La Walt Disney Company è stata fondata nel 1923, ha quindi quasi cent’anni e nel corso del tempo si è trovata in crisi più di una volta. Il primo momento di difficoltà risale alla realizzazione del primo film d’animazione, uscito nel 1937 (Biancaneve e i sette nani). Un altro esempio di momento difficile è stato durante i lavori per l’apertura di Disneyland nel 1955. Successivamente, dopo la morte di Walt Disney (1966) c’è stata una discesa, soprattutto nel settore dell’animazione. Infine, durante i primi anni 2000 ci sono stati di nuovo alcuni problemi finanziari.
A causa dell’attuale emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, anche questa grande azienda sta avendo non poche difficoltà. La chiusura dei parchi a tema, dei negozi e dei cinema ha influito particolarmente sulla situazione economica della compagnia.
Walt Disney Company: la crisi del 2020
Prima del COVID-19
Il 2020 a casa di Topolino si è aperto con le dimissioni di Bob Iger dalla carica di CEO. Posto che ha occupato dal 2005 portando grandi risultati alla compagnia tra cui l’acquisizione della Pixar, della Marvel, della Lucasfilm e della Fox. Iger non ha abbandonato completamente la Disney, infatti è ancora presidente esecutivo della compagnia. Bob Chapek è il nuovo CEO della Walt Disney Company e può contare sulla presenza del suo predecessore che è ancora nell’azienda.
Bob Iger ha spiegato che ha scelto di lasciare la carica più alta della compagnia per potersi concentrare di più sulla parte creativa. Inoltre, questa decisione permette di avere un passaggio della carica il più naturale possibile. Nel corso degli anni Iger ha sempre sottolineato che lui avrebbe lasciato la compagnia in un momento ideale: non all’apice della sua carriera, ma quando sarebbe stato più giusto per la Walt Disney Company. Il momento scelto non si è rivelato dei migliori, ma non poteva prevedere l’arrivo della crisi con la pandemia.
Durante il COVID-19
Vista la situazione d’emergenza, Iger ha posticipato il suo pensionamento, previsto per il 2021, sostenendo che rimarrà al fianco di Chapek finché sarà necessario.
A causa dell’emergenza sanitaria, la Walt Disney Company ha visto una riduzione del titolo del 26% rispetto al suo obiettivo, già prima della diffusione del virus. A causa dell’iniziale chiusura dei parchi di Tokyo e Shanghai la compagnia ha stimato una perdita di 145 milioni di dollari. Inoltre, anche a causa della chiusura dei negozi, Wells Fargo ha ridotto la valutazione del business dei prodotti di consumo del 60%.
I risultati degli analisti stimano che la compagnia stia perdendo trenta milioni di dollari al giorno. Inoltre, all’inizio dell’anno, la Disney aveva chiesto un prestito di sei miliardi di dollari. Questa situazione difficile ha portato l’azienda a dover licenziare un gran numero di dipendenti principalmente nel settore turistico dei parchi a tema negli Stati Uniti.
Una nota positiva: Disney Plus
Mentre tutte le altre fonti di guadagno sono momentaneamente bloccate dal virus, la nuova piattaforma streaming nasce in un momento vantaggioso. Vista la quarantena, sono in molti i consumatori che hanno scelto di occupare i pomeriggi con l’intrattenimento in streaming di Disney Plus. Avviata a novembre 2019 negli Stati Uniti e a fine marzo 2020 in Italia, la piattaforma ha già un considerevole numero di abbonati e, dalle previsioni, questi numeri continueranno a crescere.
L’analista Simon Murray ha previsto che la piattaforma digitale supererà i 200 milioni di abbonamenti entro il 2025. Lo stesso studio aveva indicato una cifra di 126 milioni di abbonati, ma il numero è aumentato vista la situazione particolare dovuta all’emergenza sanitaria. Questo incremento è previsto anche per Netflix e Amazon Prime Video, ma per Disney Plus la situazione sembra aver avuto un impatto più decisivo per la presenza di più contenuti adatti a tutta la famiglia.
Un messaggio di speranza
Alla recente conferenza con gli azionisti i maggiori esponenti della compagnia hanno voluto lanciare un messaggio di speranza.
“Il mondo è cambiato molto dalla nostra ultima conferenza sui risultati trimestrali. Avendo guidato questa compagnia durante momenti molto difficili negli ultimi 15 anni, ho assoluta fiducia nella capacità della nostra azienda di riprendersi. Le persone trovano conforto nei nostri messaggi di speranza e ottimismo. Gli manca la possibilità di fare le cose che portavano loro gioia. Le persone vogliono buone notizie, vogliono sperimentare la gioia e il senso di comunità.”
– Bob Iger
“Anche se la pandemia ha avuto un impatto finanziario su numerose delle nostre attività abbiamo fiducia nella nostra capacità di resistere ed emergere in una posizione forte. La Disney ha più volte dimostrato di essere eccezionalmente resiliente, forte della qualità delle sue storie e dell’affinità che i consumatori hanno con i suoi brand. Lo dimostra il successo di Disney+ sin dal suo lancio a novembre. Non avrei mai immaginato di vivere tutto questo, ma nelle avversità vediamo il meglio dell’umanità.”
– Bob Chapek