Nello spazio di LetteralMente Donna di oggi, una figura che ha dato un enorme contributo ai diritti delle donne e dei più poveri diventando un mito in Argentina e non solo. Il suo nome è Evita Peròn e questa è la sua storia.
Evita Peròn, storia di una figlia illegittima

Nata Maria Eva Duarte, era figlia illegittima di Juan Duarte, un piccolo proprietario terriero che risultava sposato a Chivilcoy ma che aveva abbandontato la sua famiglia per la sua amante e cuoca dalla cui relazione erano nati a Los Toldos Evita, suo fratello Juan e le sue sorelle. Duarte però abbandonò Evita Peròn, la madre e i suoi fratelli dopo la nascita di quest’ultima lasciando la famiglia in condizione di estrema povertà. Evita inoltre fare conti con i pregiudizi della gente e dei suoi coetanei che la accusavano per la sua illegittimità. La futura leader politica era una bambina molto attiva in famiglia e introversa fuori.
Riuscì comunque a passare un’infanzia dignitosa grazie al lavoro trovato dai suoi fratelli nonostante le umiliazioni subite dalla sua famiglia come quella di essere cacciata dalla famiglia legittima del padre al funerale di lui. Si potè avvicinare alla bara del defunto solo dopo l’intervento di un parente . Poi la svolta del trasferimento a Buenos Aires. Eva aveva già preso a dedicarsi alla recite scolastiche e si era appassionata di recitazione. Il 2 gennaio 1935 lasciò Juanin, dove viveva con la famiglia, per Buenos Aires. Djverse sono le versioni riguardo la sua partenza. Una delle più accreditata e quella che fosse riuscita a diventare l’amante di Agustìn Magaldi, un cantante di tango che si era esibito a Parigi.
L’incontro con Peròn e il peronismo
A Buenos Aires Evita Peròn lottò contro la fame ma grazie alle sue conoscenze trovò qualche piccolo lavoro come attrice e ad affermarsi soprattutto come interprete di radiodrammi. La svolta arrivò il 22 gennaio 1944. Durante un festival, voluto dal governo argentino per raccogliere fondi per la città di San Juan distrutta da un terremoto, Evita conobbe Juan Peròn, militare e ministro per il lavoro. I due già da febbraio andarono a convivere mentre Evita si formava al fianco del compagno impegnandosi a pieno nella sua causa politica e nel giustizialismo sociale. Amava dire, come riportato da Studenti.it, che “in politica la donna deve essere a fianco dell’uomo, ma senza mai permettergli di immischiarsi nei suoi affari”. Durante la presidenza Peròn, Evita si batté con tutta se stessa per le donne e per le classi più umili della società argentina.
In particolare fu fondatrice del Partito peronista femminile e riuscì far approvare la legge 13.010 che garantiva l’uguaglianza civile e politica tra donne e uomini e il voto alle donne. Fu poi protagonista in un indimenticabile viaggio in Europa in cui arrivò anche a Roma dove incontrò Papa Pio XII. In fine si occupò degli ultimi con la fondazione Eva Peròn che forniva assistenza, si dedicava alla costruzione di case popolari e di ospedali ed era in campo contro la sifilide, la tubercolosi e la lebbra che all’epoca colpivano le classi più povere.
La morte nel 1952
Evita Peron era diventata un mito in Argentina e nel resto del mondo quando si spense il 26 luglio 1952, a soli 33 anni, a causa di un tumore all’utero. Purtroppo poco tempo dopo una giunta militare oppositrice di Peròn prese il potere e per evitare che il corpo di Evita diventasse oggetto di venerazione lo seppellì sotto falso nome in Italia con l’aiuto della Chiesa Cattolica. Evita rimase a Milano nel cimitero monumentale fino al 1971 quando fu restituito su pressione dei peronisti a Peròn in esilio a Madrid. Infine il corpo di Evita Peròn fu seppellito, dalle sorelle, al cimitero della Recoleta a Buenos Aires dove riposa tutt’ora.
Stefano Delle Cave
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