
Elly Schlein ha fatto coming out nel febbraio del 2020. A Daria Bignardi ha rivelato di essere bisessuale e innamorata di una donna. Alla domanda della conduttrice su chi fosse la sua compagna, Elly Schlein non ha voluto svelarne l’identità, proteggendo la privacy della persona con cui divide le sue giornate.
Lo scorso 4 dicembre Elly Schlein si è candidata ufficialmente alla segreteria del Partito Democratico, dopo aver ricoperto vari incarichi, sia all’interno del partito che come indipendente. La deputata ha parlato solo una volta della sua compagna, durante la trasmissione L’Assedio, in onda su Nove. Quando Daria Bignardi le ha chiesto: “Mi faccio un po’ i fatti suoi. Lei è fidanzata?“, Elly ha risposto: “Premetto che di solito non parlo mai della mia vita privata, sono molto riservata, però faccio un’eccezione: sì sono fidanzata, ho avuto diverse relazioni in passato: ho amato molti uomini e ho amato molte donne. In questo momento sto con una ragazza e sono felice finché mi sopporta“. Da allora, come da premessa, la Schlein non ha più risposto a domande sulla vita sentimentale.
Chi è Elly Schlein

Elly, il cui vero nome è Elena Schlein, ha 37 anni ed è nata a Lugano, figlia di Melvin Schlein, politologo e accademico statunitense di origine ebraica, e di Maria Paola Viviani, professoressa universitaria che ha insegnato prima a Napoli, poi a Milano diritto costituzionale italiano e comparato. Il nonno materno era l’avvocato antifascista Agostino Viviani, senatore del Partito Socialista Italiano.
Elly Schlein ha partecipato, come volontaria, alla campagna elettorale di Barack Obama. Nel 2013 è stata tra le animatrici di ‘OccupyPd‘, il gruppo nato all’interno del Partito Democratico come segno di protesta contro i 101 franchi tiratori che avevano votato contro la candidatura di Romano Prodi al Quirinale. Nel 2014, è stata eletta al Parlamento europeo. Quando Matteo Renzi è diventato segretario del PD ha abbandonato il partito. Nel 2020, per le regionali in Emilia-Romagna, con altre persone ha dato vita alla lista ecologista Emilia-Romagna Coraggiosa, Elly Schlein risultò la candidata di lista con più preferenze personali in tutta la storia delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. La sua lista fu votata dal 3,77% degli elettori.
Le polemiche interne al Pd e la Meloni
La Schlein è stanca di sentirsi dire da chi è appoggiata o meno all’interno del Partito, ragionamenti sessisti che arrivano tutte le volte che una donna diventa protagonista: «Se una donna si fa strada dev’essere sempre strumento di qualcun altro». Non ha paura dell’«avanzata» della destra, che per lei non è un’avanzata, anzi: «Ha sempre i suoi 12 milioni di elettori; che si sono affidati prima a Berlusconi, poi a Salvini, ora a Meloni. Nonostante siano divisi. Sta a noi fare esplodere quelle contraddizioni».
La formula per vincere di Elly Schlein
Secondo Schlein, come ripete da tutta la campagna elettorale: «Serve una rottura. Una cesura netta con il passato». E lei è convinta di vincere, soprattutto dopo avere incontrato nelle piazze le persone: «Ne sono assolutamente convinta. Lo sento. Avverto una mobilitazione incredibile. Lei non ha idea di quanta gente voglia partecipare. Giovani che non avevano mai fatto politica. Anziani che mi dicono “non prendevo la tessera da trent’anni”, quindi non erano mai stati nel Pd». Lei era uscita dal Partito nel 2015, invece «dopo l’abolizione dell’articolo 18, la cosiddetta buona scuola, il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, i tre voti di fiducia su una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Altri sono usciti solo dopo il referendum». Non si sente troppo radicale per convincere i centristi, i moderati e i cattolici: «Ho sempre dialogato con l’associazionismo cattolico. Molti si sono sentiti traditi dal Pd che firmava i memorandum con la Libia» per il respingimento dei migranti. Non crede che i diritti civili siano in contrapposizione con le questioni sociali: «È una falsa contrapposizione. Per una persona discriminata è più difficile lavorare e fare impresa».
Il dibattito
Lunedì sera c’è stato su Sky TG24 l’unico confronto pubblico tra i due candidati alla segreteria del Partito Democratico, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. È durato più o meno un’ora e le regole prevedevano che ciascuno dei due avesse un minuto per rispondere di volta in volta alla stessa domanda. Le primarie saranno domenica prossima, il 26 febbraio, e potranno votare tutte le persone italiane e quelle che sono regolarmente residenti in Italia, se hanno almeno 16 anni. Bonaccini è il favorito: nel voto degli iscritti al PD che si è tenuto nelle ultime settimane ha ottenuto 18 punti in più dell’avversaria (il 52,9 contro il 34,9 per cento).
È stato un confronto molto composto e dai toni pacati, i due si conoscono bene e per tutta la campagna elettorale fin qui sono andati d’accordo, evitando attacchi personali. D’altra parte hanno lavorato insieme a lungo: prima di essere eletta deputata lo scorso settembre, Schlein era stata per oltre due anni e mezzo la vicepresidente in Emilia-Romagna di Bonaccini, che governa la regione dal 2014. Nonostante l’apparente sintonia, comunque, nel dibattito sono emerse alcune differenze.
La prima ha riguardato il modo in cui intendono recuperare il consenso che il PD ha perso negli ultimi anni: Bonaccini ha parlato di «ripartire dai territori», spiegando che «ci sono due terzi di sindaci e sindache italiane che hanno vinto quando il PD continuava a perdere a livello nazionale»; Schlein ha invece usato una prospettiva decisamente meno locale, parlando di una proposta «che parli all’Italia che oggi fa più fatica, quella del lavoro povero e precario».