiglie, il rischio è che il numero dei clochard in Italia cresca ancora.