Fase Due, le incognite del tennis

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Di Danilo Comparelli

Il mondo inizia a fare i conti con la Fase Due e anche il tennis come tutti gli sport e come ogni ambito della società, sta cercando di capire come ripartire. Tra decreti, proposte e iniziative, istituzioni e appassionati cercano di colmare il vuoto generato dalla pandemia Covid19 facendosi spazio tra mille incognite. La sensazione che si navighi a vista è corposa ma, d’altra parte, l’evoluzione della situazione è continua e imprevedibile ed obbliga a correggere la rotta giorno dopo giorno.

Dal punto di vista delle istituzioni il governo ha licenziato nei giorni scorsi un provvedimento, in riferimento alla Fase Due, che cerca di mettere un punto sulle attività agonistiche, concentrandosi prevalentemente su quelle cosiddette amatoriali. Il tennis non ha ricevuto grande attenzione. Si è dovuta attendere la pubblicazione del protocollo Coni per scoprire che il tennis è considerato uno sport a rischio medio. Perché va bene che la distanza sociale di sicurezza è garantita dalla divisione del campo in due metà non oltrepassabili, ma cosa fare con quelle discese a rete? In particolar modo quelle situazioni in cui i contendenti si trovano contemporaneamente a duellare a ridosso del net? Peraltro rarissime, queste circostanze consentono il propagarsi minaccioso delle particelle che veicolano il virus e rendono, dunque, dubbia la garanzia sulla salute degli atleti.

Fase Due, Foro Italico i circoli restano chiusi, photo credits Enzo Pinelli
Fase Due, Foro Italico i circoli restano chiusi, photo credits Enzo Pinelli

Fase Due, crisi dei circoli e iniziative private

In tutto questo sono proprio i circoli di tennis a pagare dazio. Chiusi ormai da marzo, soprattutto i club a conduzione familiare senza patrocinio della Federazione, fanno fatica a far quadrare i conti. Mancano le quote associative e gli istruttori non percepiscono stipendio. Insomma, un intero settore in difficoltà. A livello professionistico si sperimentano formule nuove per continuare a muovere il baraccone. E’ in corso di svolgimento il Mutua Madrid Open Virtual Pro, che proprio oggi vedrà compiersi l’atto finale.

Mentre in Costa Azzurra Patrick Mouratoglou sta cercando di mettere in piedi lUltimate Tennis Showdown da disputare in maggio con i giocatori residenti a Montecarlo. Iniziative fantasiose con il duplice scopo di tenere vivo l’interesse sul tennis e raccogliere fondi per le strutture sanitarie impegnate a contrastare il virus. Ma anche per sostenere quei tennisti professionisti che, senza giocare, fanno fatica a mantenersi. La stella polare del movimento resta quella dello Us Open, il cui inizio è ancora previsto per il 30 agosto.

Lo slam americano rappresenta la speranza del ritorno alla normalità. Ma su questo torneo si sta giocando una difficilissima partita. La struttura newyorkese funziona ancora come centro ricettivo per i malati di Covid19 e difficilmente sarà pronta per la data prevista. Lo spostamento della sede a Indian Welles sembra creare più problemi che vantaggi. Il pur eccellente complesso californiano desta preoccupazioni logistiche, così come il numero dei campi è ritenuto insufficiente. Inoltre il clima torrido dell’estate sconsiglierebbe questa scelta. Una decisione sarà comunicata a breve, nel frattempo gli appassionati si consolano con match virtuali, aperitivi Instagram tra campioni e improbabili allenamenti sui terrazzi e nei garage.