Il Mondiale di Qatar 2022 sta oramai giungendo alle sue battute conclusive. Dopo diverse settimane di spettacolo e di risultati sorprendenti, sono rimaste in quattro a giocarsi la possibilità di salire sul tetto del mondo e assicurarsi, quindi, un posto nella storia. Da un lato la Francia – la grande favorita – che per tentare il bis Mondiale, dopo il successo in Russia nel 2018, dovrà però vedersela con la vera e propria rivelazione del torneo, il Marocco.

Dall’altro lato troviamo l’Argentina – guidata da un Messi in missione verso la conquista di uno dei pochissimi trofei ancora mancanti nella bacheca della Pulce – e la Croazia, ormai divenuta un habitué dei grandi eventi, trascinata dal desiderio irrefrenabile di riuscire nell’impresa che solo quattro anni fa è svanita proprio all’ultimo atto, nella finalissima con i Bleus. La squadra di Dalic, proprio insieme a quella di Deschamps, è probabilmente quanto di meglio il calcio europeo ad ora possa offrire, pur con caratteristiche totalmente differenti rispetto alla stellare formazione francese.

Croazia, cinismo e solidità le nuove armi

La Croazia vista a Qatar 2022 è certamente una creatura differente rispetto a quella ammirata nel Mondiale del 2018. La formazione biancorossa, infatti, ha perso un po’ di qualità, visti gli addii di colonne portanti quali Subasic, Rakitic e Mandzukic, che quattro anni fa avevano trascinato la squadra fino alla finale. La punta di diamante rimane Modric, giocatore sublime e faro del centrocampo, che tuttavia inizia a sentire il peso dei suoi 37 anni.

Le nuove stelle si chiamano Livakovic, Gvardiol, Vlasic, senza dimenticare il veterano Perisic, sempre devastante quando veste la maglia della sua Nazionale. Il percorso dei croati fino alla semifinale, però, non è stato di certo entusiasmante. Solo una vittoria per la squadra di Dalic, quella strabordante contro il Canada. Da lì in poi una serie di pareggi, ottenuti dopo lunghe battaglie, senza piegarsi mai alle avversità, ma trovando anzi nelle difficoltà la giusta scintilla per sovvertire l’inerzia dei match.

CALCIO - Slovacchia-Croazia
CALCIO – Slovacchia-Croazia

Emblematiche proprio le sfide contro Giappone e Brasile – rispettivamente agli ottavi e quarti di finale – in cui la Croazia ha subito l’esuberanza dell’avversario, andando in entrambi i casi sotto nel punteggio, ma senza mai sparire dalla partita. Carattere e resilienza che si sono materializzati sotto forma del colpo di testa imperioso di Perisic contro i nipponici, e della zampata di Petkovic, proprio a un passo dall’oblio, contro i fortissimi brasiliani. Poche occasioni ma capitalizzate con grande cinismo e sagacia, stesse armi che hanno permesso alla Nazionale a scacchi di uscire vincitrice – per due volte consecutive – dalla lotteria dei rigori. L’ultimo grande ostacolo verso la finale si chiama Leo Messi, all’ultima occasione per vincere il tanto agognato Mondiale. Difficile aspettarsi una partita spettacolare da parte della Croazia, ma quel che è certo è che sarà ancora più complicato assistere ad una partita semplice per l’Argentina.

Come Dalic ha trasformato la sua Croazia

Prima dell’avvento di Dalic, la Croazia non figurava di certo tra le big del calcio mondiale. L’arrivo del CT, insieme all’esplosione di una generazione dorata, ha permesso alla Nazionale di fare un salto di qualità non indifferente. E così, dopo non essersi qualificata al Mondiale nel 2010 ed essere uscita mestamente ai gironi nel 2014, ecco arrivare una finale e una semifinale (per ora) nelle ultime due edizioni. Un lavoro egregio quello del tecnico nato in Bosnia, che è riuscito a plasmare una squadra arcigna e combattiva, a sua immagine e somiglianza.

Questo, unito alle grandi individualità di cui la squadra dispone, rende i biancorossi un avversario estremamente forte in tutte e due le fasi e difficile da incontrare per chiunque. Non è un caso che, tra Russia 2018 e Qatar 2022, i croati siano riusciti ad eliminare formazioni come Danimarca, Inghilterra e Brasile. L’Argentina rimane l’ultimo ostacolo nella strada del condottiero Dalic, già pronto eventualmente a prendersi la rivincita, insieme ai suoi ragazzi, sulla Francia.

MARCO SCALAS

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