Cultura

Dominique Ingres e la ricerca del bello ideale

Geniale e volubile. Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 29 agosto 1780Parigi, 14 gennaio 1867) è stato tanto amato quanto criticato dai suoi contemporanei. Artista dal talento precoce, ha rappresentato il Neoclassicismo più puro e lineare, guidato da una costante ricerca del bello ideale. Charles Baudelaire ne scrisse molto, affascinato soprattutto dai suoi ritratti e la particolare cura dei dettagli:

Le opere di Ingres, che sono il risultato di una cura esagerata, per essere capite pretendono da parte nostra altrettanta attenzione.

I suoi modelli, David e Raffaello, sono stati ben più di semplici fonti d’ispirazione. Jacques-Louis David, con cui ha avuto sempre un rapporto conflittuale, è stato suo maestro fin dall’età di diciassette anni e gli ha mostrato le basi tecniche della pittura. Raffaello Sanzio è stato il suo “maestro spirituale”, una fonte d’acqua limpida in cui immergere linee e colori, liberandoli dai virtuosismi barocchi.

Jean Auguste Dominique Ingres, La grande odalisca, 1814 - Photo credits: wikipedia.org
Jean Auguste Dominique Ingres, La grande odalisca, 1814 – Photo credits: wikipedia.org

Ingres e David

Per Ingres le tele di David sono state i primi banchi prova con cui confrontarsi. Allo stesso tempo sono state delle sfide da affrontare, dei canoni da rompere e riscrivere. Ingres ha ripreso spesso i temi e le composizioni del maestro, rielaborandoli con un linguaggio personale. Non più pose teatrali e drappi svolazzanti. Piuttosto la costruzione delle opere doveva ruotare intorno all’intensità dello sguardo o all’equilibrio dei corpi.

I contrasti tra Ingres e David non avvenivano solo per le scelte stilistiche, ma anche nella quotidianità. Ad esempio, sembra che durante il Salon del 1806, l’opera presentata da Ingres ricevette molti attacchi dalla critica e non fu affatto difesa da David. Si trattava del noto ritratto di Napoleone I sul trono imperiale, giudicato gotico, barbaro e non somigliante al vero volto dell’Imperatore.

Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone I sul trono imperiale, 1806 - Photo credits: wikipedia.org
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone I sul trono imperiale, 1806 – Photo credits: wikipedia.org

Raffaello, l’ispirazione assoluta

I capolavori e lo stile di Raffaello sono stati i modelli a cui Ingres ha certamente guardato di più, per sua stessa ammissione. Dalla compostezza ai colori fino ai volti femminili, Ingres nutriva un’autentica venerazione che talvolta è stata tradotta in emulazione. Lui stesso ne parla, descrivendola come una fonte di ispirazione assoluta:

La mia passione rimane sempre Raffaello, il suo secolo, gli antichi

I suoi viaggi in Italia furono dedicati allo studio della statuaria classica e del grande
maestro del Rinascimento. A Roma aprì uno studio privato dove realizzò alcuni dei suoi
più grandi capolavori come Il Sogno di Ossian e La grande odalisca. In quest’ultimo dipinto il capo fasciato da un turbante e impreziosito da una perla è ispirato alla Fornarina di Raffaello. Un dettaglio che ricorre nelle tele di Ingres come canone perfetto di bellezza.

di Flavia Sciortino

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