Fa più ridere o dispiacere la concezione che hanno alcune generazioni (evitiamo l’ageismo) sull’educazione sessuo-affettiva? L’educazione sessuo-affettiva spaventa gli adulti, ma non è indirizzata a loro. I social negli ultimi anni hanno avuto un ruolo centrale nell’educazione sessuo-affettiva tra lз giovanз. L’approdo di divulgatorз sui social media ha spinto lз ragazzз a cercare riposte online, per compensare una lacuna di informazioni a casa o a scuola.
La critica alla materia educazione sessuale muove i suoi passi su alcuni errori comuni, come non fare distinzione tra “sessualità” e “sesso”. Pro Vita & Famiglia per esempio crede che l’educazione sessuo-affettiva sia una lezione di Kamasutra, all’aborto o un inno all’utero in affitto. L’obiettivo dell’educazione sessuo-affettiva è invece quello di parlare di sessualità e relazionalità con gli altri. Perché sì, grandз e piccinз hanno a che fare ogni giorno con il sesso e la sessualità e fare finta che non sia così non è di aiuto a nessunǝ.
L’educazione sessuo-affettiva spaventa gli adulti, ma non è a loro che serve. Ecco perché bisogna parlare di sesso, sessualità e affettività anche allз più piccolз.
Sessualità infantile: esiste e non lo dice la lobby gay
La sessualità infantile esiste e no, non lo dice la lobby gay. Basterebbe approfondire, come scriveva Sigmund Freud, le manifestazioni sessuali dei bambini per accorgerci che anche loro hanno pulsioni sessuali. Se questo suona strano è semplicemente perché leggiamo questi termini affiancati tanto a bambinз quanto ad adultз , sessualizzando un termine che è invece usato all’interno delle ricerche come neutro.
È un tema piuttosto controverso e che fa mettere le mani tra i capelli di moltз , ma per quanto non ci piaccia ammetterlo lз bambinз all’asilo si spogliano tra di loro, alle elementari si fanno il solletico alle parti intime e alle medie iniziare a provare pulsioni sessuali.
La sessualità ci accompagna fin dal primo giorno di vita ed escluderla da quella dellз minorз vuol dire soltanto non renderlз consapevolз e lasciare all’esperienza con il mondo la loro conoscenza. Eppure dovrebbe essere piuttosto evidente un fatto: non tuttз facciamo le stesse esperienze, incontriamo le stesse conoscenze e otteniamo pari competenze. Ed è proprio per eliminare questa disuguaglianza che servirebbe introdurre una materia ampia che racconti tanto le relazioni, da quelle amicali fino a quelle amorose, passando per il rispetto per il prossimo; fino a raccontare, grazie a programmi pensati da un’équipe di educatori ed educatrici, psicologз infantili e espertз, come funziona il corpo, quali sono le differenze, prevenzione e malattie e tutto ciò che ruota intorno al sesso.
Insegnare educazione sessuo-affettiva è una trasgressione?
C’è chi chiama “voglia di trasgressione” questa doccia di competenze. Per la scuola italiana sarebbe molto più trasgressivo studiare gli eventi della storia contemporanea post Seconda guerra mondiale. Raccontare che la mafia esiste e che è parte dello Stato, spiegare lo stragismo e i grandi processi come Tangentopoli. Sarebbe molto più trasgressivo insegnare gli ultimi quarant’anni di storia, invece di un programma sulla sessualità e l’affettività. Dopotutto la negazione dell’educazione sessuale è una decisione politica, non di buon senso.
Per par condicio, garantendo pari ignoranza, non si insegna né l’una né l’altra. Si lascia così al caso l’insegnamento della prevenzione durante la lezione di Biologia o del rispetto altrui in quella di Religione.
“Saperlo prima” il festival sull’educazione sessuo-affettiva che fa paura
Il “sesso”, a chi è cresciuto con la legge del colui che non deve essere nominato, fa paura. Fa paura la consapevolezza di potersi difendere da relazioni tossiche o da malattie sessualmente trasmissibili; fa paura, diciamoci la verità, l’educazione di unз cittadinз consapevole.
“Saperlo prima” è un festival, organizzato da Flavia Restivo, Isabella Borrelli e Andrea Giorgini, che dal 17 al 19 febbraio 2023 accompagnerà i giovani del Lazio in un dibattito aperto a temi quali corpi, sessualità, sesso e affettività. Il festival è stato presto tacciato di trasgressione e propaganda gender. Su giornali – dal chiaro impianto ideologico – sarebbe più interessante leggere una critica ai membri della Chiesa cattolica portoghese, che negli ultimi settant’anni hanno abusato sessualmente di almeno 4.815 bambinз. Notizia che si aggiunge agli impressionanti numeri europei del fenomeno.
Invece no, su alcuni giornali si critica il festival “Saperlo prima” e lo si fa con i toni allarmistici di chi crede alla “teoria gender” e alla presunta propaganda nichilista dei movimenti progressisti.
Propaganda nichilista o necessità di educare: le due facce della realtà
Fa sorridere l’articolo di Fabrizio Cannone su La Verità, che apre un pezzo di critica al festival “Saperlo prima” citando il Festival di Sanremo 2023 e i Ferragnez. Così come fa pensare, un po’ meno sorridere, l’utilizzo del termine “(ri)educare” sul tema della necessità dell’educazione sessuo-affettiva. L’utilizzo di “(ri)educare” in questi termini vuole lasciare intendere che sia tratti di educazione, ma una sorta di manipolazione delle giovani menti.
I toni allarmistici non finiscono qui. Cannone scrive che “Saperlo prima” è un evento di palese propaganda nichilista che ha come oggetto l’evanescente e anfibologia (ambigua) salute sessuale e affettiva. Non è la prima volta che la cosiddetta “teoria gender” viene affiancata al concetto di nichilismo. Quando si pensa al nichilismo viene subito in mente Nietzsche, ma non è l’unico esponente.
Con nichilismo intendiamo un atteggiamento genericamente inteso come rinunciatario in negativo nei confronti del mondo e dei valori del presente. Nichilisti erano anche i movimenti come il futurismo o il decostruttivismo. Cannone però potrebbe averlo usato in un’altra chiave di lettura, ovvero quella che vede l’ideologia gender come propaganda del non-essere, dell’annullamento delle verità di genere, di sesso e tutto ciò che l’essere umano considera naturale. Addirittura il nichilismo arriverebbe per questo a legittimare la cultura cyborg, anche se per quello basta “Manifesto cyborg” di Donna Haraway.
In questo senso il nichilismo oggi non è altro che una negazione radicale di un sistema di valori sentito estraneo per un determinato gruppo. Non c’è niente di più nichilista del rapporto-scontro tra generazioni sui temi dell’attualità.
L’educazione sessuo-affettiva serve, lo dicono i dati (o forse no)
Il punto cruciale è domandarci se l’educazione sesso-affettiva serve davvero. Secondo alcuni, come Cannone, “l’utopismo progressista, mille volte smentito dai fatti” non servirebbe davvero a educare з giovanз sui temi della discriminazione, sul femminicidio e il rispetto dei diritti civili. Usa come prova il fatto che in Francia e nel Regno Unito il numero di atti violenti di genere sia maggiore che in Italia o in Polonia, paesi dove l’educazione sessuale e sentimentale non è stata inserita nei programmi scolastici.
Anche se fosse vero, e non lo è – basta leggere i risultati l’educazione sessuale contro la violenza di genere – la lettura dei dati parziale o di parte è disinformazione. Non si può basare la critica all’educazione sesso-affettiva sui numeri delle denunce di stupri o femminicidio. Dobbiamo infatti precisare che non tutte le persone uccise rientrano, anche se dovrebbero, nel termine “femminicidio“. Un omicidio descritto dal pubblico giudizio come femminicidio, non sempre viene riconosciuto come tale dalle autorità. Allo stesso modo il numero di stupri e altre violenze di genere troppo spesso non sono denunciate o punite nei tribunali italiani.
In Italia abbiamo una certa passione per l’ignoranza e tendiamo a lasciare la maggior parte del lavoro alle famiglie. Preferiamo che siano i racconti con cavoli e cicogne a determinare le conoscenze dellз più piccolз sulle relazioni, il sesso e la sessualità. Ad alcuni sembra più sensato lasciare l’educazione sessuale in mano alle famiglie, dove spesso il dialogo proprio su questi temi è censurato dalla vergogna del rapporto familiare. In un paese che premia le competenze, almeno su carta, dovremmo invece lasciare che a insegnare educazione sesso-affettiva non sia PornHub, ma un programma pensato da un’équipe di specialisti. Non suona poi così tanto assurdo in questi termini.
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Articolo di Giorgia Bonamoneta