Quando Lady D è morta, Emma Corrin aveva solo tre anni. Ha seguito, come il resto del mondo, i solenni funerali in TV, ma di quei giorni di dolore collettivo conserva ricordi nebulosi. Questo gap generazionale, però, non le ha impedito di calarsi nei suoi panni, nella quarta stagione della fortunata serie The Crown, in modo più che convincente. Una parte, quella della Principessa di Galles, che avrebbe intimorito anche attrici ben affermate e con anni di attività alle spalle, data l’iconicità del personaggio, ma al quale la giovane, alla sua prima, vera occasione lavorativa, ha saputo avvicinarsi con delicatezza, ma con determinazione.
Nata nel Kent il 13 dicembre 1995, Emma-Louise Corrin ha mosso i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo grazie a William Shakespeare. Dopo aver seguito un corso a lui dedicato alla London Academy of Music and Dramatic Art, ha frequentato, per breve tempo, l’università di Bristol, per poi trasferirsi al St John’s College di Cambridge, dove ha continuato a studiare recitazione. Qui, parallelamente alla sua formazione, ha partecipato a diverse commedie del Bardo e di altri autori. Tra il 2017 e il 2019 ha ricoperto ruoli minori in cortometraggi e serie televisive, come Pennyworth, prequel di Batman, incentrato sul maggiordomo Alfred. La svolta, tuttavia, è arrivata nel 2020.
Emma Corrin, da semisconosciuta a Principessa del Galles
La Corrin, ironia della sorte, si era presentata alle audizioni per interpretare Camilla Shand, la futura Camilla Parker Bowles. Dopo diversi provini, e dopo aver sbaragliato un’accanita concorrenza, si è invece aggiudicata l’onore e l’onere di prestare il volto a Diana Spencer. Per poter renderle omaggio in modo credibile, senza però scimmiottarla, l’interprete si è preparata a lungo, visionando decine di filmati dell’epoca, cercando di cogliere le sfumature della sua gestualità, delle espressioni, accentuando così delle caratteristiche fisiche simili che hanno sicuramente giocato in suo favore.
Dall’impegno di Emma è scaturito un ritratto molto umano e complesso della principessa. Nei primi anni Ottanta Lady D era poco più che un’adolescente ingenua e inesperta, ritrovatasi catapultata all’improvviso nella royal family, sommersa da responsabilità e regole per le quali non era preparata. Negli episodi di The Crown, infatti, osserviamo le difficoltà nell’ambientarsi tra i palazzi di corte, gabbie dorate che tanto stridevano con l’entusiasmo della sua gioventù. La vediamo, infatti, scivolare sui pattini tra le sale imponenti di Buckingham Palace, ascoltando i Duran Duran, sbagliare l’inchino, faticare a comprendere la rigidità dell’etichetta reale.
I premi per The Crown, i ruoli successivi e Miu Miu
Assistiamo, impotenti, al declino del suo matrimonio “un po’ troppo affollato”, come lo aveva definito lei stessa, con il Principe Carlo. Iniziato come una favola moderna, divenuto ben presto un gioco al massacro, vissuto nell’ombra della sua eterna rivale, Camilla. E ancora il lungo periodo di depressione, i disturbi alimentari, le sofferenze, tutti magistralmente portati sul piccolo schermo dalla Corrin, che sembra essere “posseduta” dallo spirito di Diana, tanta è la somiglianza nei gesti, nello sguardo malinconico, nel capo reclinato in quella posa ormai entrata nell’immaginario collettivo. La stessa Emma ha raccontato, in un’intervista, del silenzio calato sul set quando è apparsa per la prima volta con il famoso abito da sposa, pronta per girare la scena delle nozze del secolo; un momento di commozione e di ricordo che ha coinvolto tutti, dal cast agli addetti ai lavori.
Lo straordinario esordio nella serie britannica le è valso diversi riconoscimenti, tra i quali spicca il Golden Globe, vinto contro la “suocera” Olivia Colman, interprete della Regina Elisabetta II. Da allora, l’artista è entrata nell’olimpo delle star, e le si sono spalancate le porte di altre grandi produzioni internazionali. Tra queste, spiccano la nuova trasposizione cinematografica de L’amante di Lady Chatterley e My policeman, al fianco di Harry Styles. È, inoltre, diventata la nuova musa di Miu Miu, che l’ha resa protagonista della campagna pubblicitaria per la collezione Upcycled, collaborazione del brand di Miuccia Prada con Levi’s. Una carriera in ascesa e una storia tutta da scrivere, quella di Emma Corrin, che è riuscita a non restare imprigionata in un ruolo così ingombrante, ma che ha saputo rendere giustizia all’indelebile memoria della Rosa d’Inghilterra.
Federica Checchia
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