Coronavirus, il gestore del cinema che si ribella al Dpcm: “Non chiudo”

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Di Redazione Metropolitan

Nel Salento, il gestore di un multisala ha deciso di restare aperto, ribellandosi quindi all’ultimo Dpcm, che ha fatto nuovamente chiudere anche cinema e teatri. L’uomo invita i propri colleghi nel resto d’Italia a comportarsi come lui.

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Il gestore che non chiude il proprio cinema

Antonio Mosticchio ha 58 anni, e da circa venti gestisce il Multiplex Sala Fasano, il multisala di un paese in provincia di Lecce, Taviano. L’uomo ha deciso di mettere in atto una sorta di protesta, che, come si legge sul cartello affisso all’ingresso della struttura, lui definisce “disobbedienza civile”. Infatti, Mosticchio non ha alcuna intenzione di sottostare tacitamente alla decisione del governo di chiudere per la seconda volta cinema e teatri, anche perché afferma: “Per noi i mesi tra ottobre e dicembre sono come ferragosto per i ristoranti di Gallipoli. Se non lavoriamo adesso, chiudiamo”. Così, il gestore ha deliberatamente scelto di restare aperto.

“Un comportamento di disobbedienza civile”

All’entrata e sulla homepage del sito Internet del cinema in questione si legge: “La direzione del Multiplex Teatro Fasano – viste le disposizioni del DPCM 24/10/2020 art. 1 comma 9 punto m, che sospendono le attività cinematografiche dal 26/10/2020 al 24/11/2020; – appurato che NON ESISTONO EVIDENZE SCIENTIFICHE di focolai dovuti a cinema e teatri, che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l’uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere; ha deciso di adottare un comportamento di DISOBBEDIENZA CIVILE e terrà il cinema APERTO fino a quando non vi sarà una chiusura fisica forzata”.

Il Coronavirus ed i Dpcm che mettono in ginocchio i lavoratori

Mosticchio si dice costretto ad agire in questo modo, altrimenti – a causa del Coronavirus e dei Dpcm per combatterlo – rischia di mandare all’aria anni di sacrifici: se chiuderà stavolta, è sicuro che non riaprirà più. Non posso certo contare sugli aiuti promessi dal governo. I conti sono presto fatti: pago 4.500 euro al mese tra affitto e mutuo. Da marzo ad oggi, dallo Stato ho ricevuto 3.500 euro in tutto. In una stagione normale avrai incassato 60mila euro”. L’uomo, dunque, si sente solo e – peggio – abbandonato; consapevole del fatto che anche i propri colleghi vivano con lo stesso stato d’animo questo ennesimo momento di difficoltà, Mosticchio li invita a fare come lui.

Il gestore è pronto a fare ricorso al Tar

“Mi sono arrivate voci secondo le quali la Questura manderà addirittura la Digos per chiudermi. Io sarò aperto, mi dovranno chiudere loro. Il gestore non demorde: non sospenderà la programmazione del multisala. Inoltre, si dice pronto ad agire: Farò ricorso al Tar per chiedere una sospensiva. E se riaprirò io, riapriranno tutte le sale d’Italia. Mosticchio è convinto che, ora più che mai, le persone abbiano necessità di evadere, e quindi di andarsi a vedere un film al cinema, oppure uno spettacolo a teatro. L’arte, dopotutto, da sempre garantisce “un apporto terapeutico”, e “in un periodo di forte stress psicologico” come questo ce n’è un forte bisogno.

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