Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!

Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia e sociologia nascosta tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.

In questo appuntamento parleremo del film X-Men: L’inizio analizzando in particolare la struttura del controverso personaggio di Magneto. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo trattato dei primi tre film dedicati agli X Men soffermandoci sui temi della diversità, della distopia e della discriminazione. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…

Nerds, assemble!

Un frame del film - Photo Credits: Gifer
Un frame del film – Photo Credits: Gifer

Magneto è buono o cattivo?

Viene naturale definire cattivo chiunque si opponga all’eroe di una storia. Come abbiamo visto nelle puntate precedenti dedicate agli X-Men, Magneto è sempre stato nemico dei mutanti guidati dal Professor X. Ha agito contro gli umani e a volte contro i suoi stessi simili pur di raggiungere il suo obiettivo. Tuttavia non è giusto considerarlo cattivo, seppur neanche sia oggettivamente buono, e questo lo fa rientrare nella categoria degli antagonisti. Ma che differenza c’è tra villain e antagonista?

Il villain indica un personaggio di allineamento malvagio. Un esempio per quanto riguarda i fumetti è senza dubbio Joker. Il villain si macchia di nefandezze per il semplice gusto di farlo, oppure perseguendo come obiettivi il proprio potere personale o la distruzione del mondo. Il termine antagonista, invece, viene utilizzato per indicare il personaggio che ha una morale opposta a quella dell’eroe, il che crea un contrasto anche negli obiettivi. Ciò però non significa che l’antagonista debba per forza essere anche villain. In una storia dove l’eroe è guidato da una morale che gli farà sempre scegliere la vita e troverà difficile perfino uccidere un malvagio, il suo antagonista potrebbe essere un personaggio che invece è disposto ad eliminare chiunque si frapponga tra lui e la salvezza di una determinata vittima.

Erik Lehnsherr: da vittima a vendicatore

Nel film X-Men: L’inizio la figura di Magneto viene approfondita rispetto ai primi tre film e ci viene fornita un’importante chiave di lettura per capire a fondo la costruzione del suo personaggio. Analizzando il film, applicandovi lo schema di Propp, si potrebbe dire che sia lui il vero eroe di quella storia. La scena iniziale ci porta in un campo di concentramento dove un giovane Erik Lehnsherr viene separato dalla madre. In un raptus di disperazione piega un cancello di metallo con la sola forza della mente. Ecco qui la prima funzione, così viene chiamata nella Morfologia della fiaba individuata da Vladimir Propp, del viaggio dell’eroe. L’allontanamento, la divisione del protagonista/eroe dalla propria famiglia.

Facciamo poi la conoscenza di un nazista, il dottor Klaus Shmidt, che subito si tratteggia non solo come antagonista di Erik, ma come villain. Shmidt forza il giovane ad utilizzare i suoi poteri uccidendogli la madre per scatenare nuovamente una reazione di rabbia e disperazione. In questa sequenza si concentrano le funzioni successive. Ottenimento (il villain ottiene l’informazione che desidera sull’eroe, ovvero ha la conferma che Erik è un mutante), raggiro (Shmidt tenta di raggirare Erik e farsi mostrare i suoi poteri minacciando sua madre), connivenza (con la madre in ostaggio il villain ottiene la collaborazione dell’eroe), e danneggiamento (Erik non riesce subito ad utilizzare i suoi poteri e per motivarlo Schmidt uccide la madre).

Il giovane Erik è costretto ad usare i suoi poteri - Photo Credits: Playbuzz
Il giovane Erik è costretto ad usare i suoi poteri – Photo Credits: Playbuzz

Il viaggio dell'(anti)eroe

Con un salto nel futuro, ritroviamo un Erik adulto pronto a seguire le tracce di Shmidt, ora noto come Sebastian Shaw, per ottenere la sua vendetta. Nella funzione di inizio della reazione, viene a conoscenza del luogo in cui si trova il suo villain e si mette in viaggio per eliminarlo. Lì viene però fermato da Charles Xavier, che lo salva prima che possa rischiare la vita pur di raggiungere il suo scopo. Erik si unisce a Charles perché i due hanno lo stesso obiettivo, ovvero fermare Shaw, seppur pensino di raggiungerlo in modo diverso. Lavorando insieme riescono ad arrivare al villain e a scoprire che ha in atto un piano per far scoppiare una nuova guerra mondiale, per poi creare un mondo dove sono i mutanti a dominare.

Ciò porta inevitabilmente allo scontro finale tra Erik e Shaw, in ciò che Propp identificherebbe come la funzione della lotta. Erik sconfigge Shaw con la stessa moneta che il villain gli aveva dato durante l’incontro iniziale per verificare i suoi poteri. Questa moneta potrebbe essere identificata come il primo oggetto “magico”, in questo caso da intendersi come identificativo, e il suo utilizzo per portare a compimento il suo scopo è simbolico per la conclusione del primo arco narrativo di Erik. Le strade dell’eroe e di Xavier si separano, non più uniti dallo stesso obiettivo le due morali opposte si accentuano e li portano a diventare antagonisti l’uno dell’altro. Erik prende dal corpo di Shaw un elmetto in grado di isolare colui che lo indossa dal potere telepatico di Xavier, e qui l’eroe porta a compimento la funzione di marchiatura con il secondo oggetto “magico”.

Erik uccide Sebastian Shaw - Photo Credits: Pinterest
Erik uccide Sebastian Shaw – Photo Credits: Pinterest

La genesi di Magneto

Dopo essersi “marchiato” con l’elmetto, Erik torna da Xavier dichiarando apertamente che la sua morale non è cambiata. “Domani l’umanità saprà che i mutanti esistono. Avranno paura di noi, e la paura si trasformerà in odio. Si rivolteranno contro di noi. La pace non è mai stata un’opzione”. Erik sa bene che, prima o poi, gli umani tenteranno di sterminare i mutanti per paura e odio, per discriminazione, e non ha intenzione di farlo accadere. Per lui non ha importanza che si tratti di chi dà gli ordini o di chi li esegue. “Sono già stato vittima di uomini che eseguivano gli ordini. Non lo sarò mai più”.

Se l’allineamento di Xavier è da considerarsi buono, quello di Erik è di tipo neutrale. Xavier è pronto al confronto con gli umani, vuole far parte del loro mondo e desidera che essi accettino i mutanti, il suo scopo è la pace tra le due “razze”. Erik, invece, è ormai segnato dal suo passato ed è cinicamente convinto che la storia si ripeterà, perciò il suo obiettivo è quello di preservare i mutanti per evitare una seconda soluzione finale. Assumendo il nome propostogli da Mystica, Magneto, l’arco di trasformazione di Erik giunge al termine consegnandolo al finale come antieroe della sua storia e antagonista di quella di Xavier.

Erik Lehnsherr diventa Magneto - Photo Credits: RB Casting
Erik Lehnsherr diventa Magneto – Photo Credits: RB Casting

Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto giovedì prossimo con un nuovo appuntamento!

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