Torniamo alla fine degli anni Novanta. Elisa, poco più che ventenne ed un album d’esordio alle spalle, Pipes & Flowers che ha vinto il Premio Tenco come migliore opera prima nel 1998 ed ha venduto oltre 250mila copie trascinato da singoli come Labyrinth, Mr Want, Sleeping In Your Hand ispirata dal pop rock lanciato qualche anno prima da Alanis Morissette e Dolores O’Riordan, mette un punto e riparte da zero.
Tanti sentimenti contrastanti minano la mente ed i pensieri sono una grande fonte d’ispirazione. E così Elisa, insieme ad un’amica a bordo della sua vecchia Diane, parte da Monfalcone con destinazione Londra. La Gran Bretagna: patria del punk dei Sex Pistols, del rock dei Beatles e Rolling Stones, della psichedelia dei Pink Floyd e dell’ambient di Brian Eno. Un coacervo musicale che compone la tavolozza con una svariata gamma di colori da utilizzare.
Asile’s World di Elisa tra Londra e Bologna
Elisa si presenta al cospetto di Howie B, già producer di Bjork per dare vita a brani come Seven Times accompagnata dalla voce black di Calvin e l’ipnotica Come & Sit. Nella capitale britannica incontra un altro connazionale, Roberto Vernetti che mette il suo zampino portando un mood “vorticoso” in Gift (primo singolo) e Happiness Is Home, pezzo su cui esegue un lavoro magistrale sui bassi.
Terminata l’esperienza londinese, la cantautrice di Monfalcone rientra in Italia fermandosi nella città dotta, Bologna dove si affida a Leo Z e Mauro Malavasi che supervisionerà il progetto Asile. In Emilia prendono forma Asile’s World, A Little Over Zero (ripresa poi anche nell’album successivo, Then Comes The Sun), Creature, Just Some Order, Tic Tac e Little Eye.
Asile’s World ha bisogno di ordine?
Asile’ s World è un mosaico. All’interno ci sono diverse storie ed anime di Elisa che si mette a nudo ed affida in larga parte ai tre producer Leo Z, Howie B e Roberto Vernetti il compito di plasmare le sue creature. Gift è l’apertura perfetta dell’album ed i richiami a Bjork sono evidenti anche nel video del brano che fa da apripista al secondo lavoro di Elisa: alla regia Alessandra Pescettala, protagonisti teli colorati, trasparenti, e primi piani su Elisa che più che una persona, in questo video, ricorda un’anima, che fluttua e si nasconde nell’arte.
Chameleon è sperimentazione ed elettronica dove la voce della cantautrice esplode nello special:
“I hold a Chamaleon in my heart disastrous and divine“
frase manifesto dell’album quasi a sottolineare le tante mani che sono intervenute nella sua realizzazione.
L’analisi del secondo album di Elisa
Le tracce scorrono con l’irrequietezza tipica di un animo giovane, un animo che ha acquisito consapevolezza di possedere un’energia potente. Tanto potente da poter essere distruttiva. E quindi quell’animo poco più che ventenne capisce, con molta intelligenza, che deve imparare a gestire quell’energia in modo che questa non contamini la sua purezza. Tante le domande a cui Elisa cerca di trovare risposta in questo album, una su tutte è racchiusa in alcuni dei versi più belli dell’intero album, nel cuore di A little Over Zero:
“And my fragility
It’ll kill me
Is this the best I can be?”
Ecco che scaturisce la crisi, il momento difficile, il forte turbamento, lo scontro. Ecco che scaturisce Asile’s World. Ma crisi (dal greco krisis, scelta, e krino, distinguere) rappresenta sia pericolo che opportunità, rappresenta un momento di rottura (anche interiore) che conduce ad una scelta inevitabile, in un senso o nell’altro.
La ricerca della bellezza
Tale momento di rottura porta ad un’analisi introspettiva che scaturisce nella ricerca dell’ordine e del bello, svincolata dalla Critica Del Giudizio di Kant e riletta da Elisa sul finire dello scorso millennio con la potenza del testo di Creature:
Well you see a cloud is coming Unconscious of its shape And I ask myself if that’s the heart of its beauty Now I’m hungry and tired But what more can I ask
Le nuvole che arrivano, inconsapevoli della loro forma, fanno da contrappeso al sole, l’unica aspirazione di Elisa in lotta tra amore e odio nel testo di 7 times, una traccia tanto misteriosa nell’atmosfera quanto chiara nella volontà. Simile nell’atmosfera ma con l’aggiunta di una sfumatura quasi fiabesca è Come & Sit in cui Elisa affronta un tema a lei molto caro, il tempo: “Come and sit, time is a game” sembra voler sottolineare l’importanza del vivere il momento cercando di fermare (stop) riflessioni premeditate, dubbi, domande su quello che sarà.
Il finale di Asile’s World di Elisa è un flusso di coscienza
Il turbamento continua mentre i minuti dell’album scorrono, creando piccole perle insolite, a volte disturbanti. Ma ad un certo punto, verso la fine di questo che più che un disco è un flusso di coscienza (non dovrebbero esserlo tutti i prodotti dell’arte?), sembra arrivare la chiave in grado di dissolvere la nebbia. In Tic Tac, penultima traccia di Asile’s World, un verso risuona come un mantra, potente:
“Music is the best lover”
Eccola la soluzione di Asile’s World. Lei, la musica.
Nicky Abrami
Francesca Paderi
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