Dicembre, l’arte gotica nel castello del Buonconsiglio a Trento

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Di Alessia Ceci

Dicembre – ultimo mese dell’anno – è anche l’ultimo affresco del calendario pittorico del Ciclo dei Mesi a Trento. Si tratta di una sequenza di affreschi situati nella Torre dell’Aquila nel Castello del Buonconsiglio, attribuiti al maestro Venceslao, documentato in città nel 1397. Il ciclo figurativo risale alla fine del XIV secolo o all’inizio del XV ed è il migliore esempio di gotico internazionale in Trentino.

Gli affreschi del ciclo costituiscono un raro documento figurativo della vita economica e sociale di fine Trecento, nonché una preziosa testimonianza della pittura gotica di tema profano. Le scene rappresentano gli svaghi del ceto nobiliare e il lavoro dei contadini, impegnati nei campi secondo l’alternarsi delle stagioni. Il modello iconografico di riferimento è il Tacuinum sanitatis, il Livre de la chasse di Gaston Phoebus e il vescovo committente, Giorgio di Liechtenstein, ne possedeva probabilmente una copia. Si tratta di un prontuario illustrato di medicina e botanica, da cui il pittore incaricato certamente prese ispirazione per rappresentare il ricco ambiente naturale in cui si svolgono le scene. Ma di che scene si tratta?

Il Ciclo dei Mesi, arriva Dicembre

 
Ciclo dei Mesi (Novembre, Dicembre, Gennaio), Maestro Venceslao (attribuzione), 1400ca, Torre Aquila, Trento – Crediti @La trentina
Ciclo dei Mesi (Novembre, Dicembre, Gennaio), Maestro Venceslao (attribuzione), 1400ca, Torre Aquila, Trento

Il ciclo si colloca nella parte superiore delle pareti e prende il via da quella est, dove si trovano i mesi di gennaio e febbraio. Nella parete meridionale sono raffigurati invece aprile, maggio, giugno, su quella ovest luglio e agosto ed infine su quella settentrionale settembre, ottobre, novembre e dicembre. Il mese di marzo, dipinto su un supporto di legno, è andato perduto durante un incendio. L’insieme è strutturato come una loggia architravata, sostenuta da esili colonnine tortili. Da esse si scorgono – come in un affaccio illusionistico – le varie occupazioni di signori e contadi; gli sfondi e i dettagli architettonici sono raccordati tra scena e scena in un panorama unitario.

All’interno del paesaggio – segnato dal ciclico scorrere delle stagioni – si alternano dunque scene di vita contadina e cortese: attività legate all’agricoltura, all’allevamento e all’artigianato, rappresentate con estrema accuratezza. Il mutare della natura è descritto con sensibile attenzione come anche i particolari delle vesti: ricche e multicolori per i nobili, semplici e dimesse per contadini e artigiani.

Descrizione iconografica di Dicembre

“E mi addormento come in letargo, dicembre alle tue porte/lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte… “

( F. Guccini, La canzone dei dodici mesi)

Sulle montagne i taglialegna sono in attività sul terreno ghiacciato di un bosco. Gli alberi hanno perso le foglie e i tronchi sono stati abbattuti. Con le tuniche bianche i taglialegna lavorano al freddo con asce, scuri e accette, legano i mucchi della legna appena tagliata. La legna servirà a riscaldare le case durante il lungo inverno. Le cataste già pronte vengono caricate sui carri. I buoi le trasportano scendendo dalla montagna per entrare nella città di Trento, raffigurata più in basso.

In città i ghiaccioli pendono dalle gronde del castello del Buonconsiglio, rappresentato, sulla sinistra, su uno sperone roccioso. La doppia cortina di mura che lo circonda racchiude gli edifici in muratura e la torre circolare in pietra e legno. Nonostante il gelo si percepisce una grande animazione. Una carovana di muli, carichi di merci, si dirige verso il castello. In basso due cavalieri scortano un nobile che esce da una delle porte delle mura ma prima di avviarsi, i due fanno abbeverare i cavalli nelle acque del fossato. Così l’anno finisce com’era iniziato, nel freddo e nella neve.

Immagini cristallizzate dell’autunno di fine Trecento, il mondo senza tempo della pittura

Il committente, il principe-vescovo Giorgio di Liechtenstein, si era impadronito della Torre Aquila per farne la sua residenza privata. Gli affreschi nella sala di rappresentanza, mese dopo mese, lo illudevano di vivere in un mondo ordinato e tranquillo, con i nobili e i contadini che vivevano in armonia e si dedicavano alle loro attività nelle terre rigogliose del suo buon governo. Ma nel 1407 una rivolta popolare, fomentata dal duca d’Austria – che reclamava il possesso della Torre Aquila da parte della cittadinanza – distrusse il sogno. Il principe fu destituito e un nuovo signore occupò la città. Tuttavia, mentre la realtà modificava il corso degli eventi, negli affreschi il microcosmo immaginato dal principe e illustrato per lui dal pittore di corte continuava a mostrarsi inalterato.

Così è possibile osservare ancora oggi il corso d’acqua che scorre ai piedi delle mura della città. Il fiume muove le ruote del mulino nella scena di Dicembre e prosegue oltre la colonnina che divide l’affresco di Dicembre da quello di Gennaio, sottolineando la circolarità del tempo. Al chiuso nella sala di Torre Aquila, l’anno ricomincia, le stagioni riprendono ad avvicendarsi, i mesi a trascorrere. Immagini cristallizzate, nel mondo senza tempo della pittura.

Alessia Ceci

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