Dal 20 settembre parte il richiamo della terza dose vaccino per 3 milioni di italiani immunocompromessi. Rientrano in questa categoria pazienti oncologici, quelli con trapianti o con patologie autoimmuni. Si passerà poi agli ospiti delle Rsa e agli ultraottantenni. Dubbi sull’estensione della terza dose a tutta la popolazione.
Dal 20 settembre terza dose vaccino per gli immunocomromessi
Parte il richiamo della terza dose per 3 milioni di italiani. Secondo quanto riportato ieri dall’Ansa, a partire dal 20 settembre saranno coinvolte nella somministrazione di un’altra dose i soggetti immunocompromessi. Rientrano in questa categoria anche pazienti che hanno subito dei trapianti, pazienti oncologici o con patologie autoimmuni. Poi si procederà con i soggetti fragili, ovvero gli ospiti delle Rsa e gli ultraottantenni. Una decisione presa ieri nel corso di una riunione del ministro della Salute Roberto Speranza con il Commissario per l’Emergenza Covid Paolo Figliolo. Il commissario ha sottolineato che verranno messe a disposizione ulteriori dosi di mRna Pfizer e Moderna per garantire la somministrazione della terza dose.
Ci sono invece pareri discordanti per quanto riguarda l’estensione della terza dose al resto della popolazione. Il primario di Infettivologia al Policlinico di Tor Vergata Massimo Andreoni ritiene che si dovrebbe fare un’altra dose di vaccino per tutti, siccome tra i 6 e i 12 mesi, a seconda dei soggetti, gli anticorpi diminuiscono. «Sono favorevole alla terza dose partendo con gli immunodepressi e poi, a distanza di 9-12 mesi dal termine del ciclo vaccinale con due dosi, anche per il resto della popolazione – afferma Andreoni – Sono comunque dell’idea che vada fatta a tutti la terza dose perché il livello degli anticorpi al virus SarsCov2 indotto dalla vaccinazione progressivamente si riduce».
Terza dose per tutta la popolazione: idee a confronto
Non del tutto d’accordo è invece Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano. Il professore è dell’idea che è meglio muoversi con più cautela e attendere di avere delle basi scientifiche più concrete. «La terza dose va fatta dove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono invece meno propenso per una terza dose a tutti, perché sono necessarie basi scientifiche più approfondite – spiega Galli -. La mia netta impressione è che ci siano persone che rimangono protette per mesi e altre che rispondono poco o nulla al vaccino. Quindi, chi non risponde potrebbe non rispondere neanche alla terza dose. Anche per gli immunodepressi sarebbe opportuna la terza dose sulla base di una valutazione della risposta anticorpale individuale, attraverso un test sierologico».
Vaccinazioni e situazione pandemica in Italia
Oggi, secondo i dati pubblicati sul sito del governo, oltre 40 milioni di italiani sono vaccinati con entrambe le dosi, ovvero il 74% della popolazione over 12. Secondo i dati giornalieri del ministero della Salute, resta sostanzialmente stabile l’andamento epidemico nel nostro Paese: sono 2.800 i positivi nelle ultime 24 ore, mentre sono 36 le vittime in un giorno. Il tasso di positività è al 2,3%. Sono invece aumentati i ricoveri: 563 i pazienti in terapia intensiva e i ricoverati nei reparti ordinari sono 4.200. Secondo gli ultimi dati Agenas, la percentuale di posti Covid in terapia intensiva cresce nelle Marche (12%), nella Provincia autonoma di Trento (al 4%), mentre resta stabile al 12% in Sardegna e in Sicilia, cioè oltre la soglia del 10%, uno dei parametri che determina il passaggio delle regioni in zona gialla.