Coronavirus, ecco come è arrivato in Italia

Dopo il primo caso riscontrato in Italia di Coronavirus il numero dei contagiati continua a salire. Rimane l’enigma del paziente zero non ancora trovato.

Coronavirus, alla ricerca del paziente zero nel Veneto

Il presunto paziente zero del coronavirus in Italia non ha sviluppato gli anticorpi. Non ha mai avuto il coronavirus, l’amico del 38enne di Codogno che era stato a cena con lui dopo esser tornato dalla Cina non è quindi il diffusore del virus nel Lodigiano.

Risulta quindi sbagliata la prima ipotesi che fosse stato lui a portare il virus in Italia. “Va cercato e questo cambia tutto il quadro”, ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a margine del Consiglio dei ministri straordinario nella sede della Protezione civile di Roma.

Dunque chi ha portato il virus fin nel cuore di una piccola comunità di 3.300 abitanti ai piedi dei Colli Euganei? Chi è, insomma, il paziente zero?

Si ipotizza l’inizio di uno dei due focolai al bar di Vo’ Euganeo, quando tutti, il 9 febbraio scorso, erano lì per il derby Inter-Milan. I test non confermano ma la regione vuole farli rifare. 

L’indagine epidemiologica è appena iniziata, si procede per ipotesi e non si può ancora dare niente per accertato. Ci sono, però, otto cinesi di Vo’ Euganeo ricoverati a cui è stato chiesto di fare l’esame col tampone, perché due di loro sono di recente rientrati dalla Cina.

Al momento questa è la traccia più consistente per spiegare l’origine di uno dei due focolai veneti. I primi test risultano però negativi ed escludono questa ipotesi.

Pare escluso, invece, che il paziente zero sia da cercare tra il personale dell’ospedale di Schiavonia.

La struttura è sottoposta a una sorta di quarantena. 450 persone, 300 pazienti e 150 dipendenti, sono fermi e isolati, per tutti è scattato il controllo col tampone. I primi duecento hanno dato esito negativo, ma l’accesso rimane vietato, come prevede l’ordinanza ministeriale.

Anche la situazione di Mira rimane un mistero. Un uomo di 67 anni è ricoverato in gravi condizioni. L’uomo è stato contagiato ma non si sa da chi, e non si riesce nemmeno a formulare un’ipotesi circostanziata.

Codogno
Fonte: google.it

In fuga da Codogno all’Irpinia

Due docenti irpini che lavorano a Codogno in provincia di Lodi sono tornati a Lauro, comune di origine.

Il sindaco Antonio Bossone appena ha saputo del loro rientro ha fatto scattare il provvedimento per la messa sotto osservazione dei due, delle loro famiglie e dell’intero condominio. In totale 13 persone. Dovranno stare in isolamento nelle loro abitazioni per 14 giorni.

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