L’ estetica Y2K di Elio Fiorucci e il suo ritorno: “Rivogliamo il negozio in piazza San Babila!”, è il grido del momento. Ha fatto storia il tempio milanese del kitsch, in Galleria Passerella, che raccoglie adolescenti, che ipnotizza con le sue vetrine i giovani che vivono in mezze maniche casual. Meta obbligatoria per l’acquisto di bigiotteria stravagante, è il tempio della vita meneghina a cavallo degli anni Settanta e Novanta. Elio Fiorucci sta per tornare. Inizia così, il secondo tempo della moda italiana.

Il mondo alato di Elio Fiorucci e l’estetica Y2K

Elio Fiorucci Store, foto da Tempi.it
Elio Fiorucci Store, foto da Tempi.it

Il ritorno in grande stile, è previsto il prossimo settembre, fa sapere il brand. Nell’ambito della Milano Fashion Week donna. La data programmata in agenda è il 21 settembre. Si inizia con 15 look in anteprima, poi segue una collezione Pre-Fall più completa in novembre. Elio Fiorucci è il padre del denim hippy, degli angioletti pop. I suoi amorini alati, infiocchettati di modernità, sono il romantico contrassegno del suo stile. Lui viaggia per catturare le vere tendenze dello ‘street style’, raccatta vestiti usati sulle bancarelle, e nei thrift shop, i mercatini delle pulci londinesi. Tutto si riassumere nell’affermazione da lui stesso pronunciata: «Io non creo, copio». Il marchio da lui fondato, s’ispira alla Swinging London di Mary Quant; e gode del successo dell’estetica Y2K – la moda anni 2000. Osando con colori a neon e metallici, in un approccio futuristico della moda. Dove l’obiettivo era essere dark e sexy.

Le sue visioni hanno la capacità di riflettere una nuova società, affamata di libertà e amore. Foirucci trasforma i sentimenti in materia. E viceversa. Una frase scritta da Andy Warhol nei suoi diari, rende l’idea di quanto è intensa e condizionante l’esperienza del suo negozio: «Sono andato da Fiorucci, è proprio un luogo divertente. È tutto ciò che ho sempre voluto, tutta plastica». Dopo l’avanguardistico store de milan, disegnato da Amalia Del Ponte, alla cui inaugurazione Adriano Celentano si presenta in Cadillac rosa, lo stilista ha l’intuizione di esportare il concept a Londra e New York. Andy Warhol presenta il primo numero della sua rivista “Interview” nel negozio newyorkese. Elio, la moda e il commercio l’ha sempre sentito sulla pelle: dall’età di diciassette anni, in cui segue l’attività del padre che possedeva tre negozi di pantofole nel centro della città.

La Milano rosa di Fiorucci

Di Fiorucci ricordiamo la creazione di jeans stretch: il capo diventa per la prima volta, oggetto del desiderio femminile, perfetto per esprimere la donna moderna. Lo stesso Calvin Klein ha ammesso che i primi jeans aderenti da donna che ha visto sono i “Fiorucci con un mix di cotone e Lycra, che mettono in risalto le forme femminili“. Sono nati dopo un viaggio a Ibiza. In una caletta spagnola, Elio vede una piccola comunità hippie che indossa jeans mentre fa il bagno. Dopo vari tentativi, incluso il lavaggio con pietre, l’idea arriva a un suo nuovo collaboratore, Mario Morelli (nonché ex capo modellista di Valentino). Grazie a un taglio di cavallo “alzato” di 2 centimetri trasformerà i jeans in iconici, sexy, femminili. Gli antenati dei push up.

Dal 1967 anno d’inaugurazione, al 2003, regna lo storico negozio milanese, fin quando lo store è ceduto al colosso H&M. Prima del negozio in San Babila, Elio ebbe per primo al mondo l’intuizione di inaugurare un negozio in via Torino, a Milano, aperto a tutte le ore, dove era possibile comprare oggetti legati all’arte, alla moda e alla cultura, consumare un pasto o fare aperitivo. Era un modello unico al mondo senza precedenti. Negli anni 2000, dopo la chiusura del suo ultimo negozio, lo stilista lancia Love Therapy, che comprende la produzione di jeans, felpe, abiti e accessori, proposti in uno store esclusivo, in corso Europa a Milano. Il negozio serra i battenti nel 2011.

I nuovi angeli custodi

Oggi torna a spirare il vento di rinnovamento: a partire dalla proprietà, Fiorucci annuncia la totale acquisizione da parte di Dona Bertarelli, romana d’origine, filantropa e investitrice basata in Svizzera, sostenitrice dell’inclusività e della sostenibilità. Ma anche un nuovo ceo, Alessandro Pisani, ex brand director di Diesel, e un nuovo direttore creativo, Francesca Murri. Che vanta un passato da designer in Versace, Giorgio Armani, Gucci, Givenchy e Ferragamo. La chiave d’ispirazione è il lusso accessibile.

Gigi e Bella Hadid, e anche Chiara Ferragni, sull’onda di esaltazione nostalgica degli anni della pop art e dell’estetica Y2K, hanno già recuperato capi e accessori con i due angeli stampati sopra, riportando in auge le creature di Elio Fiorucci. Il revival dell’indimenticato marchio Fiorucci va avanti attraverso: il recupero dell’account Instagram, la pubblicazione di una monografia sulla genialità di Elio Fiorucci, il ritorno di e-commerce, l’apertura di un pop-up store a Londra, e la prima Fashion Week a Milano. Si prevede ancora una volta, un miracolo terreno di putti alati.

Federica De Candia

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