Oltre alla straordinaria vittoria di Sebastian Vettel che conferma un mondiale combattutissimo tra Ferrari e Mercedes, a tenere banco nell’ultima gara è stato l’episodio controverso che ha visto Kimi Räikkönen e Lewis Hamilton entrare in collisione alla curva 3. Ad avere la peggio è stato il beniamino di casa, ma grazie alla sua classe e alle due Safety Car finali, è stato capace di rimontare e chiudere a podio.
Il trittico di gare che ha caratterizzato questa parte del mondiale è volto al termine, e la pista di Silverstone è stata teatro di una delle più belle gare (se non la più bella) della stagione. Ma come in Francia, alla partenza, c’è stato un contatto tra una Ferrari e una Mercedes.
A Silverstone stesse macchine ma piloti diversi: nel tentativo di passare Hamilton, autore di una brutta partenza, Räikkönen ha avuto un bloccaggio della ruota anteriore sinistra che lo ha mandato a sbattere contro Hamilton, mandandolo in testacoda. I commissari di gara hanno comminato una sanzione di 10 secondi al finlandese, scontata durante la prima sosta ai box.
Le persone che hanno deciso la punizione di Räikkönen non sono le stesse di quelle che hanno supervisionato il GP di Francia. Questo perché i commissari di gara cambiano da evento a evento. E ciò può influire sulle decisioni riguardanti episodi dubbi, e fa si che non si riesce mai a dare la stessa uniformità di giudizio di fronte a situazioni come quella accaduta domenica scorsa.
E ciò può portare a polemiche e a scontri verbali. Non le ha mandate a dire il DT della Mercedes James Allison che, scottato della sconfitta in una pista favorevole sulla carta alla Mercedes, ha messo in dubbio la mossa di Räikkönen con una frase infelice:
“incompetenza o mossa deliberata?”.
Toto Wolff ha provato a placare gli animi ma intanto, nel retropodio, Hamilton rifiutava le scuse di Räikkönen (forse dimenticandosi dell’episodio di 10 anni prima in Canada) e Arrivabene, ai microfoni di Sky, rispondeva piccato alle accuse di Allison:
“Quando Allison dice una cosa del genere dovrebbe vergognarsi. Non si può dare dell’incompetente a un campione del calibro di Kimi, specie se è detto una persona che non ha mai fatto il pilota.”
Insomma, la sfida Ferrari–Mercedes si è corsa anche fuori pista. Ma ieri Hamilton, evidentemente dopo aver sbollentato la sconfitta, ha voluto gettare acqua sul fuoco, accettando le scuse del numero 7 della Ferrari tramite un post su Instagram.
Ciò non toglie che la penalità data a Räikkönen è sacrosanta. Probabilmente sono stati assegnati 10 secondi, invece dei 5 dati a Vettel in Francia, perché Räikkönen ha potuto proseguire la corsa senza perdere posizioni, mentre Vettel ha perso del tempo per rientrare ai box a sostituire l’ala danneggiata.
Può essere una chiave di lettura, anche se non giustifica la differenza di tempo perso dai piloti coinvolti nei due crash. La linea di confine tra un incidente con colpa e un incidente di gara è sottilissima. C’è bisogno di regole certe e di uniformità di giudizio. E c’è chi invoca sanzioni esemplari e chi è di manica larga. Spesso i tifosi si sono lamentati delle penalità assurde assegnate anche alla luce di leggeri contatti. Come a non voler far combattere i concorrenti e a incutere loro la paura del sorpasso. Ma è proprio il sorpasso l’elemento principe del Motorsport.
Però, il Motorsport è anche questo: una punizione, data o meno, può condizionare l’esito di un GP o, addirittura, di un mondiale. Il dubbio, l’adrenalina, i sorpassi al limite, gli incidenti, i casi sospetti e non faranno sempre parte del DNA dello sport e delle corse.
Per cui, lascino correre in pace questi ragazzi.
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