La vita di Dante Gabriel Rossetti, pittore e poeta britannico vissuto nell’Ottocento, du intricata e tragica come le storie delle donne da lui raffigurate. Figlio dell’esule italiano Gabriele Rossetti e della dama Francis Polidori, si dedicò sin dalla gioventù agli studi sul suo omonimo più celebre, Dante Alighieri. All’ammirazione per il letterato fiorentino, si accostò quella per l’intera schiera degli stilnovisti, dei romantici inglesi e tedeschi, dei romanzi gotici e di scrittori come. William Shakespeare, William Blake, Edgar Allan Poe e Johann Wolfgang von Goethe.

Fondatore, insieme a William Holman Hunt, Ford Madox Brown e John Everett Millais, del movimento artistico dei Preraffaeliti, si dedicò alla composizione di liriche e, soprattutto, alla pittura. I suoi dipinti, rappresentanti soprattutto figure femminili, sono ascrivibili alla corrente del Simbolismo. L’esistenza di Rossetti, esattamente come quella del Sommo Poeta, fu un susseguirsi di passioni e drammi, culminati nell’incontro e nella successiva relazione con la sua Beatrice, Elizabeth Siddal.

Dante Gabriel Rossetti: Elizabeth Siddal, da Musa a donna amata

Beata Beatrix, dipinta da Dante Gabriel Rossetti in onore di Elizabeth Siddal

Elizabeth Eleanor Siddall, passata alla storia come Elizabeth Siddal, nacque in una famiglia molto modesta, ma sviluppò ben presto un talento per le arti pittoriche e letterarie. Fu, tuttavia, l’incontro con i Preraffaeliti a cambiare radicalmente il corso degli eventi. Con la sua pelle diafana e la folta chioma fulva, Miss Sid incarnava perfettamente l’ideale di femminilità e bellezza celtico-medievale inseguito dal gruppo di artisti e divenne la loro modella prediletta, sottoponendosi anche a notevoli prove di resistenza. Posando per l’Ophelia di Millais, la fanciulla venne immersa in una vasca da bagno colma, per rappresentare la morte dell’eroina shakespeariana. Dopo qualche ora, una delle lampade accese per riscaldare l’acqua si ruppe, ma la Siddal non fece una piega, sopportando il freddo. Fu, però, colpita da una forte bronchite, che minò la sua salute.

Anche Rossetti la ritrasse spesso nelle sue opere, e, dopo non molto tempo, i due s’innamorarono. Il loro, tuttavia, non fu mai un rapporto facile. La famiglia di lui non vedeva di buon occhio l’unione con una ragazza di umili origini, e fu sempre contraria alla loro relazione. Dante, influenzato dai parenti, attese quasi dieci anni prima di sposare la sua amata, e questa lunga attesa, unita ai ripetuti tradimenti da parte del giovane, contribuirono a deteriorare la fragile salute psicofisica di Elizabeth. L’amore tra Rossetti e la sua musa fu un susseguirsi di momenti idilliaci e forti turbamenti, liti e riappacificazioni, ispirazione artistica e crisi. Miss Sid prestò il volto a moltissime figure rappresentate dal preraffaelita, aumentando il suo successo. Le sue condizioni di salute, però, erano in continuo peggioramento.

Il triste destino della bella Elizabeth

Grazie anche agli insegnamenti del compagno, la Siddal dipinse diversi quadri, ispirati soprattutto al ciclo arturiano. Intorno al 1855 il critico d’arte John Ruskin, colpito dallo stile della donna, ne sovvenzionò la sua carriera, acquistando, per centocinquanta sterline, diversi suoi lavori. Il declino fisico e mentale di Lizzie, tuttavia, era ormai irreversibile. Per alleviare le sofferenze, iniziò a fare uso di laudano, diventandone dipendente. Non è chiaro se soffrisse di tubercolosi o di qualche patologia intestinale, ma viaggiò spesso tra Nizza e Parigi per curarsi.

Il tracollo definitivo giunse nel 1861: la bambina che portava in grembo nacque senza vita, e questo dolore la fece cadere in un profondo stato depressivo. L’abuso di laudano, la pena per la perdita della figlia e il suo stato psicologico sempre più delicato portarono alla sua morte, l’11 febbraio 1862, a soli trentadue anni, a causa di una dose letale di laudano. Rossetti la trovò esanime nel suo letto, con una lettera d’addio accanto al suo corpo; sua moglie si era suicidata. L’artista distrusse il biglietto e fece credere che si fosse trattato di un incidente; il suicidio era considerato un reato e, per evitare lo scandalo che avrebbe investito la sua famiglia e per poter inumare la donna in terra consacrata, mantenne il segreto. La sua Lizzie venne sepolta nel cimitero di Highgate; nella sua bara, il marito pose un plico di poesie a lei dedicate.

Gli anni di crisi e la morte di Dante Gabriel Rossetti

La scomparsa di Elizabeth segnò profondamente Rossetti. Continuò a dipingere instancabilmente, servendosi di nuove modelle, ma il ricordo della sua bella non lo abbandonò mai, portandolo lentamente alla pazzia. Divenuto alcolizzato e tossicodipendente e in preda a una specie di mania di persecuzione, l’uomo si sottopose anche ad alcune pratiche di spiritismo, e affermò più volte d’essere stato in contatto con il fantasma della fanciulla. Per un certo periodo ebbe come inquilini gli eccentrici amici George Meredith e Algernon Charles Swinburne, che lo convinsero a riesumare la salma della povera Miss Sid, al fine di recuperare il manoscritto e di darlo alle stampe. Un’altra versione vuole Bram Stoker, autore di Dracula e amico di Rossetti, come suggeritore della profanazione. La raccolta fu pubblicata nel 1870 con il titolo Poems, ma suscitò aspre critiche a causa del suo carattere fortemente sensuale. Aver dissotterrato il cadavere della Siddal fu, tuttavia, il colpo di grazia per lui. Leggenda vuole, infatti, che la donna seppellita fosse ancora intatta, nonostante fossero passati anni; il volto roseo, le labbra piene, e i capelli addirittura cresciuti.

La convinzione di essersi trovato di fronte a una morta vivente o a un vampiro lo fece letteralmente impazzire, e Rossetti tentò il suicidio, servendosi del laudano, proprio come Lizzie. Fu salvato in extremis dagli amici, ma divenne ancora più dipendente da cloralio e alcolici. Soffriva di reumatismi e della malattia di Bright. Il 10 aprile 1882 perì, a soli 53 anni, a Birchington-on-Sea, a causa di una forma di paralisi e scompenso cardiaco. Fu sepolto nel locale cimitero attiguo alla Chiesa di Tutti i Santi, lontano dal suo Amore.

Dante ed Elizabeth, Dante e Beatrice

I primi dipinti di Rossetti in cui Miss Sid era comparsa avevano suscitato scalpore per la sua calcata carica erotica e per la sua ambiguità. Venus Verticordia, ad esempio, fece scandalo. La figura femminile al centro del quadro incarna attributi cristiani e pagani allo stesso tempo: la mela di Eva, la rosa di Venere, i capelli rossi, simbolo di stregoneria; sul capo, tuttavia, un’aureola e, puntata sul petto, la freccia di Cupido, presagio di ciò che sarebbe accaduto.

Di tutt’altro stampo è Beata Beatrix, opera simbolo della Confraternita Preraffaellita. Elizabeth, in questo caso, è una creatura eterea e angelicata, e siede su un trono celeste. Gli occhi socchiusi in una serena beatitudine, la chioma illuminata dalla luce. Un uccellino posa un papavero sullo sfondo e, sullo sfondo, l’incontro tra Dante Alighieri e Beatrice Portinari. Il dipinto risale al 1872, dieci anni dopo la morte di Lizzie, ed è un omaggio alla sua consorte. La donna ha abbandonato la vita terrena già da tempo, eppure Rossetti, esattamente come lo scrittore toscano, la mantiene viva attraverso la sua Arte. Il ricordo di Beatrice non si spegnerà mai, e Rossetti si è assicurato che Elizabeth Siddal abbia la stessa sorte, donandole l’eternità.

Federica Checchia

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