È morto Ari Boulogne, il presunto figlio illegittimo dell’attore francese Alain Delon

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Di Redazione Metropolitan

Ari Boulogne, fotografo e presunto figlio illegittimo del grande attore francese Alain Delon, è stato trovato morto, sabato 20 maggio, nel suo appartamento di Parigi. Lo ha confermato la procura della capitale francese.

Boulogne, 60 anni, era emiplegico e il suo decesso potrebbe essere avvenuto diversi giorni fa. A trovare il suo corpo senza vita è stata la compagna 58enne, di ritorno da un viaggio insieme al figlio 21enne. Boulogne, per le sue precarie condizioni di salute, necessitava di cure ed attenzioni costanti: per questo la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per «mancata assistenza a persona in pericolo» e arrestato una persona: secondo il quotidiano Le Parisien si tratterebbe proprio della compagna dell’uomo.

Nato nel 1962, Ari era figlio della tedesca Nico, modella, attrice e cantante dei Velvet Underground, scomparsa nel 1988. Quanto al padre, il fotografo non aveva mai avuto dubbi: si trattava di Alain Delon, con il quale la madre aveva avuto una relazione. L’attore francese ha sempre negato la paternità, ma Ari fu di fatto allevato dalla madre di Delon, Edith, che finì per adottarlo insieme al suo secondo marito, Paul Boulogne. Una vita tormentata, quella del presunto figlio illegittimo di Delon: la dipendenza da droghe, i problemi psichiatrici, poi quelli di salute fisica: rimasto emiplegico, era stato di recente ricoverato in ospedale. La sua battaglia giudiziaria per veder riconosciuto il legame biologico con Delon non ebbe però mai successo: nel 2021 un tribunale francese respinse la sua istanza perché il presunto padre vive in Svizzera. Sempre evasivo sul tema, Delon gli aveva negato personalmente il riconoscimento, come Boulogne ebbe a ricordare nella sua autobiografia: «Tu sei mio amico. Ma ti dirò un cosa, non hai i miei occhi, non hai i miei capelli. Non sei mio figlio, non sarai mai mio figlio», gli avrebbe detto il grande attore.

Era comunque stato cresciuto dalla madre dell’attore, Edith Boulogne, da cui aveva preso il cognome e che l’aveva adottato insieme al suo secondo marito. Ari aveva raccontato la sua vita tormentata, dominata dall’assenza del padre e dalle dipendenze della madre, in un libro, L’amore non dimentica mai. «Abbiamo condiviso la stessa droga, la stessa siringa. Era un modo per stare insieme», aveva raccontato riferendosi alla madre. Dopo la scomparsa di Nico, Ari era entrato e uscito da ospedali psichiatrici e centri di riabilitazione. Senza mai trovare pace.

Boulogne non si è mai arreso sulla questione, fino al 2020, ha continuato a portare avanti le sue richieste davanti ad un giudice. Di mezzo, d’altronde, c’era una maxi eredità che ha sempre suscitato non poche perplessità da parte dell’opinione pubblica francese.